Coronavirus Marche, aumentano i guariti, ma anche le vittime. Oggi sono 26

Sono 239 in totale, 137 i nuovi positivi su 572 tamponi esaminati nelle ultime 24 ore. Ceriscioli: "No alle passeggiate genitori-figli"

L'ospedale da campo a Jesi

L'ospedale da campo a Jesi

Ancona, 1 aprile 2020 - Sono 26 le persone che hanno perso la vita nelle Marche nelle ultime 24 ore. E non si fermano nemmeno i contagi, anche se la cresita sembra comunque confermare il rallentamento della sua corsa. Da domani, comunque, sarà operativo l'ospedale da campo di Jesi.

Nelle ultime 24 ore: su 572 analizzati sono 137 i positivi. Sale ancora il totale dei dimessi e dei guariti, che arrivano a 239 complessivamente: 210 dimessi e 29 guariti.

Qui gli aggiornamenti del 2 aprile

La curva dei contagi nelle Marche
La curva dei contagi nelle Marche

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Marzo se ne va e si porta via anche un’overdose di dati, statistiche e trend sui contagi da Coronavirus. Fortunatamente proprio sul finale del mese dai freddi numeri sono iniziate ad arrivare le prime, timide, ma confortanti buone notizie. Così Ceriscioli: "Nelle Marche non è che i casi diminuiscono, c’è un rallentamento nella crescita, ma i casi crescono". In particolare il numero dei contagi, proporzionalmente in netto calo tra lunedì e ieri e, in generale, rispetto alla tendenza dell’ultima settimana.

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La tenda

E' arrivato al Carlo Urbani di Jesi il contingente della Marina Militare che ha cominciato a montare l'ospedale da campo  che la Regione Marche ha richiesto e ottenuto dalla Protezione civile nazionale. L'ospedale avrà 40 posti letto di degenza gestiti direttamente dal personale sanitario della Marina Militare per un totale di 70 unità, e 4 letti di terapia intensiva, seguiti da un pool di medici e rianimatori che il Dipartimento nazionale di Protezione civile ha riservato per la Regione Marche.L’ospedale sarà operativo già dal pomeriggio di domani, giovedì 2 aprile.

Decessi 

Arriva l'ennesimo bollettino di guerra per quanto riguarda le vittime: nelle ultime 24 ore sono infatti stati registrati dal Gores altri 26 decessi su base regionale che portano la statistica ad essere aggiornata a 503 (338 uomini e 165 donne). C’è sicuramente qualcosa che non va in questo dato, specie se messo in paragone con quello delle altre regioni italiane.

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Scorporando i dati per provincia emerge un allarme rosso in quella di Pesaro dove le vittime salgono a 294. Più del doppio delle vittime nella provincia di Ancona (101). Macerata ha registrato fino ad oggi 62 vittime. Fermo 37 e Ascoli 4. 

Quattro dei decessi odierni si sono registrati a Villa dei Pini di Civitanova Marche (tutti 90enni: un uomo ed una donna di Civitanova Marche, una donna di Porto Recanati ed un'altra di  Ancona), due a Senigallia (un pesarese di 80 anni ed un 79enne di Corinaldo), uno a Fossombrone (una 85enne urbinate), due all'ospedale Torrette di Ancona (un 66enne di Numana ed un 69enne di Montemarciano), cinque al San Salvatore di Pesaro (un 93enne di Mondolfo, un 44enne di Gradara, una 92enne di Montefelcino e due uomini fanesi di 55 e 75 anni), sei all'ospedale di Civitanova Marche (una 68enne di Matelica, un 83enne di Ascoli Piceno, una 85enne ed una 79enne di Recanati, un 79enne di Potenza Picena ed un 76enne di Morrovalle), tre ad  Urbino (un 90enne di Monte Grimano Terme, una 82enne di Carpegna ed un 84enne di Sant'Angelo in Vado) e tre a Jesi (un 78enne di Fabriano, una 83enne di Monte San Vito ed un 74enne  pesarese senza patologie).

Passeggiate

"No alle passeggiate - è la richiesta del governatore Luca Ceriscioli dopo la circolare del ministero dell'Interno -. Non possiamo permetterci di allentare i provvedimenti presi perché sarebbe sbagliato: passerebbe il messaggio che si può abbassare la guardia e invece non è ancora il momento di farlo. Un provvedimento (quello che autorizza le passeggiate genitore-figlio minore nei pressi della propria abitazione) - aggiunge Ceriscioli - assunto dal Governo senza essere stato condiviso con i presidenti. La mia richiesta è di sospendere la circolare e di tornare velocemente a un tavolo di condivisione, facendo esattamente quello che il Governo aveva chiesto alle Regioni all'inizio dell'emergenza".

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