Coronavirus Emilia Romagna, più guariti che nuovi malati

Sono 83 i nuovi decessi, i dati per provincia. Stop della Regione ai test sierologici in laboratori privati: non sono affidabili

Un medico del Sant'Orsola di Bologna (foto Schicchi)

Un medico del Sant'Orsola di Bologna (foto Schicchi)

Bologna, 15 aprile 2020 - Lo 'spoiler' arriva a metà pomeriggio ed è come un raggio di sole che accarezza il viso. "Oggi è il primo giorno che in Emilia-Romagna il numero dei guariti supera quello dei nuovi casi positivi". L'autore dell'anticipazione sul report giornaliero è del sottosegretario alla presidenza della Regione Davide Baruffi. "Mi pare una bellissima notizia", aggiunge.

I numeri sciorinati poco dopo dal commissario straordinario Sergio Venturi non partono bene: i nuovi decessi in regione sono 83. "Un numero rilevante - ammette Venturi - che ricorda che non tutti sono decessi di ieri, alcuni sono accertamenti autoptici di morti avvenute nei giorni scorsi e nelle scorse settimane". Però, subito dopo arriva la conferma: oggi per la prima volta i dati dei guariti (395) superano quelli dei nuovi malati (277). "Un fatto che ci ridà fiato", ammette Venturi. Calano anche i ricoverati: meno 3 in terapia intensiva e meno 85 nei reparti covid.

Venturi ha anche annunciato un'imminente stretta sui test sierologi fatti da laboratori privati "non affidabili": domani - ha anticipato - sarà emessa un'ordinanza della Regione in merito.

Le vittime

I nuovi decessi sono dunque 83 (arrivati complessivamente in Emilia-Romagna a 2.788: 9 residenti nella provincia di Piacenza, 10 in quella di Parma, 17 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 19 in quella di Bologna (nessun caso registrato nell’imolese), 4 in quella di Ferrara, 3 in provincia di Ravenna, 7nella provincia di Forlì-Cesena (5 nel forlivese e 2 nel cesenate), 5 in quella di Rimini; nessun decesso di persone di fuori regione.

I contagi

Sono 277 i nuovi contagi in regione: 3.223 a Piacenza (56 in più rispetto a ieri), 2.616 a Parma (34 in più), 3.982 a Reggio Emilia (35 in più), 3.217 a Modena (37 in più), 3.035 a Bologna (60 in più), si fermano per il secondo giorno consecutivo a 345 le positività registrate a Imola,649a Ferrara (14 in più). In Romagna sono complessivamente 3.962 (41 in più), di cui 889 a Ravenna (9 in più),736 a Forlì (12 in più), 588 a Cesena (11 in più), 1.749 a Rimini (9 in più).

I guariti

Le persone complessivamente guarite salgono a 4.664 (+395): 2.200 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 2.464 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

I malati

Complessivamente, 8.966 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (-50 rispetto a ieri). 325 i pazienti in terapia intensiva: tre in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (- 85).

I numeri

Mentre la malattia colpisce quasi indistintamente uomini e donne, i decessi riguardano al 63% gli uomini e il 36% le donne. Guardando le fasce d'età, invece, non ci sono stati decessi di persone sotto ai trent'anni. Il picco dei decessi è tra gli 80 e i 90 anni. "Anche perché in quella fascia d'età ci sono molte patologie corniche come diabete, ipertensione", spiega Venturi.

Sul fonte dei contagi, la curva dei contagi mostra come il picco sia stato nella settimana 22-26 marzo. "La settimana terribile in cui abbiamo avuto 4mila casi in 5 giorni", ricorda Venturi.

I test

"Noi non siamo sicuri che i test sierologici che vengono offerti dai laboratori siano efficaci. Ce ne sono 200 in commercio e i nostri medici e ricercatori ne hanno selezionati per ora solo 3 o 4. Visto che siamo in stato di emergenza, ci prendiamo la responsabilità di dire che questi esami non si fanno dai privati. La giunta domani, con una delibera, si pronuncerà ufficialmente: stabilirà che ci sono soggetti come il Servizio sanitario che si fa carico di fare test e tamponi a una serie di categorie che garantiscono la sicurezza di questa regione", ha spiegato Venturi. "La delibera stabilità che i laboratori privati potranno candidarsi a lavorare per conto del pubblico - ha aggiunto - perché ci stiamo preparando alla riapertura delle produzioni e avremo bisogno di molti test, ma sotto criteri di sicurezza che stabilirà la Regione  Emilia-Romagna. Oggi non è un momento di toglierci una curiosità: se non abbiamo sintomi non abbiamo il Covid. Chi ha un congiunto nelle case positivo farà un tampone. Per il resto la nostra curiosità la vedremo soddisfatta quando saremo sicuri che possa essere offerto ai cittadini un test valido. E ci vorrà ancora un po' di tempo".

Mascherine per tutti

L'Emilia Romagna intanto sta già pensando alla fase due dell'emergenza Coronavirus. "Non ci possiamo permettere che non ci siano le mascherine. Altrimenti lavoratori non devono lavorare". A dirlo forte e chiaro, durante la diretta con i cittadini di oggi è l'assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla, all'indomani del vertice del patto per il lavoro con le forze economiche e sociali sulla cosiddetta fase due. Nei tavoli provinciali che partiranno in tutta la regione sul modello di Bologna "ci saranno anche i servizi ispettivi - sottolinea Colla- chi non sta alle regole si dovrà fermare"

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Colla conferma le priorità per la ripartenza, export e lavori pubblici. "Si apre una fase - dice - in cui dobbiamo iniziare a pensare che questo  aese non può stare con milioni di lavoratori in cassa integrazione per molto tempo". Bisogna ripartire insomma "pur in presenza del coronavirus", in particolare "aprire in sicurezza le filiere che hanno valenza internazionale", ad esempio quella dell'automotive, e i cantieri pubblici, dove secondo l'assessore ci possono essere i requisiti di sicurezza.

Anche il governatore Stefano Bonaccini pensa alla ripartenza e fa il punto dopo  l'incontro con tutte le parti sociali nel Patto per il Lavoro regionale. "Mentre gestiamo l'emergenza sanitaria, costruiamo le condizioni per la nuova fase. Obiettivo: Tavoli provinciali per la sicurezza nei luoghi di lavoro, Protocolli operativi condivisi, piena disponibilità di dispositivi di protezione individuale, sistemi di sanificazione, distanze previste. Nessun via libera in assenza di questi requisiti". Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Emilia-Romagna all'indomani dell'incontro in videoconferenza con tutte le parti sociali nel Patto per il Lavoro regionale.

"Siamo partiti - scrive Bonaccini - da una priorità, garantire condizioni di piena sicurezza per tutti i lavoratori, e deciso insieme di definire in una settimana un progetto da sottoporre al Governo che permetta una graduale ripresa delle attività nelle filiere a valenza internazionale - con l'export asse portante dell'economia regionale - e di far avanzare i cantieri delle opere pubbliche. Intanto, pronti due milioni di mascherine per lavoratori e lavoratrici".