Blocco da coronavirus e aria: "Attenti all'equazione, meno inquinamento"

Vanes Poluzzi di Arpae: "Dal 26 febbraio valori di pm10 sotto la soglia. Ma il motore principale del cambiamento restano le perturbazioni"

Vanes Poluzzi di Arpae

Vanes Poluzzi di Arpae

Bologna, 8 marzo 2020 - Vanes Poluzzi, responsabile centro qualità dell'aria di  Arpae Emilia Romagna. Le chiusure da coronavirus che effetti hanno su quello che respiriamo? "Attenzione a chi fa l'equazione tra il blocco e la diminuzione dell'inquinamento".

Torniamo a lunedì 24 febbraio, quando sono state sospese le lezioni.

"Nei giorni precedenti, chiamiamoli di normalità, i valori delle pm10 erano superiori ai limiti di norma. Prendiamo sabato 22 e domenica 23 febbraio: su Bologna avevamo come massimi di pm10 valori di 66 e 58 microgrammi al metro cubo. Ma è stato così su tutta l'Emilia Romagna.  Modena ad esempio il sabato aveva 82 e la domenica 76. Non deve stupire".

Perche'?

"Febbraio è stato caratterizzato da anticicloni pesanti e potenti, alte pressioni che si sono riflesse in una condizione di stabilità atmosferica estremamente elevata su  tutta la zona padana".

Questa è la storia, insomma ci chiarisce da dove siamo partiti. Poi cosa è successo?

"Anche dopo la chiusura delle scuole, i valori sono rimasti abbastanza alti. Lunedì 24 a Bologna le pm10 erano a 65 microgrammi per metro cubo, a Modena a 71".

In altre parole, tutto come prima o quasi.

"Sostanzialmente sì, molto simile ai giorni precedenti, quando non c'era ancora il blocco".

Quindi l'inquinamento persiste, a dispetto dei nostri comportamenti.

"Volevo arrivare proprio a questo. Osserviamo che lunedì i valori rimangono alti anche se certamente è diminuito il traffico veicolare, legato ad esempio ai genitori che portano i ragazzi a scuola. Ma la coda della situazione precedente può avere avuto un riflesso anche nei giorni successivi. In altre parole, tutta una serie di inquinanti che si formano in modo secondario, per reazioni fisico-chimiche in atmosfera, continua il suo effetto". 

Facciamo un esempio.

"Il pm10 stesso. Una parte rilevante, addirittura oltre il 70 o l' 80%, si forma in atmosfera perche' alcuni composti hanno reagito fisicamente e chimicamente". 

E allora quando scatta il beneficio del traffico ridotto?

"Torniamo alle statistiche. Il martedì 25 i valori sono ancora elevati anche se a Bologna diminuiscono, siamo  a 47.  Modena invece resta oltre il limite, a 61.  In una buona parte della regione iniziano a calare ma non  nella zona centro occidentale. Il mercoledì 26 invece c'è un cambio drastico. I valori sono tutti al di sotto del limite, in particolare ma non solo in Romagna. La serie prosegue così fino ad oggi, in tutta la regione". 

E' finalmente l'effetto della quarantena?

"Bisogna stare molto attenti perché in realtà se è vero che sicuramente diminuiscono le emissioni, non è altrettanto detto che questo porti ad avere sempre  valori più bassi del limite. Le grosse perturbazioni atmosferiche iniziate proprio nei giorni del calo restano il principale motore del cambiamento, con il rimescolamento della massa d'aria a tutte le quote. E' successo da mercoledì 26. Ci sono state precipitazioni e vento molto forte".

Dopo un mese di astinenza.

" Per questo dico che l'abbattimento dell'inquinamento non è così legato al decreto sul coronavirus. Può essere vero in parte. Ma il beneficio maggiore è legato alla presenza delle perturbazioni".

Ma la diminuzione dei valori è inarrestabile dal 26 febbraio?

"Sì, in tutta l'Emilia Romagna. Il 6 marzo ad esempio a Bologna le pm10 erano a 23 microgrammi a metro cubo. Non è una novità, è già capitato in certe condizioni, quando c'è una dispersione di inquinanti nell'aria perché l'atmosfera è più turbolenta"

E non esiste la controprova, alta pressione più quarantena da coronavirus. Non sappiamo cosa accadrebbe in quel caso.

"Esattamente. Ripeto: l'equazione non si può fare anche perché se la gente rimane più in casa potrebbe aumentare l'inquinamento da riscaldamento".