Coronavirus Marche, oltre 60 morti nelle case di riposo. Ceriscioli: "Sistema da cambiare"

La rabbia del Governatore: è agghiacciante quello che sta succedendo

La rabbia di Ceriscioli: è agghiacciante quello che sta succedendo nelle case di riposo

La rabbia di Ceriscioli: è agghiacciante quello che sta succedendo nelle case di riposo

Ancona, 11 aprile 2020 - "È già difficile fare i conti dei malati e dei morti. Figurarsi la gestione delle case di riposo". Il governatore Luca Ceriscioli da tempo ha messo nel mirino la gestione delle case di riposo. "Io non voglio gettare la croce su nessuno ma i numeri del virus in quelle strutture per la terza età sono stati – dice – impressionanti e agghiaccianti". E aggiunge: "Non è nemmeno un problema di positivi, visto che ci sono stati casi anche in ospedale, ma non è possibile che a un mese di distanza dalla partenza dell’epidemia, i gestori non sanno in che modo reagire alle difficoltà".

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Chiedono aiuto in particolare. "Che posso dire? Che all’inizio è stato difficile per tutti capire cosa stava succedendo? Certo, ho vissuto i tentennamenti del governo sulla scelta di chiudere subito le scuole. Non fu facile per nessuno, posso capire nelle case di riposo. Noi stiamo già dando una mano – specifica Ceriscioli – sui tamponi e sulle verifiche del contagio. Ma appena terminata l’emergenza dobbiamo ragionare su tutto il sistema. Andremo a fondo".

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D’altra parte sono 400 le strutture per anziani in tutta la regione con 9347 posti letto complessivi. Ci sono dento le case di riposo classiche, spesso comunali e affidate a cooperative di gestione, oppure residenze protette convenzionate con la Regione oppure ancora residenze sanitarie assistite, pubbliche e private, che coniugano la parte sanitaria con quella non ospedaliera. Dietro la sigla Rsa, introdotta a metà degli anni novanta, ci sono strutture a forte impronta sanitaria, che ospitano soggetti anziani per un periodo variabile da poche settimane al tempo indeterminato. I numeri a livello provinciale sono questi: 3.525 posti letto in provincia di Ancona, 1932 nel maceratese, 2183 in provincia di Pesaro e Urbino. Mentra ad Ascoli Piceno sono disponibili 991 posti letto e nel fermano 796. Un esercito di anziani.

Leggi anche Fingeva di produrre mascherine, chiusa un'azienda Il contagio ha trovato terreno fertile in queste strutture, dove gli anziani vivono spalla a spalla e hanno continuato a farlo: "Ci sono state vacanze di carnevale con l’allarme già scattato", ricorda il presidente, che è anche tranciante: "Bisognerà rivedere molte cose e in qualche caso anche rivedere le convenzione e decidere se è il caso di revocarle". Le residenze protette incassano dalla regione 33 euro al giorno per anziano. Per reggere l’urto nell’anconetano, da Senigallia a Jesi, da Fabriano fino ad Ancona, è stato accettato l’aiuto di "Medici senza frontiere". Dalla lotta all’Ebola alla difesa dei nonni marchigiani minacciati dal virus.Le statistiche segnalano oltre 60 morti per il covid. In realtà sono molti di più. Villa Almagià, casa protetta di Ancona, ha registrato cinque morti e 13 casi positivi tra anziani ospiti e personale. Bilanci negativi anche a Cingoli: 8 morti e l’intervento di una equipe della Marina Militare. Oppure a Recanati con altre 8 vittime. In Vallesina la strage è stata tutta al femminile: dieci donne a San Marcello e 5 a Mergo.

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