Coronavirus Marche, la Regione "Tra 10 giorni 130 ricoverati in più"

Dati allarmanti, verso l’attivazione di altri moduli a Civitanova. In caso di peggioramento progetti su Villa Fastiggi, Fossombrone e Galantara

L'assessore alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini

L'assessore alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini

Pesaro, 1 novembre 2020 - "Il problema non sono le scuole, le attività sportive, i ristoranti o le palestre. Il problema esiste nella fragilità del sistema sanitario, della medicina del territorio, della medicina di prevenzione e nel trasporto pubblico locale". Con queste premesse, che suonano un po’ come un atto d’accusa al governo centrale e alla passata amministrazione regionale, il presidente delle Marche Francesco Acquaroli ha illustrato ieri le modifiche volte a rafforzare il piano pandemico regionale, varato lo scorso giugno dalla precedente amministrazione e che, per questioni pratiche, viene mantenuto nei suoi contenuti essenziali. L’accelerazione del governo regionale si è resa necessaria alla luce degli ultimi dati emersi nelle Marche: il rapporto positivi/testati è passato al 9,7% (12-18 ottobre) al 14,35% (19-25 ottobre); l’incidenza media, nello stesso periodo, da 141 casi a 261; l’indice Rt, praticamente il tasso di contagiosità, da 1,45 (5-11 ottobre) a 1,55 (12-18 ottobre). E 1,5 è la soglia d’allarme fissata dal Ministero per la Salute per far scattare misure più drastiche. Ma nella delibera si va oltre lo ’stato dell’arte’. Si fa infatti anche una stima previsionale dei posti di terapia intensiva che serviranno intorno al 10-15 novembre: 32 in più, per un totale di 50, 55 posti letto. Sempre i primi giorni di novembre saranno occupati presumibilmente dai 90 ai 110 posti posti di terapia semintensiva in più, per un totale di circa 700 posti letto. A fronte di questi dati, qual è la situazione negli ospedali? "I posti letto sono 120 – dice l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini –: a causa dei ritardi nella copertura di 105 posti letto già autorizzati dal Governo, si è dovuto avviare l’utilizzazione di parte della struttura di Civitanova". Il Covid Hospital, alla Fiera di Civitanova, ha attivi al momento 14 posti letto di terapia intensiva (più altri 14 di semintensiva), e viene definito "elemento strategico per evitare la promiscuità nei reparti ordinari". La delibera della Regione avvia poi la riorganizzazione per l’incremento di 105 posti letto per terapia intensiva e 107 di subintensiva. I pazienti Covid saranno prioritariamente presi in carico a Pesaro, Ancona Torrette e Fermo, dove cioè esiste un’unità operativa di malattie infettive/terapia intensiva. In caso di ulteriore peggioramento della pandemia, si annuncia la "riorganizzazione dei percorsi dedicati" in diversi ospedali della Regione ma non in provincia di Pesaro, che invece viene coinvolta per quanto riguarda l’attivazione dei posti letto del privato accreditato, in riferimento alla struttura di Villa Fastiggi per le "post acuzie". Le strutture di Fossombrone e Galantara, che fanno capo all’Area Vasta 1, potranno essere attivate in fase di ripresa pandemica e fino al termine dell’emergenza per tutti quei pazienti in fase post-critica. Questo per quanto riguarda il fronte ospedaliero. Ma il problema è anche quello di tenere a bada la curva, cioè agire prima del ricovero. E’ stata richiesta (e accordata) al commissario Arcuri la disponibilità di 5mila tamponi molecolari, 1500 molecolari rapidi e 5.500 antigenici rapici. Un lavoro che richiederà l’impiego di medici di base, con i quali però non si è ancora raggiunto un accordo pieno. La Regione sta anche pensando di realizzare convenzioni con soggetti quali Cri, Avis, ecc per la somministrazione dei tes. Continua anche la ricerca dei vaccini antinfluenzali, ma per ora senza successo: si è rimasti alle 294.300 dosi di una settimana fa (rispetto alle 420mila prenotate e a un fabbisogno di 800mila dosi). Ulteriori 310mila dosi sono state richieste al commissario. Infine si sta cercando in queste ore di attivare strutture di tipo alberghiero, per rendere possibili le misure di isolamento sociale o di quarantena per chi ne avesse necessità. Per le persone che invece stanno in isolamento a casa propria, la regione ha pensato di potenziare le cosiddette Usca, ovvero le squadre speciali di medici a domicilio: 23 le équipe. Resta comunque il problema della carenza di personale, problema che la Regione conta di risolvere con il reclutamento di personale volontario e proveniente dalla sanità militare.