Coronavirus Emilia Romagna, Covid senza sintomi per 7 positivi su 10

Crescono i cittadini che non avvertono la malattia. Pregliasco: "Ottima capacità di tracciamento delle vostre strutture"

Esami in laboratorio; il virologo Pregliasco

Esami in laboratorio; il virologo Pregliasco

Bologna, 26 giugno 2020 - Quanto pesano gli asintomatici nella trasmissione del contagio da Coronavirus? È una delle domande ricorrenti nel dibattito aperto, a volte incandescente, tra gli specialisti. E, forse un po’ a sorpresa, il loro numero nel nostro territorio non è trascurabile. Secondo i dati degli ultimi dieci giorni, in Emilia Romagna il 73% dei positivi non avverte sintomi. Basti pensare al focolaio scoperto all’azienda Bartolini di Bologna, con un’elevata presenza di lavoratori risultati asintomatici.

Professor Fabrizio Pregliasco, partiamo dell’inizio: chi sono gli asintomatici del Covid?

"Persone senza sintomi oppure con manifestazioni banali, ma scoperte positive al tampone", risponde il virologo (nella foto) dell’università degli studi di Milano.

Quindi soggetti contagiosi?

"Attualmente l’ipotesi è che siano meno contagiosi rispetto ai sintomatici, ma, in ogni caso, il rischio c’è e l’attenzione va mantenuta alta. Sicuramente chi starnutisce e tossisce rappresenta un pericolo di contagio ben superiore. Il ruolo dell’asintomatico nel contagio da Covid, come per altre patologie, si è visto che è minore. Ma non si ha ancora una contezza definitiva su quanto sia meno contagioso rispetto al sintomatico".

Ci sono studi in corso?

"Sì, da alcune ricerche dell’Università di Pavia e del San Raffaele di Milano emergono evidenze cliniche che da tempo segnalano una riduzione di casi con sintomatologia e un ridotto ricorso all’ospedalizzazione. Inoltre, sono in corso studi con alcune evidenze virologiche che dimostrano la presenza di casi con bassa carica virale".

Comunque, vale sempre la regola dell’isolamento per gli asintomatici?

"Certo, perché oggi non sappiamo ancora qual è la reale capacità di questi soggetti di trasmettere l’infezione".

E dagli ultimi dati risulta che gli asintomatici sono un numero consistente.

"Per questo rappresentano un problema, alla luce della presenza di diversi focolai non solo in Italia, ma anche in altri Paesi. Penso alla Germania e alla situazione epidemiologica ancora in crescita in Brasile, in India e negli Stati Uniti".

Dobbiamo aspettarci altri focolai?

"È presumibile. A Bergamo, città flagellata dal Covid, gli screening ci dicono che solo il 20% della popolazione ha incontrato il virus, quindi la maggior parte della popolazione italiana è ancora suscettibile al contagio. E se i focolai non sono strettamente controllati, potrebbero trasformarsi in una eventuale seconda ondata in autunno".

La colpisce l’alto numero di asintomatici in Emilia-Romagna?

"No, il risultato dipende dalla grande capacità di individuarli e di tracciamento. Resto ottimista, ma anche prudente sull’evoluzione futura del virus, se continueremo ad adottare le norme che abbiamo imparato nel lockdown: distanziamento sociale, mascherine e lavaggio delle mani".