Concessioni balneari, i bagnini sono pronti allo sciopero. "Non siamo carne da macello"

Bandi per le spiagge dal 2024, l’ira dei gestori in Riviera. Confartigianato: "Entriamo in stato di agitazione"

Bagnini di Rimini (foto di repertorio)

Bagnini di Rimini (foto di repertorio)

Rimini, 17 febbraio 2022 -"Cosa siamo diventati, carne da macello?" Gabriele Pagliarani, il ’bagnino d’Italia’, titolare del bagno 26 di Rimini, non la manda a dire. E’ tra quelli che vedono più ombre che luci dopo l’emendamento al ddl del governo sulle concessioni balneari, che ha spalancato la strada ai bandi per le spiagge dal 2024. Scenari foschi previsti anche da Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese demaniali: "L’Italia ha alzato le mani rispetto all’Ue. Una resa incomprensibile. Non ci piace neppure il metodo usato dal governo: dalla discussione sono stati esclusi i tecnici, le Regioni, i sindacati. Andare a evidenza pubblica nel 2024 vuol dire non avere il tempo per farlo. Impossibile fare un’assegnazione seria con questa tempistica . Entriamo in stato di agitazione ".

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Di parere opposto il presidente dei bagnini di Oasi, Giorgio Mussoni: "Quella approvata dal governo è la trasposizione del testo della legge Pizzolante-Arlotti alla cui redazione avevamo collaborato e che era stata approvata dalla Camera nel 2017. Ne sono stati ripresi tutti i punti chiave: considerazione congrua degli investimenti fatti; riconoscimento del valore di mercato dell’impresa balneare, compresi i beni mobili e immobili, materiali e immateriali della stessa; riconoscimento della professionalità acquisita. Si è dato un futuro al sistema balneare romagnolo e italiano. Mi auguro che l’impianto non venga travolto in sede di discussione parlamentare". "Una buona base di partenza per un primo passo non scontato", commenta l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini. Per il quale ci sono alcune "correzioni imprescindibili da inserire: serve un anno in più ai Comuni rispetto al 2023 per le procedure; va eliminato il frazionamento delle concessioni che, almeno per l’Emilia romagna, porterebbe a una impraticabilità della norma".