Coronavirus Emilia Romagna bollettino 5 maggio, altri 39 morti e 100 casi in più

Nuovi contagi, è il dato più basso degli ultimi tempi. Venturi e Bonaccini: "La differenza tra guariti e casi attivi è la più alta d'Italia"

Coronavirus, migliora la situazione in Emilia Romagna (Cavalleri)

Coronavirus, migliora la situazione in Emilia Romagna (Cavalleri)

Bologna, 5 maggio 2020 - C'è anche il Governatore Stefano Bonaccini nella consueta diretta Facebook (che si può seguire anche qui sotto in questo articolo) organizzata dalla Regione Emilia Romagna per diffondere, con l'analisi del commissario ad acta Sergio Venturi l'aggiornamento dei dati sull'andamento dell'epidemia di Coronavirus. 

Oggi la Regione ha comunicato che sabato 9 maggio il commissario Venturi cesserà il suo incarico. Una decisione maturata con il consolidarsi del rallentamento del contagio: la scelta è stata condivisa con lo stesso Bonaccini, che lo aveva voluto in quel ruolo il 5 marzo scorso. E' commosso il ringraziamento del Governatore al commissario. 

"Ravenna è il nostro Molise - afferma durante la diretta Venturi - da diversi giorni non ha né decessi né nuovi casi. Come cattiva notizia c'è il numero dei decessi, che oggi è 39, ma le buone notizie sono tante. Abbiamo meno ricoveri, meno infetti, tanti guariti in più e abbiamo la differenza tra guariti e casi attivi più alta del Paese. L'epidemia è in decisa fase calante". I nuovi contagi sono 100, un terzo in meno di quelli di ieri. E' il dato più basso della fase di discesa. 

In Emilia Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.275 casi di positività, 100 in più rispetto a ieri: aumento fra i più bassi mai registrati finora. I test effettuati hanno raggiunto quota 206.166 (+5.739).

Le nuove guarigioni oggi sono 364 (13.889 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -303, passando dai 8.984 registrati ieri agli 8.681 odierni. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 5.208, fra i più alti nel Paese.

"Questi dati ci danno fiducia - interviene il presidente Bonaccini -. Questa terra si è sempre rialzata e lo faremo anche stavolta, di irrecuperabile ci sono purtroppo le tante, troppe vittime. E' stato straordinario l'impegno del personale medico sanitario in questa epidemia, va ricordato. Nelle prossime settimane raddoppieremo i tamponi e faremo test sierologici a tappeto". 

La mappa del contagio in Emilia Romagna

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.286 a Piacenza (35 in più rispetto a ieri), 3.230 a Parma (3 in più), 4.788 a Reggio Emilia (10 in più), 3.758 a Modena (11 in più), 4.232 a Bologna (28 in più), 387 le positività registrate a Imola (1 in più), 940 a Ferrara (2 in più). In Romagna sono complessivamente 4.654 (10 in più), di cui 986 a Ravenna e910 a Forlì (in entrambi i casi nessuna variazione rispetto a ieri), 715 a Cesena (3 in più), 2.043 a Rimini (7 in più).

Oltre 3700 morti in Emilia Romagna

Si registrano oggi 39 nuovi decessi in più rispetto a ieri: 17 uomini e 22 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.705. I nuovi decessi riguardano 3 residenti nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 4 in quella di Modena, 6 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 3 a Ferrara, 2 in quella di Forlì-Cesena (entrambi nel forlivese), 9 nel riminese. Nessun nuovo decesso a Ravenna e da fuori regione.

Gli altri dati del 5 maggio

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 5.877, -199 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 191 (-8) . Diminuiscono quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-51).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 13.889 (+364): 3.184 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 10.705 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

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Test sierologici a Piacenza

Test sierologici: via libera dalla Regione Emilia-Romagna, nel territorio di Piacenza, a due campagne di screening sierologici utili per la ricerca degli anticorpi, che si sviluppano in presenza del virus Covid-19. I test saranno effettuati dall’Azienda sanitaria piacentina, già a partire dalla prossima settimana, e interesseranno circa 60 mila persone.

“Partiamo da Piacenza con una forte accelerazione nella lotta contro il virus, e questa è la direzione giusta- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-.  Lo screening messo in campo, che può contare anche su dotazioni flessibili come le cliniche mobili, è un ulteriore passo avanti per identificare e isolare i positivi, togliendo il terreno al virus”.

Si partirà con un primo screening di circa 30mila persone conviventi o che sono venute a stretto contatto con soggetti a risultati positivi al Covid-19 dall’inizio dell’epidemia, a cominciare dai conviventi. Si procederà con un secondo screening indirizzato a un campione generico della popolazione, che è in fase di definizione in questi giorni.

Le persone che dovranno essere sottoposte al test saranno chiamate dagli uffici dell’Azienda Usl di Piacenza, e riceveranno nei prossimi giorni una comunicazione ufficiale.

Diversi i punti individuati per il prelievo: la rete delle case della salute e due cliniche mobili. L’azienda Usl di Piacenza, inoltre, in questi giorni valuterà la possibilità di un accordo con i Medici di Medicina generale per poter contare sulla collaborazione della loro rete di ambulatori.

L’obiettivo è riuscire ad analizzare 10mila test a settimana, concludendo quindi le due campagne entro il 20 giugno.

Assalto alle mascherine, ma sono già (quasi) finite

Scatta la fase 2 e le mascherine, le grandi protagoniste della "convivenza con il virus", diventano obbligatorie. Ma con la necessità sempre più impellente di averle sul volto, "l’offerta non riesce ancora a soddisfare la domanda» e «le scorte sono già in esaurimento". L’appello rinnovato arriva da Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia Romagna: "In queste condizioni di mercato, le mascherine finiranno presto. Molte farmacie le hanno già esaurite, altre le stanno esaurendo: è stato fatto tutto il possibile, ora occorrono risposte".

A scuotere l’associazione dei farmacisti era stata soprattutto l’ordinanza firmata dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, che impone la vendita dei dispositivi a 50 centesimi. Una ‘pietra dello scandalo’ che aveva fatto sollevare non pochi dubbi sulla fattibilità della normativa, dato che mantenere i costi di produzione sotto 38 centesimi "risulta praticamente impossibile". "Federfarma si è impegnata all’inizio della pandemia a reperirle, quando eravamo sostanzialmente gli unici aperti – sottolinea il presidente regionale –. Ora, nella fase 2, il contributo si rinnova, ma da giorni i fornitori ci comunicano che non riescono a rientrare nelle spese: le mascherine stanno finendo". 

Le più gettonate sono quelle chirurgiche, pratiche e meno costose, ma sono molto richieste anche quelle lavabili e riutilizzabili, spesso prodotte da aziende italiane. «Le farmacie stanno cercando di tamponare la scarsa disponibilità con queste: i clienti apprezzano – continua Gallina Toschi –, ma non dureremo a lungo. Non possiamo rifornirci importando direttamente, ma passando attraverso distributori intermedi: le spese più grosse arrivano dal trasporto con aerei cargo e il costo è dieci volte superiore a quello di tre mesi fa».

Anche le Ffp2 sono richieste, ma in quantità minore. "Costano di più e sono più tecniche – aggiunge Gallina Toschi –. Ma in generale notiamo consapevolezza e responsabilità: i cittadini hanno capito, ora bisogna dare loro le protezioni e non deludere il loro senso del dovere".

Secondo l’associazione, il problema non sta nel fornire a livello nazionale un prezzo calmierato ("Che in ogni caso, considerando l’Iva, non può essere inferiore a 0,61 centesimi), che anzi viene vista come "un’azione decisiva", quanto piuttosto nel costo in sé. "Non decidiamo noi, ma il mercato – conclude il numero uno regionale dei farmacisti –. A questi costi la situazione non è sostenibile e, se nulla cambierà, ce ne renderemo conto a breve. In regione ci sono quattro milioni di abitanti? Allora servirebbero due milioni di mascherine al giorno: siamo ben lontani da questi numeri".

La Regione, intanto, ha messo in campo un rifornimento massiccio: quattro milioni di mascherine sono state consegnate ieri ai Comuni e altri quattro arriveranno fra due settimane, facendo salire il totale dei dpi consegnati a 12,5 milioni. I Comuni stanno già studiando come farle avere ai cittadini: a Bologna è al vaglio l’ipotesi di distribuirle alle edicole, presidio fondamentale in tempo di pandemia, che potrebbero così donarle gratis insieme ai giornali. Nulla di certo, ma l’ipotesi di trovare in edicola mascherine e Carlino si fa concreta.

- di FRANCESCO MORONI

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