Coronavirus indice contagi, l’assessore Donini: "Teniamo la guardia alta"

"Nuovi focolai subito intercettati e spenti, la situazione è sotto controllo. I cittadini devono essere responsabili e adottare le misure di prevenzione"

L’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini

L’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini

Bologna, 5 luglio 2020 – L’indice di contagio aumenta anche in Emilia-Romagna. Cosa significa? "Significa che sta aumentando il numero dei positivi sintomatici – spiega Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute –. È evidente che in un quadro come quello della nostra regione, con pochissimi positivi sintomatici, bastano anche solo pochi nuovi casi per far aumentare l’indice. Il valore di 1,28 ufficializzato ieri (venerdì, ndr) dall’Istituto superiore della Sanità si spiega con i focolai alla Bartolini e all’ex Hub di via Mattei a Bologna, entrambi prontamente intercettati, circoscritti e spenti. La situazione, insomma, è sotto controllo. E siamo al lavoro 24 ore su 24 per continuare a monitorare, intercettare e mettere in sicurezza tutte le situazioni che dovessero emergere, sia i casi sporadici, sia eventuali nuovi piccoli focolai. Niente panico quindi, ma neanche sottovalutazione. Un valore Rt di 1,28 indica una tendenza, non dobbiamo abbassare la guardia. Contiamo sul senso di responsabilità dei cittadini, chiamati a mettere in pratica tutte le misure di prevenzione del contagio, a iniziare dall’utilizzo della mascherina. E chiediamo alle aziende di effettuare i test sierologici ai dipendenti: è fondamentale intercettare i casi asintomatici sul nascere".

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Oltre a quelli noti, ci sono altre situazioni sensibili? Magari, come successo a Ravenna, per persone infette arrivate dall’estero? "Per ora non esistono in Emilia-Romagna altre situazioni a rischio. E non deve destare preoccupazione neanche la situazione del Ravennate, dove risiedono alcuni cittadini del Bangladesh rientrati in Italia nei giorni scorsi, di cui poco più di una decina positivi. Non si tratta di un vero focolaio, dato che non c’è stata alcuna diffusione locale del virus. La positività è stata riscontrata dall’Ausl al momento del rientro in Italia e immediatamente è scattato per tutti l’isolamento domiciliare".

Il governatore del Veneto Zaia promette nuove restrizioni dopo l’aumento dei casi: state valutando provvedimenti simili? "In Emilia-Romagna abbiamo un dato confortante. La quasi totalità delle persone venute a stretto contatto con i positivi e che, poi, si sono positivizzate, lo ha fatto quando era già in isolamento. Abbiamo quindi modo di ritenere che non abbiano contagiato altri. Vorrei però approfittarne per porre il tema dei controlli nei confronti di chi entra in Italia da Paesi ad alta densità epidemiologica: queste persone devono osservare il periodo di quarantena di 14 giorni e, nei casi dubbi, fare il tampone. Certo, può diventare complicato intercettare questi casi, perché finora lo abbiamo fatto grazie a segnalazioni spontanee degli interessati o li abbiamo intercettati tramite le attività produttive. Ma sarebbe necessario attivare un meccanismo governativo, non locale, per avviare da subito la quarantena, non appena arrivati in Italia".

Nonostante l’aumento dei casi, i ricoveri stanno calando: c’è in vista una nuova riorganizzazione degli ospedali? "La riorganizzazione degli ospedali per assicurare il rientro alla normalità è un o dei nostri obiettivi principali. Proprio pochi giorni fa abbiamo presentato un piano da 180 milioni di euro che prevede più posti letto in terapia intensiva, la riqualificazione delle aree semi-intensive, la riorganizzazione e la ristrutturazione dei Pronto soccorso in modo da assicurare la separazione dei percorsi all’ingresso e garantire la sicurezza di pazienti e personale, fino al potenziamento del trasporto inter-ospedaliero dei pazienti. Sono previste poi strutture mobili per rispondere a eventuali picchi di fabbisogno di posti letto. La riorganizzazione insomma parte proprio dalle misure di sicurezza, dato che molti parametri organizzativi nel sistema sanitario, dagli spazi ai flussi dei pazienti, andranno ripensati. Siamo già a buon punto sul fronte dei posti di terapia intensiva. Lo standard ministeriale prevede un incremento regionale pari a 0,14 posti letto per mille abitanti; nel nostro caso significa 192 posti in più rispetto ai 449 disponibili, di cui già realizzati 177. Nella maggior parte del territorio, infine, siamo ripartiti con ricoveri programmati e visite ambulatoriali, anche se ci vorrà un po’ di pazienza per recuperare prestazioni sospese a causa dell’emergenza, durante la quale comunque è stata garantita l’attività di urgenza".