Coronavirus Emilia Romagna 19 aprile, oltre tremila morti da inizio epidemia

Altri 58 decessi. I nuovi contagi sono 376, i ricoveri calano ancora. I numeri per provincia. Fase 2, Bonaccini: "Pronti a riaprire per filiere anche dal 27 aprile"

Oltre tremila morti in Emilia Romagna dall'inizio dell'epidemia di Coronavirus (Ansa)

Oltre tremila morti in Emilia Romagna dall'inizio dell'epidemia di Coronavirus (Ansa)

Bologna, 19 aprile 2020 - Coronavirus, altri 58 morti in Emilia Romagna, i decessi sono sono arrivati a 3.023 dall'inizio dell'epidemia. Nell'aggiornamento di oggi, i nuovi casi di positività sono 376 in più rispetto a ieri, numero che porta a  22.560 i contagi riscontrati fino ad oggi nella nostra regione. 

Leggi anche Coronavirus, Bonaccini "Le scuole non possono riaprire per ora"

Aumentano le guarigioni: 350 le nuove registrate oggi. I test effettuati hanno raggiunto quota 124.916, 3.696 in più rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle 12 di oggi - relativi all’andamento dell’epidemia e comunicati dalla Regione in una nota.

Come detto, i decessi in più rispetto a ieri sono 58:  28 uomini e 30 donne. Complessivamente in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.023. I nuovi riguardano 15 residenti nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 6 in quella di Reggio Emilia, 8 in quella di Modena, 12 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, nessuno in provincia di Ravenna, 3 nella provincia di Forlì-Cesena (nessuno nel forlivese e 3 nel cesenate), 5 in quella di Rimini. Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.369 a Piacenza (70 in più rispetto a ieri), 2.813 a Parma (45 in più), 4.318 a Reggio Emilia (101 in più), 3.390 a Modena (50 in più), 3.385 a Bologna (60 in più), 355 le positività registrate a Imola (1 in più), 771 a Ferrara (12 in più). In Romagna sono complessivamente 4.159 (37 in più), di cui 926 a Ravenna (5 in più), 811 a Forlì (15 in più), 604 a Cesena (4 in più), 1.818 a Rimini (13 in più).

Complessivamente, 9.204 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (38 in più rispetto a ieri). 289 i pazienti in terapia intensiva: 7 in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-68).  Le persone complessivamente guarite salgono a 5.985 (+350): 2.168 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 3.817 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Leggi anche Qual è il test sierologico scelto dalla Regione Emilia RomagnaTest sierologici: un italiano su dieci ha gli anticorpi - Mascherine a prezzo bloccato - Italiani stanchi del lockdown. Uno su 2 vuole riaprire

"Ci stiamo preparando col governo alle ‘3 T’: tracciamento, test, trattabilità", aveva spiegato ieri  il commissario emiliano romagnolo per l’emergenza Coronavirus Sergio Venturi. "Il segreto sarà questo. I positivi - ha sottolineato - avranno un kit e inoltre dovremo tenere separati i percorsi ospedalieri dei malati Covid dagli altri£. Quanto ai test sierologici, Venturi aveva ribadito la scelta di bloccare per ora l’attività non pubblica: "Gli esami nei laboratori privati si faranno - ha detto - ma prima dobbiamo certificare che siano efficaci".

Fase 2, Regioni pronte anche dal 27 aprile

Sull'apertura "di nuove attività produttive lo decide solo il governo, le Regioni possono solo decidere restrizioni. Ieri, come presidente della Conferenza delle Regioni, insieme ad altri presidenti abbiamo presentato alcune proposte al governo. La prima: noi siamo pronti, dal 27 aprile o dal 4 maggio, a immaginare che alcune attività produttive possano riaprire". Lo afferma il presidente della Regione Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a 'Live', sulle riaperture dopo il lockdown. Tra le attività da riaprire, "prioritarie le manifatture con alta vocazione di export e i cantieri dell'edilizia", ha continuato.

Sanità, nuovo personale sanitario volontario: 20 infermieri e 16 medici 

E’ arrivato ieri pomeriggio all’aeroporto di Orio al Serio un nuovo contingente di infermieri della task force del Dipartimento nazionale di Protezione civile che è stato suddiviso fra varie regioni: 71 infermieri dove la quota per l’Emilia-Romagna è di 20 infermieri. Si tratta del terzo contingente dall’inizio dell’emergenza: in totale 54 infermieri per la nostra regione. Funzionari dell’Agenzia si sono recati ieri all’aeroporto di Bergamo con 7 pulmini per accompagnare i 20 nuovi infermieri nelle strutture già individuate dalla sanità regionale (4 a Bologna, 5 a Ferrara, 4 a Modena, 2 a Parma, 1 a Piacenza, 2 a Reggio Emilia, 2 in Romagna). Pernottamento e vitto sono assicurate dalle AUSL territoriali.

Con l’arrivo nella giornata di venerdì 17 aprile all’aeroporto di Bologna, del quarto contingente di medici della task force nazionale (59 medici di cui 16 destinati all’Emilia-Romagna) si sono raggiunte le 56 unità totali dall’inizio dell’emergenza per la nostra regione. Le assegnazioni territoriali del nuovo contingente in Emilia-Romagna sono state: 3 a Bologna, 2 a Ferrara, 2 a Modena, 2 a Parma, 2 a Piacenza, 2 a Reggio Emilia, 3 in Romagna. Le altre regioni dove si sono recati i medici dell’ultimo arrivo sono Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Trentino, Valle D’Aosta

Leggi anche Coronavirus, la spiaggia di Rimini fa il giro del mondo e finisce anche sulla Bbc

Bonaccini: "Sostegno all'infanzia"

"Affrontare le riaperture tenendo conto del sostengo all’infanzia, verificando soluzioni per la cura dei bambini in considerazione della chiusura di scuole, nidi e centri estivi - a ribadirlo è il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, con un post sul suo profilo Facebook -. Possibilità di consentire, nel rispetto delle regole, una graduale ripresa della socialità dei bambini. Necessità di concordare col Ministero dell’istruzione progetti specifici per la riapertura delle scuole che consentano una adeguata programmazione di tutte le attività necessarie correlate".

"Questo, come Regioni, abbiamo chiesto al Governo, in previsione della riapertura graduale delle attività produttive. E, in ogni caso, per la ripresa della socialità dei nostri figli e nipoti. In Emilia-Romagna nei prossimi giorni ne discuteremo insieme agli amministratori locali e parti sociali", conclude il governatore.