Coronavirus Emilia Romagna 30 marzo, calo netto dei nuovi casi. "Mai così pochi"

La soddisfazione del commisario Sergio Venturi: "Però aspettiamo conferme". Ma i decessi restano tanti: 95. La mappa per provincia

Partiti in tutta l'Emilia Romagna i tamponi 'drive in'

Partiti in tutta l'Emilia Romagna i tamponi 'drive in'

Bologna, 30 marzo 2020 - La buona notizia che tutti attendevano è arrivata: 412 nuovi malati, nemmeno un terzo dei tamponi refertati. "Mai visto un numero così basso, se fosse confermato sarebbe un deciso decremento. Non voglio illudere nessuno, nemmeno me stesso", avvisa il commisario straordinario all'emergenza Covid, Sergio Venturi che poi aggiunge: "Azzeramento dei casi a fine aprile? Se avvenisse prima sarei felice". Il numero tatale dei malati in regione è così salito a 13.531.

Aggiornamento: le notizie del 31 marzo

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Venturi ha fatto anche il punto sulle mascherine: "Stiamo rifondendo con numeri sufficienti i nostri operatori e ora abbiamo attivato riconversioni e canali di approgionamenti e quindi - spiega - tra una quindicina di giorni conto che ne troveremo anche in farrmacia per chi di noi le ha bisogno". Lo stesso vale per i test: "Se ci sono sintomi l'esame sierologico viene fatto. Se non ci sono sintomi non ha senso farlo. Ma - puntualizza il commissario - non ha senso fare test trovati sul web che non danno nessuna garanzia".

Aumentano anche i guariti: altre 86 persone sono uscite dall'incubo covid. Sono attualmente 351 le persone che stanno lottando per la vita nelle terapie intensive degli ospedali emiliano romagnoli, sono 18 più di ieri. Oltre 5.000 (5.016) i posti letto aggiuntivi già allestiti su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini. Inoltre, da offi sono attive le tende per i tamponi Tamponi ‘drive through’ nel Reggiano.

Le vittime

Resta dolente la conta delle vittime: oggi sono stati 95 (69 uomini e 26 donne), portando la terribile conta a 1.538 vite spezzate dal nuovo coronavirus.  nuovdecessi riguardano 21 residenti nella provincia di Piacenza, 25 in quella di Parma, 12 in quella di Reggio Emilia, 14 in quella di Modena, 16 in quella di Bologna, 2 in quella di Ravenna, 4 in quella di Rimini, 1 decesso si riferisce a un residente fuori regione. Pertanto, nessun nuovo decesso si registra nel territorio imolese, nella provincia di Ferrara né in quella di Forlì-Cesena.

Il contagio

Ecco la mappa dei malati di covid-19: Piacenza 2.516 (41 in più rispetto a ieri), Parma 1.859 (50 in più), Reggio Emilia 2.208 (62 in più), Modena 2.137 (43 in più), Bologna 1.619 (115 in più), Imola 253 (14 in più), Ferrara 306 (6 in più), Ravenna 568 (15 in più), Forlì-Cesena 683 (di cui 343 a Forlì, 25 in più rispetto a ieri, e 340 a Cesena, 16 in più), Rimini 1.382 (25 in più). Buone notizie per Medicina, la prima zona rossa decretata dalla Regione: il focolaio - spiega Venturi - è vicino ad essere dichiarato spento e la terapia domiciliare prosegue. Quando scadrà l'ordinanza? "Valuteremo cosa fare".

Su Modena specifica: "La città è ancora nel picco, arriverà il calo anche qui. La nostra regione è molta ampia, non possiamo avere tutte le città allo stesso punto, ma l'importante è progredire".

E poi un focus di Ferrara: "Quando sarà finita andremo a studiare perché Ferrara abbia resistito così bene: forse perché è una zona malarica o forse perché c'è la talassemia - dice Venturi - non so perché, ma lo studieremo perché ci interessa per il futuro. Anche perché i casi sono quasi tutti in città, un po' a Comacchio e poi al confine con la provincia di Bologna.

Pronto soccorso

Gli accessi al pronto soccorso testimoniano il calo dell'emergenza: sono state 57 a Piacenza, 75 a Parma, 74 a Reggio, 36 a Modena, 82 a Bologna, 12 a Ferrara, 34 a Ravenna, 42 nella provincia di Forlì-Cesena, 42 a Rimini. Nel momento di picco hanno superato quasi ovunque il centinaio.

 

Il virologo

"Essere molto precoci nella terapia dovrebbe, idealmente, fare guarire il paziente più precocemente, evitare l'evoluzione verso la fase iperinfiammatoria della malattia, quindi fare risparmiare vite e ricoveri in terapia intensiva e in ospedale", è la 'ricetta' spiegata in una call con anestesisti e medici della terapia intensiva, il professor Pierluigi Viale, direttore di Malattie infettive del Policlinico Sant'Orsola di Bologna.

 Nell'incontro virtuale, Viale ha spiegato le fasi dell'infezione da Covid-19 e l'importanza di intervenire velocemente. "In questo momento abbiamo due obiettivi fondamentali: intercettare i pazienti nella fase uno, la fase di malattia iniziale, e metterli subito in trattamento con terapia anti-virale. Se il paziente evolve verso la fase iperinfiammatoria, l'obiettivo è intercettarne precocemente l'inizio per evitare di trovarsi di fronte a casi in cui, probabilmente, il contenimento della risposta infiammatoria eccessiva è molto difficile da fare". Secondo Viale, dunque, Il vero centro della partita si gioca prima della terapia intensiva, si gioca a casa dei pazienti. Abbiamo ricoverato in malattie infettive una nostra infermiera che, da 10 giorni era a casa con 39 di febbre, prendeva la tachipirina e si sentiva un po' meglio e per quello non chiamava. Non deve più succedere questo: il malato che ha la febbre oggi, nell'era Covid, è un malato che, fino a prova contraria, deve essere gestito come un Covid".

In provincia di Bologna è da pochi giorni partita una sperimentazione che porta i medici a domicilio dei malati, con la somministrazione di una cura specifica. 

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I fondi

Lo Stato ha stanziato 400 milioni di euro per "misure urgenti di solidarietà alimentare", ossia per consentire alle persone in stato di bisogno di soddisfare i bisogni più urgenti ed essenziali. I fondi vengono assegnati ai Comuni e da questi sarà gestito ed erogato, privilegiando i criteri di prossimità e sussidiarietà. Il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su criteri nuovi, calibrati per l`esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti (33-50%). Criteri concordati con l`Anci. Ecco la suddivisione tra i Comuni dell'Emilia Romagna: