Coronavirus Marche, scuole chiuse fino al 4 marzo. Scontro col Governo

Stop a eventi e gite. Il governatore adotta l’ordinanza prima del caso di positività arrivato dalla provincia di Pesaro Urbino, ira del Governo

Coronavirus, scuole chiuse fino al 4 marzo nelle Marche

Coronavirus, scuole chiuse fino al 4 marzo nelle Marche

Ancona, 25 febbraio 2020 - Scuole chiuse nelle Marche fino al 4 marzo 2020 per far fronte all'emergenza coronavirus. L'ha stabilito la Regione con un'ordinanza, che il Governo ha poi deciso di impugnare: "Ceriscioli si sfila dall'accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell'incontro tra governo e Regioni tenutosi alla Protezione Civile e viene meno all'impegno preso con tutti gli altri Governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate", scrivono in una nota i ministri  degli Affari Regionali Francesco Boccia, dell'Istruzione Lucia Azzolina e dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.

AGGIORNAMENTO Coronavirus, primo caso nelle Marche. Ceriscioli difende l'ordinanza di chiusura delle scuole

L'ordinanza è stata resa nota prima che fosse diffusa la notizia del primo caso di positività riscontrata in un tampone in provincia di Pesaro Urbino (si attende l'esito del secondo test, ndr)

L'ordinanza sospende anche le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura. Il Governatore Ceriscioli ha affermato: "Misure necessarie, vista anche la prossimità con l'Emilia Romagna e il contagio che si è registrato nel Riminese". Sospese le gite scolastiche, chiusi al pubblico i musei e gli altri luoghi di cultura come le biblioteche. 

Nelle Marche "dalla mezzanotte di oggi scattano provvedimenti che prevedono la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e la sospensione delle manifestazioni di pubblico spettacolo» fino al 4 marzo - ha annunciato Ceriscioli in un videomessaggio. "Ho appena firmato l'ordinanza che aumenta le misure nei confronti del contenimento del Coronavirus". Una «scelta importante maturata dopo 24 ore di attesa nel percorso fatto insieme con il governo nella riunione di stamattina". 

"Col contributo di tutti potremo arginare l'ampiezza del contagio", ha auspicato il presidente delle Marche. "E' una scelta che riguarda la nostra salute e chiediamo a tutti di attenersi scrupolosamente alle indicazioni: facendo ognuno il proprio dovere sarà possibile fare una grande azione collettiva e di contenimento della malattia".

La decisione delle Marche non è piaciuta al Governo, che ha deciso di impugnarla. 

Il clima non proprio disteso risale già a ieri: in conferenza stampa  - affiancato dagli assessori Fabrizio Cesetti, Loretta Bravi, Angelo Sciapichetti e Anna Casini  - Ceriscioli aveva già annunciato la chiusura delle scuole (fino al 2 marzo, ndr), provvedimento che doveva comparire in un'ordinanza che è stata poi stoppata da una telefonata del premier Giuseppe Conte.  

Nel corso del colloquio telefonico il presidente del Consiglio aveva chiesto che non venisse firmata l’ordinanza nell’attesa del coordinamento Stato-Regioni che si è tenuto questa mattina, allo scopo di uniformare i provvedimenti sul territorio. Un’atmosfera surreale quella che si è respirata ieri nel momento in cui il presidente regionale, rientrato nella stanza della conferenza stampa, ha annunciato che aveva aggiornamenti da comunicare.

Poi in serata è stato reso noto il primo caso di positività al Coronavirus nel Pesarese (ma si attende l'esito del secondo tampone). 

Marche, cosa prevede l'ordinanza per far fronte all'emergenza coronavirus

Chi negli ultimi 14 giorni è entrato nelle Marche, proveniente "dalle aree oggetto di provvedimenti restrittivi da parte delle autorità sanitarie delle regioni di pertinenza, dalle aree della Cina interessate dall'epidemia o dalle altre aree del mondo di conclamato contagio" di Coronavirus, dovrà "comunicare tale circostanza al dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria territorialmente competente". Lo prevede l'ordinanza.

"L'autorità sanitaria competente - si legge nel provvedimento -, acquista la documentazione, provvederà all'adozione della misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva o, in presenza di condizioni ostative, a misure alternative di efficacia equivalente".

Tra le premesse dell'atto, il presidente fa riferimento alla "prossimità del territorio marchigiano con la Regione Emilia Romagna in cui sono stati rilevati casi confermati di contagio da Covid-19; ritiene "che sussistano le condizioni che richiedono l'adozione di provvedimenti immediati a tutela dell'Igiene e sanità pubblica, necessari come misura precauzionale al fine di ridurre la possibilità di contagio".

L'ordinanza dà lo stop a "tutte le manifestazioni pubbliche, di qualsiasi natura", dei "servizi educativi dell'infanzia e scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche, universitarie (lezioni, esami di profitto e sedute di lauree)...". Sospese, anche "l'alta formazione professionale, i percorsi di istruzione e formazione professionale, salvo le attività formative a distanza e quelle relative alle professioni sanitarie compresi i tirocini".

Stop a "ogni viaggio di istruzione" in Italia e all'estero. In 'stand-by' anche l'apertura dei musei, degli altri istituti e luoghi di cultura e delle biblioteche. Fermati anche i concorsi pubblici "fatti salvi quelli relativi alle professioni sanitarie per le quali dovranno essere garantite le opportune misure igieniche".

È stata disposta anche l'applicazione della circolare del ministero della Salute (5543 del 22 febbraio) su tutto il territorio regionale. La Regione demanda al Gores (gruppo operativo regionale per l'emergenza sanitaria), tra le altre azioni, di "supportare il servizio di Protezione civile in tutti gli interventi volti al soccorso e nell'assistenza della popolazione eventualmente interessata dal contagio", e "provvedere a regolamentare gli accessi per visitatori alle aree di degenza negli ospedali, nelle Rsa e in tutte le unità di offerta socio-sanitaria; di disporre misure a tutela degli operatori sanitari".

Altre misure previste sono la "disinfezione giornaliera dei treni regionali e di tutto il trasporto pubblico locale, via terra, via aerea e via acquea". Costituita una 'cabina di regia' composta da Protezione civile, Servizio Sanità, Servizio politiche sociali, prefetture del Territorio, Anci Marche e Gores, per "coordinare la complessa attività logistica sanitaria e organizzativa richiesta dall'evento".

Tra le "misure igieniche" raccomandate alla cittadinanza c'è anche di "usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assistono persone malate" e di contattare per telefono i medici di medicina generale o continuità assistenziale se si hanno febbre, tosse o difficoltà respiratorie e si è tornati dalla Cina o da altre aree di conclamato contagio.

Coronavirus, il numero verde delle Marche

Sul Coronavirus è operativo il numero verde 800 936 677,  dalle 8 alle 20 di ogni giorno per dare informazioni e rispondere alle domande dei marchigiani evitando che la popolazione finisca per ricorrere al 118, alle linee telefoniche degli ambulatori dei medici di medicina generale, dei pediatri e dei pronto soccorso, con il rischio di intasare le linee e distogliere medici e operatori sanitari dal loro lavoro. Quattro le linee dedicate con altrettanti medici dall’altro capo deI telefoni pronti a fugare i dubbi dei marchigiani sulle loro condizioni di salute.