Coronavirus Marche, il giallo dei casi. Perché i dati non coincidono

Regione e Protezione Civile forniscono numeri diversi. Ceriscioli: "E' una stupidaggine, ma ci adeguiamo"

Ceriscioli alle prese con l'emergenza Coronavirus (Foto Dire)

Ceriscioli alle prese con l'emergenza Coronavirus (Foto Dire)

Ancona, 15 aprile 2020 - Avere a che fare con i numeri è spesso complicato. Figurarsi se sui numeri «ufficiali» si basano le opinioni di tutti, anche da diffondere sui social. Un tema delicato che ha visto incappare in conti diversi la Protezione Civile e la Regione Marche. Infatti dal 13 aprile fino a ieri, i dati sui test per il coronavirus eseguiti nelle Marche comunicati dalla regione non coincidono con quelli comunicati dalla Protezione Civile nella quotidiana conferenza stampa di aggiornamenti. Fino al 12 aprile, invece, i dati coincidevano.

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Il dato sui tamponi eseguiti è molto importante per la gestione dell’epidemia. Serve per capirne la reale diffusione. Se il numero dei tamponi è sbagliato, quindi, è difficile anche dare senso agli altri dati. Il 12 aprile, la Regione Marche aveva comunicato complessivamente i risultati di 21.057 test eseguiti dall’inizio dell’epidemia. Il dato comunicato dalla Protezione Civile, era lo stesso di quello comunicato dalla Regione Marche. «La prima discrepanza tra i due dati si è vista il 13 aprile. La Regione Marche ha comunicato – scrive il sito Il Post – i risultati di 456 test in più rispetto al giorno precedente, portando il dato complessivo a 21.513. Lo stesso giorno, nella tabella riassuntiva diffusa ogni sera dalla Protezione Civile, il numero complessivo sui tamponi eseguiti nelle Marche era 28.372: 6.859 in più di quelli comunicati dalla Regione, con un aumento di 7.315 rispetto al giorno precedente. Ancora il 14 aprile, i dati diffusi dalla Regione Marche e dalla Protezione Civile sul numero di tamponi sono stati diversi. Le Marche hanno comunicato i risultati di altri 436 tamponi, portando il numero complessivo a 21.949; la Protezione Civile ha invece portato il numero complessivo dei tamponi nelle Marche a 29.160, con un aumento di 788 rispetto al giorno precedente. La discrepanza non è stata quindi solo sul totale dei tamponi, ma anche sul numero di nuovi tamponi eseguiti tra il 13 e il 14 aprile. Questo fa pensare che alla base possa esserci più di un semplice errore di trascrizione».

Chi si è accorto della discrasia ha lanciato un allarme e delle ipotesi. Come la possibilità che il dato diffuso dalla Regione Marche sul suo sito si riferisca a qualcosa di diverso rispetto a quello comunicato dalla Protezione Civile. Ipotesi ora confermata dalla stessa Regione, che ha specificato come tutti i suoi dati si basano «sulla massima trasparenza». In particolare il numero dei tamponi effettuati dalle Marche esclude i doppi o tripli tamponi. In sintesi: se tu fai più tamponi alla stessa persona, per evidenziare la sua negatività nei conti ne veniva evidenziato uno solo. La Protezione Civile ha chiesto, invece, che siano contati tutti i tamponi fatti,compresi quelli finiti male o non riusciti, indipendentemente dal soggetto. Di qui è venuto fuori che i tamponi nelle Marche sono stati circa sei-sette mila in più. «E’ una stupidaggine ma ci adeguiamo», dice Luca Ceriscioli, il presidente matematico. Spiegando così il cosiddetto giallo dei numeri differenti. Ovvero quando le statistiche dipendono solo in parte dalla realtà. Così si scoprirà anche perché le Marche avrebbero fatto meno tamponi anche della Sicilia. Pur avento effettuato oltre trentamila tamponi su 1,5 milioni di abitanti contro i 37 mila siciliani su 5 milioni di abitanti.