CIVITANOVA (Macerata)
"Civitanova provincia di nessuno". Con questo striscione gli ultras rossoblù della Civitanovese hanno recentemente accolto la Maceratese al Polisportivo, nell’ultimo derby calcistico casalingo. Una rivendicazione partita dagli spalti di uno stadio, ma – ogni civitanovese lo sa – quello slogan fotografa un sentimento che alberga nell’animo profondo di una città che subalterna al capoluogo non si è sentita mai e formare un binomio con Macerata, per dare vita a una provincia unica, è prospettiva che a molti farebbe storcere il naso. Campanilismo, costa contro collina, "pesciaroli" contro "pistacoppi". C’è tutto questo dentro una rivalità, storica, che separa due realtà sociologicamente diverse. Tanto che nell’unica occasione in cui si è parlato di formare una nuova provincia, molti lustri addietro, Civitanova scelse l’interlocuzione con Fermo – in omaggio alla stessa vocazione calzaturiera con quel territorio –, piuttosto che con Macerata, verso cui ha sempre avuto un rapporto muscolare (anche perché sul piano della produzione culturale non c’è storia, specie negli ultimi anni), potendo vantare un numero superiore di partite Iva, una maggiore vivacità imprenditoriale e commerciale, primato suggellato dal sorpasso anche nel numero di popolazione residente. Per questo Civitanova si sente già provincia, soprattutto dopo l’apertura del collegamento stradale con l’Umbria attraverso la Statale 77, che ha dato un forte impulso a tutta l’economia cittadina, mercato immobiliare compreso. Allora provincia sia, ma Civitanova-Macerata.
Lorena Cellini