Coronavirus Emilia Romagna 20 aprile, altri 56 morti. "Le scuole per ora non riaprono"

Sono 307 i nuovi casi, i dati per provincia. Bonaccini: ripartenza per filiere dal 27 aprile. Azzeramento dei contagi: ipotesi fine maggio

Emilia Romagna, in calo il trend dei contagi (Ansa)

Emilia Romagna, in calo il trend dei contagi (Ansa)

Bologna, 20 aprile 2020 -  Resta ancora alto il numero dei decessi, diminuisce il trend dei contagi, i guariti sono oltre seimila dall'inizio dell'emergenza: questo emerge dal bollettino di oggi trasmesso in diretta Facebook dal commissario ad acta Sergio Venturi, che ha sottolineato "il numero in riduzione" dei nuovi casi positivi "che speriamo si riduca ancora" e "i dati di Modena, tra i più tranquillizzanti".

L'aggiornamento del 21 aprile

In Emilia Romagna sono 22.867 i casi di positività al Coronavirus, 307 in più rispetto a ieri. Aumentano le guarigioni: 281 in più di ieri. I decessi in più, che non si riferiscono però solo alle ultime 24 ore, sono 56. 

I test effettuati hanno raggiunto quota 129.530, 4.614 in più. Questi i dati - accertati alle 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia e diffusi dalla Regione.

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Si  registrano 56 decessi in più rispetto all'ultimo bollettino: 25 uomini e 31 donne. I morti da inizio epidemia sono arrivati complessivamente a 3.079 in Emilia Romagna, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi riguardano 12 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 12 in quella di Reggio Emilia, 8 in quella di Modena, 8 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 3 in quella di Ferrara, 1 in provincia di Ravenna,1 nella provincia di Forlì-Cesena (nel cesenate), 5 nella provincia di Rimini.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.393 a Piacenza (24 in più rispetto a ieri), 2.887 a Parma (74 in più), 4.352  a Reggio Emilia (34 in più), 3.411 a Modena (21 in più), 3.466 a Bologna (81 in più), 356 le positività registrate a Imola (1 in più), 787 a Ferrara (16 in più). In Romagna sono complessivamente 4.215 (56 in più), di cui 934 a Ravenna (8 in più), 821 a Forlì (10 in più), 614 a Cesena (10 in più), 1.846 a Rimini (28 in più).

Calano le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (complessivamente 9.141, 63 in meno rispetto a ieri). 283 i pazienti in terapia intensiva: sei in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-22).

Le persone complessivamente guarite salgono a 6.266 (+281): 2.162 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 4.104 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Venturi tranquillizza: "Non ci sentiamo più impotenti nei confronti di questa malattia, ci stiamo forgiando per ulteriori eventuali evenienze. Non so se ci saranno altre ondate in autunno, nel caso ci faremo trovare pronti, senza troppe sorprese. Siamo di fronte a una malattia molto seria ma che stiamo prendendo ora con sintomi più lievi e riusciamo ad affrontarla con una terapia molto precoce". 

All'inizio dell'epidemia - spiega l'ex assessore regionale alla salute - i pazienti affetti da Covid-19 avevano "il 30% del tessuto alveolare compromesso, ora va invece molto meglio. Reputo che in questa fase dell'epidemia ci siano state modifiche, il virus ha cambiato vestito e ha subito mutazioni.".

"Penso che potremo accontentarci nelle prossime settimane ad arrivare vicino alla quota zero contagi - conclude -.  Tutti i virologi sanno che dovremo convivere con questa malattia, qualche caso qua e là ci sarà ancora ma la malattia sarà sotto controllo. Fino a che il virus sparirà o fino a quando non ci sarà un rimedio definitivo. Adesso siamo tra il semaforo giallo e il semaforo verde, anche se la situazione da Piacenza a Rimini si presenta diversificata". 

​Bonaccini: "Le scuole non possono riaprire, per ora"

Le scuole? Per ora, non possono riaprire secondo il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. "Sono luoghi di tale assembramento che rischierebbero di creare ulteriori problemi fino a che non ci sarà dato il via libera dal punto di vista scientifico e sanitario". Bonaccini lo ha ribadito forte e chiaro, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni  durante un'intervista a RaiNews24. Ha poi parlato della necessità dell'obbligo delle mascherine, in vista della Fase 2. "Ma il Governo decida e faccia presto", anche se la sua fiducia in Conte non è in discussione. 

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"Il bisogno di socialità dei bambini è assolutamente necessario - ha spiegato - credo che, a partire dai prossimi centri estivi, bisogna capire come fare e ritornare a prendere una boccata d'aria". Proseguendo il ragionamento sulle famiglie, ha aggiunto: "I sostegni servono assolutamente. Il Governo alcuni li ha messi, le Regioni, a partire dalla mia, li vogliono mettere. Credo, però, che sia un tema che vada affrontato perché non ne sta parlando nessuno".

"Mascherine, il Governo detti le linee guida"

"Abbiamo chiesto al Governo di dare linee guida sul tema dei dispositivi di protezione individuali. Faccio un esempio: le mascherine servono per evitare il contagio? Bene, si dica che servono, sono obbligatorie a livello nazionale, mettendo anche a fianco una sanzione per chi non rispetta il suo utilizzo".

Ripartenza dal 27 aprile per alcune filiere

"In Emilia Romagna siamo pronti a riaprire già dal 27 aprile, ma vanno fornite linee guida nazionali. C'è un protocollo firmato da sindacati e imprese che pero' andra' aggiornato - dice Bonaccini -. Ho piena fiducia in Conte, ma dico che bisogna fare in fretta a prendere decisioni per far riaprire certi luoghi di lavoro come le aziende del manifatturiero che abbiano vocazione internazionale, dall'automotive alla ceramiche, dalla moda al legno, nessuno dice che devono ripartire i bar o la ristorazione".

Niente plexiglass in spiaggia

Niente gabbie plexiglass in spiaggia. Ma ombrelloni distanziati e steward negli stabilimenti per mantenere le condizioni di sicurezza. Più servizio in camera per mangiare in albergo. E' la ricetta per fare ripartire il turismo in Emilia-Romagna, declinata anche questa mattina a Rainews24 dal governatore Stefano Bonaccini. "Noi pensiamo a spiagge che non vedano i plexiglass- afferma Bonaccini- perché quella non può essere la risposta". Al contrario servono "ombrelloni distanziati, molto piùdi oggi", e "uno steward in ogni stabilimento per dare una mano a contenere le distanze e aiutare coi dispositivi di protezione". Quanto al mangiare, aggiunge Bonaccini, "il servizio può essere fatto direttamente in ogni ombrellone e, negli alberghi, in ogni camera o terrazza dove si puo' mangiare, senza mettere le persone tutte insieme".

Turismo

In altre parole, afferma il presidente, anche nel turismo "potremo via via ripartire se lo faremo con la testa sulle spalle. E' evidente che però servono molte risorse, perché quello è il settore tra i più colpiti e che rischia di più". Anche per questo, manda a dire Bonaccini, "spero che presto venga attuato quello che Franceschini ha definito un bonus vacanze per le famiglie, da spendere solo nelle strutture ricettive di questo Paese per far ripartire il turismo". L'Emilia-Romagna, assicura il governatore, si sta preparando. "E' gà pronto un protocollo insieme a tutte le associazioni del turismo e alberghiere. E' evidente che il turismo importa persone e quindi il problema c'è. Però è anche vero che cè' un turismo prevalentemente nazionale e in questo caso ci potrebbe avvantaggiare", sostiene Bonaccini.

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Azzeramento dei contagi: ipotesi fine maggio in Emilia Romagna

In Emilia-Romagna e Toscana l'assenza di nuovi casi si potrà verificare non prima della fine di maggio. In Lombardia e Marche non prima della fine di giugno. Nelle altre Regioni l'azzeramento dei contagi potrebbe avvenire, invece, già tra la terza settimana di aprile e la prima settimana di maggio. Queste le proiezioni dell'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, coordinato da Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all'Università Cattolica, che prevede tempistiche diverse nelle Regioni per la fine dell'emergenza Covid-19. L'Osservatorio, spiega il direttore scientifico Alessandro Solipaca, "ha effettuato un'analisi, regione per regione, con l'obiettivo di individuare la data a partire dalla quale è verosimile attendersi l'azzeramento dei nuovi contagi e si basa sui dati messi a disposizione dalla Protezione Civile fino 17 aprile". Secondo le proiezioni, a uscire per prima dal contagio da Covid-19 sarebbero la Basilicata e l'Umbria, che il 17 aprile contavano rispettivamente solo 1 e 8 nuovi casi.

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