Coronavirus Emilia Romagna, ancora 84 vittime. Più di 500 i contagiati

La mappa dei malati per provincia. E nasce il progetto della Regione per una terapia intensiva da 146 posti: investimento da 26 milioni

Medici e infermieri in prima linea

Medici e infermieri in prima linea

Bologna, 11 aprile 2020 - Sono ancora 84 le persone che hanno perso la vita nelle ultime ore a causa del coronavirus, anche se il commissario Sergio Venturi spiega che molti tamponi post mortem sono stati processati con forte ritardo perché non sono stati considerati urgenti. "Circa la metà sono di ieri , le altre sono avvenute nelle giornate precedenti", avvisa Venturi. Resta che la conta delle vittime in regione sale oggi a 2.481 vittime. Insomma, secondo Venturi "i numeri calano anche se meno velocemente di quanto vorremmo"

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I nuovi contagiati sono stati 507 e l'Emilia Romagna arriva così a 19.635 contagiati dall'inizio della pandemia. Ma la buona notizia è che continua ad alleggerirsi la pressione sugli ospedali: in sei giorni 70 pazienti sono stati dimessi dalle terapie intensive dove oggi ci sono 341 pazienti.

Venturi ha concluso il collegamento con un augurio particolare di buona Pasqua per coloro che non potranno trascorrere la festa con le persone a loro care: alle forze dell'ordine, ai sanitari, a chi è ricoverato e anche a chi è nelle strutture per quarantene (e ha citato il sindaco reggiano di Castelnovo Monti, Enrico Bini).

Le vittime

nuovi decessi riguardano 6 residenti nella provincia di Piacenza, 21 in quella di Parma (ma sette riguardano decessi di diversi giorni fa), 20 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 15 in quella di Bologna, 3 a Ferrara, 5 nella provincia di Forlì-Cesena (4 nel forlivese e 1 nel cesenate), 2 in quella di Rimini, nessun decesso si è verificato nella provincia di Ravenna, nell’imolese

Il contagio

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.063 a Piacenza (14 in più rispetto a ieri), 2.512 a Parma (39 in più), 3.765 a Reggio Emilia (135 in più), 3.011 a  Modena (81 in più), 2.738  a  Bologna (117 in più), 337 a Imola (4 in più), 580 a Ferrara (14 in più). In Romagna sono complessivamente 3.629   103 in più), di cui 789 a Ravenna (13 in più), 642 a Forlì (34 in più), 521 a Cesena (30 in più), 1.677 a Rimini (26 in più). Bologna e Reggio Emilia stanno recuperando un ritardo nelle segnalazioni di sintomi da controllare con un tampone.

I guariti

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 3.659 (+278), delle quali 1.934 riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 1.725 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

I rinforzi

Sono atterrati a Bergamo i nuovi infermieri arruolati su base volontaria per l'emergenza covid. Quattordici di questi sono destinati alle strutture ospedaliere e sanitarie dell’Emilia-Romagna, che si aggiungono ai 34 medici e 20 infermieri già al lavoro. Medici e infermieri fanno parte della task force permanente attivata dalla Protezione civile nazionale. Nel dettaglio, gli infermieri in arrivo sono destinati alle strutture sanitarie di Reggio Emilia (6), Modena (2) e Romagna (6), con assegnazione a Cesena.

L'hub di terapia intensiva

L’Emilia-Romagna diventa Hub nazionale per la Terapia Intensiva, entrando a far parte della struttura che sta costituendo il ministero della Salute. Con un progetto della Regione e un investimento di oltre 26 milioni di euro, nasce sul territorio il Covid Intensive Care: una rete di terapie intensive con 146 posti letto sempre utilizzabile, per assistere pazienti che si sono ammalati o si potrebbero ammalare di Coronavirus. La rete, infatti, sarà strutturale: oggi serve per questa emergenza, ma rimarrà in futuro a disposizione per affrontare eventuali, diverse necessità sanitarie che richiedono il ricorso alla terapia intensiva e sub-intensiva. A disposizione dell’Emilia-Romagna e di tutto il Paese.

Già avviata, da parte delle Aziende sanitarie, la progettazione degli interventi. Si tratta dell’Ospedale Maggiore di Parma, del Policlinico Sant’Orsola e dell’Ospedale Maggiore a Bologna, del Policlinico e dell’Ospedale Civile di Baggiovara a Modena e dell’Ospedale Infermi a Rimini. Le strutture assisteranno pazienti Covid con una modalità in rete rispetto alle terapie intensive regionali, facendo fronte a tutte le situazioni previste. Anche nel caso la curva epidemiologica si attenuasse in Emilia-Romagna ma si acutizzasse in altre regioni del Paese.

La nuova dotazione si aggiunge a quella messa in atto fino ad ora grazie al Piano regionale di rafforzamento dei posti letto realizzato da Piacenza a Rimini all’interno della rete ospedaliera. All’8 aprile, in Emilia-Romagna si è raggiunto un totale di 690 posti letto di terapia intensiva, di cui 573 per pazienti Covid e 117 per pazienti non Covid. A questi, si sommano 4.544 posti letto ordinari per pazienti Covid.

Il progetto è stato presentato in diretta Facebook dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, insieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, e all’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. "Dopo giorni davvero bui - dice Bonaccini - cominciamo a vedere uno spiraglio di luce, ma ciò non significa assolutamente abbassare la guardia, anzi. Qui con il Piano di rafforzamento della rete ospedaliera realizzato assieme alle Aziende sanitarie abbiamo triplicato il numero di posti letto in terapia intensiva e moltiplicato ancora di più quelli nei reparti Covid. Allo stesso modo dobbiamo essere pronti per i prossimi mesi e il futuro, in modo stabile”. “Anche se gli ultimi dati parlano di una riduzione degli ingressi in terapia intensiva per Coronavirus, è fondamentale continuare a disporre di un numero di posti letto adeguato e dedicato a questi malati e più in generale alle cure intensive, raggiungendo un livello ottimale di adeguatezza", aggiunge l’assessore Donini.

"Siamo dentro a questa crisi, guai a pensare che i segnali incoraggianti che arrivano, come il primo alleggerimento delle terapia intensive siano uno scampato pericolo. Cogliamo i primi frutti di sacrifici enormi, ma siamo ancora dentro questa crisi, ci sarà bisogno ancora di una stagione di grande rigore per non vanificare il lavoro straordinario fatto. Basta poco, anche una leggerezza in più". ha spiegato il ministro Speranza.

Migration

La provincia di Rimini resta 'zona arancione' fino al 3 maggio

Reiterare le 'disposizioni restrittive' adottate sul territorio riminese. Lo chiedono al presidente della Regione Emilia- Romagna Stefano Bonaccini "tutti i sindaci della provincia di Rimini all'unanimità, il presidente della Provincia, unitamente al prefetto nell'ambito dell'unità di crisi, sentite le autorità sanitarie e letta la relazione epidemiologica del Direttore Generale dell'Aus Romagna Marcello Tonini".

Le istituzioni locali, si legge in una nota della Provincia, "hanno condiviso all'unanimità di chiedere di reiterare tutte le disposizioni restrittive" previste dalla normativa in vigore "sulla chiusura di tutte le attività produttive e commerciali, oltre che le ordinanze regionali sulle limitazioni della mobilità personale e chiusura di parchi e giardini e cinturazione del territorio provinciale con la permanenza di blocchi e varchi presidiati".

Si tratta, viene osservato, di una decisione "sicuramente sofferta ma anche ampiamente ragionata".

In ogni caso, in vista dell'emanazione di un'ordinanza regionale "di proroga al 3 maggio 2020 di tutte le disposizioni già in atto in questa provincia, all'interno della quale non si applicheranno le norme meno restrittive del Dpcm emanato ieri dal Governo - viene sottolineato ancora - la situazione è monitorata dall'unità di crisi ora per ora e, d'accordo con il presidente Bonaccini, laddove si determinassero le condizioni, saranno prese in considerazione le ragioni di una eventuale rimodulazione delle disposizioni locali".

Oltre 10mila volontari per aiutare i più bisognosi

Oltre 10mila, provenienti da 550 associazioni, i volontari che si sono mobilitati, affiancando la Protezione civile, per fare fronte ai bisogni della popolazione più vulnerabile. Questi i numeri che raccontano l’impegno portato avanti dal Terzo settore e dal mondo del volontariato dell’Emilia-Romagna, nella gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus: dalla consegna di spesa, farmaci e altri beni di prima necessità, alle attività di ascolto e sostegno psicologico a distanza rivolte a persone in condizione di solitudine; fino ad interventi di accoglienza e sostegno delle persone particolarmente vulnerabili.    

La Regione Emilia-Romagna, in primo luogo, si è impegnata nel farsi parte attiva con il Governo affinchè nei decreti di conversione le misure messe in campo- in particolare quelle riferite all’ accesso agevolato al credito e sospensione dei mutui - siano estese anche al mondo del Terzo Settore, e a studiare altre azioni di supporto.

Si è discussa anche la necessità di rafforzare la comunicazione sulle attività di sostegno alle persone disponibili in regione e di rafforzare il volontariato nelle Aree interne, per assicurare prossimità alle persone anche in luoghi dove è meno ricca l’offerta di servizi, compresi quelli di volontariato; lo scambio di esperienze e l’attivazione delle reti informali possono rappresentare in questo momento un aiuto importante.