Coronavirus, in Emilia Romagna attivata una task force

In una settimana sono stati analizzati quattro casi a livello regionale, tutti rivelatisi semplici influenze

Coronavirus, la Regione fa il punto

Coronavirus, la Regione fa il punto

Bologna, 30 gennaio 2020 - Task force operativa 24 ore su 24, numero verde attivo (1500), scanner negli aeroporti per un primo screening per chi atterra da aree a rischio Coronavirus (video), rete di collegamento Regione-Ausl e messa in allerta, per le analisi, come laboratorio di riferimento, il Crrem del Policlinico Sant’Orsola, che nei giorni scorsi ha analizzato quattro campioni respiratori, risultati tutti negativi. Così l’Emilia Romagna, di concerto con le linee guida del Ministero della Salute, si prepara a fronteggiare un eventuale arrivo del virus cinese lungo la via Emilia.

Leggi anche Mascherine antivirus, da Bologna alla Cina. "Esaurite in pochi giorni" Nessun caso di Coronavirus, comunque, è stato registrato in regione. Ad assicurarlo è la direttrice generale Cura della persona, Salute e Welfare della Regione, Kyriakoula Petropulacos, all’uscita dalla riunione del gruppo di coordinamento attivato da viale Aldo Moro per garantire un collegamento costante tra Regione e le Ausl. Presente, tra gli altri, Pierluigi Viale, direttore del reparto Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi. Al netto di ciò, la Regione ha già attivato, in via precauzionale, tutte le misure stabilite dal Ministero della Salute che ha creato una task force operativa 24 ore su 24 e il numero verde 1500. 

Ad oggi, nell'arco di una settimana, sono stati analizzati quattro casi a livello regionale, tutti rivelatisi semplici influenze, su persone rientrate dalla Cina. Inoltre, delle 700 telefonate al numero verde del ministero (1500) solo una al momento ha interessato l'Emilia-Romagna. A livello regionale, ha spiegato Petropulacos, “c’è un collegamento tra numero verde nazionale e linee regionali: nel caso si valuti la necessità di un approfondimento specifico sul territorio, la chiamata viene appunto dirottata in Regione. Il numero messo a disposizione dal Ministero è importante soprattutto per i cittadini che arrivano da aree a rischio e che ricevono già indicazioni in aeroporto. Peraltro - giusto ricordarlo - negli aeroporti regionali non arrivano voli diretti dalla Cina, quindi chi giunge sul territorio proviene da precedenti scali ed è già stato sottoposto a controlli”.

Negli scali italiani, ai passeggeri che provengono da zone a rischio viene immediatamente effettuato un primo screening (tramite apposito scanner), che rileva l’eventuale presenza di febbre. Poi viene loro consegnato un foglio che spiega come, in caso di insorgenza febbrile, debbano rivolgersi al proprio medico di base o chiamare il numero verde. Ciò consente di allertare immediatamente i Dipartimenti di salute pubblica delle Ausl e di mettere in campo, a seconda della gravità della situazione, le misure necessarie. In base alle indicazioni internazionali e nazionali, le persone prive di sintomi che rientrano dalle aree in cui c’è il Coronavirus non vanno messe in quarantena e non costituiscono fattore di rischio per la trasmissione. In caso di diagnosi di influenza da Coronavirus il paziente sarà sottoposto a isolamento nelle stanze predisposte all’interno dei Reparti di Malattie Infettive e gli verranno somministrate le terapie appropriate.

“Lo ribadiamo con chiarezza – sottolinea il gruppo operativo della Regione -: siamo attenti, come è giusto che sia, ma non allarmati. Il sistema regionale è organizzato in via precauzionale per rispondere prontamente a eventuali necessità, ma non c’è, al momento, alcun motivo di preoccupazione”.