Coronavirus Emilia Romagna 22 marzo, oltre 100 vittime e boom di contagi

L'ultimo bollettino della Regione con i numeri città per città. Il bilancio totale dei contagiati arriva a 7.555 positivi e 816 i decessi

Coronavirus, sanitari protetti da mascherine (Frascatore)

Coronavirus, sanitari protetti da mascherine (Frascatore)

Bologna, 22 marzo 2020 -  Ottocentocinquanta nuovi casi di contagio da coronavirus nella nostra regione e 101 nuove vittime. Questo il dato fornito dal consueto bollettino della regjone Emilia Romagna e aggiornato alle 12 di oggi. I casi di positività arrivano così quota 7.555. Sono 28.022 i campioni refertati, con 3.402 test in più sempre rispetto a ieri. 

AGGIORNAMENTO / Il punto di oggi

Questi i dati relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna. Complessivamente, sono 3.226 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (363 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 269, 4 in più rispetto a ieri.

Leggi anche La bozza finale del decreto di Conte: stop spostamenti da un Comune all'altro

I contagi

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.765 (72 in più rispetto a ieri), Parma 1.209 (195 in più), Reggio Emilia 1.167 (190 in più),  Modena 1.010 (104 in più), Bologna 674, con 64 casi in più (di questi 496 a Bologna, +49, e  178 a Imola, + 15),  Ferrara 150  (27 in più rispetto a ieri), Ravenna 309 (22 in più), Forlì-Cesena 329 (di cui 155 a Forlì, 29 in più rispetto a ieri, e 174 a Cesena, +31),  Rimini 942 (116 in più). 

I decessi 

Crescono purtroppo i decessi, passati da 715 a 816: 101, quindi, quelli nuovi, di cui 36 donne e 65 uomini. Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse, anche plurime. I nuovi decessi riguardano 33 residenti nella provincia di Piacenza, 22 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (di cui 1 del territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 3 in quella di Ravenna, 1 a Forlì, 7 in quella di Rimini. Una vittima era residente fuori regione.

“È positivo il fatto che, con gli ulteriori 850 casi positivi, abbiamo ‘consumato’ solo 4 posti letto in terapia intensiva in più- commenta il commissario ad acta per l’Emergenza Coronavirus, Sergio Venturi -:  significa che i casi sono meno gravi. Per i prossimi giorni ci aspettiamo dati più positivi. Anche oggi, purtroppo - ha aggiunto-, c’è l’immenso dolore per i decessi: i numeri rispecchiano l’evoluzione della malattia, fotografano la situazione passata e non il presente, esattamente come i tamponi”.

Le guarigioni

Le guarigioni raggiungono quota 349 (20 in più rispetto a ieri), 323 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 26 sono dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Posti letto aggiuntivi

Quelli già allestiti sono 3.454, 149 in più di ieri. Da Piacenza a Rimini, continua il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Nella giornata di oggi sono stati infatti allestiti altri 149 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 3.305 a 3.454, tra ordinari (2.987, +116) e di terapia intensiva (467, +33).

Nel dettaglio, rimane costante il dato della provincia di Piacenza (589, con 40 posti in terapia intensiva; restano confermate la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo con 120 posti letto attivati complessivamente). Gli aumenti riguardano quella di Parma, con 801 posti letto attivati ad oggi (61 di terapia intensiva), 547 a Reggio Emilia (51 di terapia intensiva), 393 a Modena (98 terapia intensiva). 534 i posti nell’area metropolitana di Bologna e Imola, sostanzialmente invariati (di cui 111 terapia intensiva), così come a Ferrara con 100 (28 terapia intensiva). In aumento anche quelli attivati in Romagna, che raggiungono quota 490 (in particolare: 229 Rimini, di cui 35 per terapia intensiva; 100 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 55 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 73 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 24 Lugo, di cui 6 per terapia intensiva; 9 a Faenza).

Mascherine e guanti sterili

Dal Dipartimento nazionale di Protezione civile sono pervenute, nella giornata di oggi, 11.000 mascherine ffp2, 230.000 guanti sterili e 96.000 mascherine chirurgiche; altri dispositivi sono attesi in serata.

Linea dura

Ancora una volta l’Emilia Romagna non segue il Governo e sceglie la linea dura. Supermercati chiusi la domenica, a partire da oggi e anche la prossima settimana, dato che l’ultima ordinanza firmata da Stefano Bonaccini scadrà il 3 aprile.

"I lavoratori di quel settore hanno diritto a un sacrosanto riposo", sottolinea il governatore, guadagnandosi l’applauso dei sindacati, che da tempo insistevano per uno stop agli alimentari: "È una scelta responsabile, che limiterà gli spostamenti e non limiterà la fornitura di beni», esultano le categorie di Cgil, Cisl e Uil.

L’ennesima stretta era nell’aria da tempo. La Regione ha atteso un segnale dal Governo per evitare di andare ancora una volta in solitaria. Ma una volta che da Roma è trapelato il ‘no’ alla chiusura festiva, mezza Italia ha deciso di fare per conto proprio: l’Emilia Romagna si è così accodata a Veneto, Friuli, Sicilia, Campania e Calabria.

Migration

Uno stop con effetto immediato, che non risparmia nessuno: durante i festivi non potranno aprire nemmeno le attività di commercio all’ingrosso, quelle nei centri commerciali e non si faranno mercati e fiere, mentre resteranno aperti edicole, farmacie e parafarmacie.

"Questa misura – ricorda Bonaccini – era già stata annunciata autonomamente da alcuni grandi gruppi di distribuzione", come Coop e Conad, mentre Esselunga e Pam avevano annunciato una riduzione degli orari.

Inoltre, "i lavoratori operano da settimane in condizioni molto difficili e in modo continuativo" e, in fondo, l’obiettivo resta quello di prevenire un deflagare dell’emergenza in un territorio che per ora tiene di fronte all’avanzata del virus: "Sappiamo di chiedere alle persone un sacrificio, ma dobbiamo ridurre ulteriormente gli spostamenti, le uscite e le occasioni di contatto".

I sindacati approvano la Regione e bacchettano, invece, il Governo: "Sarebbe stata opportuna una norma omogenea su tutto il territorio nazionale, bravo Bonaccini che ha preso una decisione importante e noi lo sosteniamo".

Nell’ordinanza è prevista anche una stretta sui cimiteri: saranno chiusi quelli comunali, ma verranno garantiti i servizi di trasporto, ricevimento, inumazione, tumulazione e cremazione delle salme.

f.d.p.

L'ordinanza