Coronavirus Marche, Ceriscioli: "Sei positivi". Scuole chiuse venerdì e sabato

Decreto urgente del Tar sospende l'ordinanza della Regione, che in serata ne emana un'altra. Aumenta il numero dei contagi, tutti nel Pesarese. 94 persone in isolamento domiciliare volontario

Coronavirus, Ceriscioli firma un'altra ordinanza (Sgattoni e Schicchi)

Coronavirus, Ceriscioli firma un'altra ordinanza (Sgattoni e Schicchi)

Ancona, 27 febbraio 2020 - Domani, venerdì 28 febbraio, e sabato 29 le scuole rimarranno chiuse nelle Marche. E' questo l'esito dell'ennesima giornata convulsa, caratterizzata dal ping pong tra il Tar e la Regione. Nel pomeriggio l'organo giurisdizionale aveva sospeso con decreto urgente del presidente l'ordinanza emanata dalla Regione per far fronte al coronavirus. Il provvedimento firmato dal governatore Luca Ceriscioli (video) disponeva la chiusura di scuole, musei, e inibiva tutte le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura fino alle 24 del 4 marzo 2020 al fine di contrastare la diffusione del virus. In serata la Regione ha risposto al tribunale amministrativo emanando un'altra ordinanza valida fino a tutto il 29 febbraio. Intanto, il presidente Ceriscioli, dichiara che "i contagiati nelle Marche sono sei". Tutti nel Pesarese. "Tra questi assume particolare rilevanza la vicenda di un ragazzo del Riminese che frequenta il liceo scientifico a Pesaro", dice argomentando la decisione di sospendere le lezioni.

Inoltre, 94 persone si trovano in isolamento domiciliare fiduciario, così distribuite: 41 nella provincia di Pesaro-Urbino, 20 nell'Anconetano, 17 nella provincia di Macerata, 5 in quella di Fermo e 11 nel Piceno.

“Dopo la sospensiva del Tar dell’ordinanza fatta dalla Regione per il caso del Coronavirus, siccome il Tar ha motivato che al momento dell’ordinanza non erano segnalati casi e ad oggi i casi positivi nella nostra Regione sono sei, ho ritenuto opportuno fare una seconda ordinanza con le motivazioni rafforzate dai nuovi casi con effetti fino alle 24 di sabato", spiega il governatore. "Nel provvedimento abbiamo confermato le indicazioni e misure dell’ordinanza precedente, venendo incontro anche a una scadenza che applicano anche le altre Regioni per poi vedere il da farsi con l’evolversi della situazione”.

Nel decreto del Tar si dava rilievo alla circostanza che non sussistevano, al momento di emissione dell'ordinanza regionale, casi accertati di contagio nelle Marche, ma solo rischi relativi alla prossimità del territorio marchigiano con la regione Emilia Romagna in cui erano stati rilevati casi confermati di contagio da Covid-19. "L'eventuale differente trattamento riservato dal Governo - si legge nel decreto -, in condizioni asseritamente eguali a quelle della Regione Marche, alla Regione Liguria, sul quale si sofferma lo scritto difensivo regionale (senza che tale circostanza risulti però evocata dal provvedimento impugnato) ha valenza politica ma non giuridica e non può comunque 'ex se' giustificare l'esercizio del potere". Il Tar Marche ha fissato per il 4 marzo ad Ancona la camera di consiglio per la trattazione collegiale del ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha chiesto di annullare previa sospensione l'ordinanza della Regione di chiusura delle scuole e sospensione delle manifestazioni pubbliche per l'emergenza Coronavirus.

"Lo Stato c'è e si fa rispettare - aveva commentato Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie -, avevamo impugnato l'ordinanza della Regione Marche e il Tar l'ha sospesa". "Oggi, 12 Regioni hanno firmato l'ordinanza unica condivisa nella riunione con il governo, costruita sulle direttive del Ministero della Salute, della protezione civile e dell'istituto superiore di sanità", proseguiva. "Puntiamo ad omogeneizzare nel giro di qualche giorno l'azione di tutte le Regioni - aggiungeva -, l'Italia sta già ripartendo, mi auguro che il presidente Ceriscioli metta in sicurezza i cittadini marchigiani firmando l'ordinanza unica". Il governatore Ceriscioli, invece, ha firmato un'altra ordinanza regionale sulla falsariga della prima.

I contagiati nelle Marche salgono dunque a sei: il trentenne di Vallefoglia, la coppia di anziani di Fano (con la donna in gravi condizioni), altri due residenti nella provincia di Pesaro e Urbino e un ragazzo del Riminese, che studia a Pesaro. Mentre per il 51enne di Piandimeleto, amico del ristoratore di Cattolica, è arrivato l'esito negativo del test, contrariamente a quanto affermato ieri, erroneamente, dalla prefettura di Rimini, che avrebbe quindi confuso le identità delle persone sottoposte a controllo. 

Il sindaco di Pesaro: "Nuovo scontro istituzionale un errore"

"Ho provato a fare una mediazione, a trovare qualche punto di incontro tra il governo e la Regione (Marche, ndr.), ma non ci sono riuscito: purtroppo non mi hanno ascoltato". Lo ha detto il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, postando un video sul suo profilo Facebook. "Ho spinto sulla Regione perché si facesse un accordo sottoscritto dal governo - ha aggiunto -, invece è di nuovo scontro istituzionale. Lo ritengo un errore perché non si può andare avanti nella gestione di un'emergenza con scontri istituzionali tra governo e Regione, ma fino a sabato a mezzanotte le scuole sono chiuse e tutte le iniziative pubbliche sono sospese".

Per Ricci, però, "da domenica finalmente si riparte", con l'obiettivo di "passare gradualmente alla normalità". Il sindaco di Pesaro ha lanciato oggi la campagna 'Basta panico', con l'obiettivo di "rimettere in moto il Paese, naturalmente senza sottovalutare nulla". Secondo Ricci, "va dato il giusto valore alle cose: il coronavirus è curabile, è poco piu' di un'influenza, in molti casi scompare da solo".

"Dobbiamo avere attenzione soprattutto sui soggetti più fragili come anziani e malati - ha sottolineato -. Anche per questo distribuiremo in città anche il decalogo del ministero della Salute per adottare i giusti comportamenti". L'auspicio del primo cittadino di Pesaro è che si possa "ricominciare a vivere". "Continueremo a seguire tutti i casi -ha concluso -: nella nostra provincia sicuramente aumenteranno, ma non c'è nessuna emergenza sanitaria, nessuna giustificazione al panico: collaboriamo con i medici, ma rimettiamo in moto l'Italia e la nostra città".

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Numero verde

In ogni caso c'è il Numero verde della Regione 800936677. Un servizio attivo dalle 8 alle 20 e che nella sola giornata ha risposto a migliaia di telefonate. Le principali informazioni richieste, riguardano le preoccupazioni per il rientro delle persone, anche familiari, dalla Lombardia e dal Veneto, notizie sulla chiusura delle scuole e necessità di isolamento domiciliare per chi proviene dalle zone a rischio. Complessivamente sono 65 i medici che si sono resi operativi per il Numero verde. Sono previsti due turni giornalieri di sei ore con cinque postazioni per ogni turno. "

Cosa prevede l'ordinanza in dettaglio

La Regione Marche ha emanato una nota esplicativa della prima ordinanza, sulla cui falsariga è stata scritta la seconda. Il provvedimento prevede anche la chiusura delle scuole e la sospensione delle manifestazioni pubbliche. Tra queste ultime, spiega la circolare, devono intendersi sospese quelle che "esulano dall'ordinaria attività delle comunità locali determinando significative concentrazioni di persone in luoghi pubblici" in ambito sportivo, culturale, sociale, economico, civico. Sospensione per "fiere, mercati straordinari e sagre, attrazioni e luna park, concerti, eventi sportivi che prevedano la presenza di pubblico (campionati, tornei e competizioni di ogni categoria e di ogni disciplina)". 

Stop anche per "attività di spettacolo quali rappresentazioni teatrali, cinematografiche, musicali; comprese discoteche e sale da ballo, eventi e manifestazioni promozionali (meeting, convegni e sfilate). "Consentite attività musicali ove non rappresentino attività prevalente". 

Le attività non sospese

La circolare specifica che non sono sospese attività che attengono all'ordinario svolgimento della pratica corsistica e amatoriale (corsi di varia natura e allenamenti sportivi). "Potranno rimanere aperti - recita la circolare - i luoghi di svolgimento dell'attività corsistica ordinaria di vario tipo (es. centri linguistici, centri musicali e scuola guida), gli impianti sportivi (centri sportivi, palestre pubbliche e private, piscine pubbliche e private, campi da gioco, ecc.) e in generale tutte le strutture quando le attività non prevedano aggregazione di pubblico ('porte chiuse') o eccezionali concentrazioni di persone.

"Sono escluse dalla sospensione - dispone la Regione - anche le attività economiche, agricole, produttive, commerciali, di servizio ivi compresi i pubblici esercizi e le mense, nonché le attività corsistiche aziendali laddove non comportino significative concentrazioni di persone". Escluse dallo stop anche le "attività svolte da guide e accompagnatori turistici (limitatamente a gruppi composti da non oltre le dieci persone)"; "consentiti anche i mercati rionali e comunali ovvero le attività commerciali svolte ordinariamente e programmate".

"Non possono essere inclusi nella sospensione - si legge ancora nella nota - i centri di aggregazione sociale (circoli ricreativi, centri sociali, centri giovanili, centri per anziani, orti urbani ecc.) per la parte di ordinaria attività"; non comprese nel 'blocco' anche "attività di sostegno, supporto e riabilitazione alle persone anziane e diversamente abili (ad es. servizi semiresidenziali e centri diurni) e attività di accoglienza per persone in situazioni di fragilità sociale (es. centri di accoglienza). Non sono sospese le celebrazioni civili di matrimoni ed eseguie mentre per le celebrazioni religiose "si rinvia alle disposizioni adottate dai vescovi delle Marche".

Gli obblighi per i marchigiani rientrati dalla zone rosse

La Regione richiama il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 23 febbraio per specificare le "aree oggetto di provvedimenti restrittivi" in Italia, al fine di 'circoscrivere' l'obbligo di comunicazione all'azienda sanitaria di competenza, disposto per i marchigiani rientrati negli ultimi 14 giorni: nella Lombardia i Comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d'Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini; in Veneto il Comune di Vò. "Tale definizione - precisa la nota - può essere rivista in base all'evoluzione della situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili". Stesso obbligo di comunicazione vale per chi è tornato nelle Marche "dalle aree della Cina interessate dall'epidemia o dalle altre aree del mondo di conclamato contagio".

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