Coronavirus Marche 13 marzo, 133 nuovi casi e 9 morti

Crescono i numeri dei positivi: due anche in Regione. In arrivo la proroga del Cas

Emergenza coronavirus (foto di repertorio)

Emergenza coronavirus (foto di repertorio)

Ancona, 13 marzo 2020 - La curva dei contagi nelle Marche continua a salire vertiginosamente: i tamponi positivi al Coronavirus rilevati nelle ultime analisi di laboratorio dalla Virologia di Torrette sono stati 133 su 311 (dati aggiornati a questa mattina). Questo dato porta il totale dei contagi delle Marche a 725. I ricoverati risultano 422 (92 più di ieri pomeriggio) e, tra questi, 85 (+9) sono nelle terapie intensive e 337 (+83) in reparti non intensivi. In tutta la regione ci sono anche 281 (+41) persone positive al test in isolamento domiciliare.

A completare il quadro ci sono anche 2.642 (+416) persone in isolamento domiciliare (334 delle quali sintomatiche) e, tra queste, 319 sono operatori della sanità, 27 più dell'ultima rilevazione del pomeriggio di ieri. I pazienti in condizioni più gravi sono assistiti a Pesaro (24), Ancona (21) e Camerino (17); le altre terapie intensive in prima linea si trovano negli ospedali di Fermo (5 pazienti), San Benedetto del Tronto (5), Civitanova Marche (1), Jesi (7), Urbino (3), Inrca Ancona (2). Nella sola provincia di Pesaro-Urbino i contagiati sono saliti a 496 (erano 403 ieri), mentre sono 158 nella provincia di Ancona, 48 di Macerata, 16 a Fermo e 2 ad Ascoli Piceno. 

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I decessi

A queste statistiche, purtroppo, bisogna aggiungere il numero delle vittime: con Il Gores della Regione Marche ha registrato oggi 9 nuovi decessi correlati al coronavirus, che fanno salire a 36 il numero totale dall'inizio dell'emergenza. Si tratta di 7 uomini e 2 donne. Gli uomini sono deceduti a San Benedetto (81 anni), Pesaro (85 anni), a Marche Nord (92, 84, 72 anni), a Torrette di Ancona (80 anni) e ad Urbino (76 anni). Ad Urbino si sono spente anche le due donne (89 e 94 anni). Tutti avevano patologie pregresse. L'età media è di 79,9 anni.

Contagiati in Regione

Due casi positivi al coronavirus alla Regione Marche, per le cui sedi è stato disposto un programma di sanificazione. Si tratta di un consigliere regionale di un dirigente. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, in accordo con tutti i capigruppo, ha rinviato la seduta dell'Assemblea legislativa regionale in calendario per il 26 marzo. Eventuali riunioni delle Commissioni si terranno esclusivamente in videoconferenza.

"Alla luce delle recenti disposizioni normative ed in via precauzionale - informa Mastrovincenzo - attiviamo anche un intervento di sanificazione di Palazzo delle Marche, dove sono ubicati gli uffici dell'Assemblea legislativa". Da qualche giorno larghissima parte dei dipendenti è in ferie o in attività tramite lo smart working. "Stiamo seguendo con la massima attenzione - evidenzia Mastrovincenzo - l'evolvere della situazione e forniremo comunicazione tempestiva sulle ulteriori disposizioni che, sempre attraverso il confronto con i capigruppo, si andranno ad adottare".

Il nuovo farmaco 

Il Tocilizumab, il farmaco anti-artrite reumatoide prodotto da Roche, sarà sperimentato anche su 10 pazienti affetti da coronavirus, ricoverati presso l'ospedale di Torrette di Ancona.  E' quanto si apprende da una fonte sanitaria, secondo la quale, se i primi risultati saranno positivi, il farmaco verrà utilizzato per altri 20 pazienti, ricoverati nei reparti di terapia intensiva, medicina subintensiva e malattie infettive. "Non lasciamo nulla di intentato per combattere questa epidemia e sulla scorta delle esperienze di altri ospedali italiani siamo partiti decisamente con questa sperimentazione - ha confermato Michele Caporossi, direttore generale dell'azienda Ospedali Riuniti di Ancona -. Faremo tutto il possibile per portare a sintesi i dati e i risultati ottenuti".

In arrivo la proroga del Cas 

Rimodulazione Cas (Contributo di autonoma sistemazione per persone che hanno la casa inagibile a causa del terremoto): in arrivo ordinanza della Protezione Civile che proroga i termini di 60 giorni. Lo Comunica la Regione Marche. "La Protezione Civile, a breve, emanerà l'ordinanza che accoglie la nostra richiesta di proroga del Contributo di autonoma sistemazione di 60 giorni. - annuncia il presidente della Regione Luca Ceriscioli - Il termine attualmente in vigore sarebbe il 18 marzo. Un grazie per l'impegno preso va al capo della Protezione Civile Borrelli ed è importante la rapida formalizzazione. Siamo in una situazione di doppia emergenza: quella sanitaria nazionale del Coronavirus e quella che viviamo da oltre tre anni, nata con il sisma del 2016 che ha distrutto un terzo della nostra regione».

"Per quanto riguarda il Cas - riferisce Ceriscioli - ci siamo mossi, fin da subito per ottenere la proroga dei termini per la presentazione della modulistica necessaria per verificare la permanenza o meno del diritto a ricevere il contributo". "Quando a novembre 2019, con l'ordinanza 614 è emersa la scelta di rimodulazione del Cas, ho chiesto formalmente a Borrelli di posticipare i termini per la presentazione della documentazione, ma la richiesta non è stata accolta - continua - Due giorni fa ho scritto nuovamente al Capo della Protezione civile perché il Cas è una misura fondamentale di sostegno alle famiglie che vivono nei territori colpiti dal terremoto e va garantita; soprattutto alla luce dell'emergenza Covid-19 che rende ancor più complicati gli spostamenti delle persone verso gli uffici e il lavoro del personale che si dedica a verificare i requisiti dei beneficiari del contributo. Per le popolazioni terremotate presentare le dichiarazioni in questa situazione è impossibile. L'impegno della Regione è sempre stato facilitare Comuni e cittadini affinché non perdano il sostegno che deve accompagnare le persone fino al rientro nelle proprie abitazioni».

 

I nuovi limiti: cosa si può fare e cosa no

 

Dopo la stretta ulteriore del governo e dell’Istituto superiore di sanità, ecco alcuni chiarimenti su alcune questioni sui movimenti dei cittadini e cosa possono fare le attività economiche. Ormai il messaggio è molto chiaro: "bisogna stare a casa". Muoversi solo se è indispensabile, anche dentro la città. Così come per le attività economiche. 

Sul decreto, nel dettaglio: alcune attività possono rimanere aperte, come quelle produttive, anche se molti imprenditori stanno autolimitando l’attività in proprio. Rimangono aperti i servizi pubblici essenziali: il Comune, le poste, le banche. Anche se molti uffici stanno lavorando in smart working e danno servizi online.

Migration

Restano aperti farmacie e parafarmacie, i sanitari, gli ottici. Così come i generi alimentari: non serve, quindi, andare a svaligiare i supermercati perché i beni alimentari saranno costantemente garantiti. Aperti i negozi di prodotti di igiene e pulizia per la casa e la persona, elettronica e telefonia, distributori, edicole, tabaccai, negozi per animali domestici. E alcuni lavoratori artigianali come elettricisti, idraulici, muratori, se vogliono, possono continuare la loro attività. Chiusi tutti i bar e i ristoranti: è possibile la consegna a domicilio per i ristoranti che vorranno mantenere aperta la cucina. Le misure valgono fino al 25 marzo. Treni e aerei sono garantiti, anche se il trasporto regionale subisce una limitazione una limitazione, alcuni treni vengono soppressi.

Treni soppressi e razionalizzati

Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha firmato l’ordinanza numero 7/2020, che stabilisce il programma di razionalizzazione dei servizi ferroviari, da attuare a partire dalla mezzanotte del 13 marzo 2020. Il piano stabilisce che sia assicurato lungo le varie direttrici almeno un treno per ogni ora, per consentire gli spostamenti così come disciplinati e previsti dal Dpcm 9 marzo 2020 ed 11 marzo 2020 (cioè per motivi di lavoro, di salute e per necessità).

CLICCA QUI: Consulta l'elenco dei treni soppressi 

 

A passeggio, col cane o in bici

Le passeggiate sono ammesse (anche per portare il cane a sgranchirsi) ma intorno alla propria casa e per pochi minuti. Fermo restando il rispetto del metro di distanza da un’altra persona. Anche l’uso della bicicletta è ammesso ma non per fare passeggiate. Per necessità.

 

Attività fisica sì, ma solo a distanza

Non è vietato uscire per fare attività fisica all’aria aperta, in particolare nei parchi. Ma a debita distanza da altre persone e senza farlo in gruppo. Ma molte città stanno chiudendo anche i parchi per impedire l’arrivo di persone che potrebbero trasmettere il contagio tra loro.

 

Al lavoro con autocertificazione

Si può raggiungere il proprio luogo di lavoro, in fabbrica o in ufficio, se non c’è la possibilità di lavorare in smart working e sempre con autocertificazione aziendale. All’interno dell’ambiente di lavoro deve essere garantita la distanza tra gli addetti, pena la chiusura aziendale.

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Stop a incontri e visite di cortesia

Non è più possibile organizzare cenette o incontri anche in casa propria tra amici e familiari. Il decreto disciplina in maniera serrata una forma di quarantena volontaria di tutta la popolazione italiana che non può e non deve venire a contatto con persone esterne al nucleo familiare.

Turismo vietato

Non sono ammessi allontamenti dalla propria abitazione di residenza se non per gravi motivi di salute o di sicurezza. Tantomeno sono ammissibili, pena denuncia penale, partenze a fini turistici né sono consentiti arrivi in alberghi se non per necessità di lavoro o di salute.

Negozi aperti: alimentari, profumerie, edicole e tabacchi

Farmacie, e i negozi di generi alimentari, ma anche quelli di materiale tecnologico, elettrico, articoli per la casa, profumerie per i prodotti per il corpo, tabacchi ed edicole rimarranno sempre aperti per garantire beni essenziali alla comunità.

Dentisti: solo casi urgenti

Studi chiusi e visite solo se davvero urgenti. I dentisti della provincia hanno seguito l’invito formulato dal presidente provinciale dell’Ordine dei medici dentisti ed odontoiatri, Franco Cesaroni, a limitare il più possibile la loro attività per non diffondere il Coronavirus. 

Veterinario: urgenze con autocertificazione

Cliniche e studi di veterinari sono aperti, ma solo per le urgenze. La Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani invita a limitare l’attività professionale alle situazioni di emergenza e improcrastinabilità rinviando vaccinazioni, visite di routine, ecc. Occorre l’autocertificazione per arrivare allo studio. 

 

I comportamenti da seguire