Coronavirus, il commissario Sergio Venturi: "Battiamo il mostro poi vacciniamoci tutti"

L'intervista: "I contagi scendono, stiamo a casa. Ho chiesto ai supermercati di incentivare la spesa a domicilio"

Sergio Venturi, commissario Coronavirus, ex assessore regionale alla sanità

Sergio Venturi, commissario Coronavirus, ex assessore regionale alla sanità

Bologna, 5 aprile 2020 - Ha lo sguardo del cattivo dei film polizieschi, ma è l’esatto contrario. Le sue parole nel quotidiano appuntamento in tv alle 17,30 dove illustra il quadro della situazione sanitaria suonano rassicuranti come quelle di un saggio dell’antichità. Sergio Venturi, già assessore alla sanità e riconfermato commissario straordinario dell’Emilia Romagna per l’emergenza sanitaria, è il barometro che fornisce cifre, dati, tendenze e consigli sul virus che viene dalla Cina.

Venturi, si sente come Lucio Quinzio Cincinnato richiamato a Roma per fronteggiare gli Equi? "È la prima cosa che ho pensatio quando il presidente della Regione Stefano Bonaccini, mi ha chiesto di assumere questo incarico, ora prorogato a fine luglio. È un impegno di squadra dove metto a disposizione le mie competenze. Confesso, mai lavorato tanto negli ultimi cinque anni". Ha fatto la pace con il il capo della Protezione civile Angelo Borrelli? "Caso chiuso, anche se non ci siamo sentiti. Lui ha parlato della necessità di rimanere chiusi in casa fino al 1 maggio e dell’avvio di una fase 2 dal 16. Non è accettabile sentire che si autorizzano le passeggiate e poi aggiungere che fino a maggio non si esce. Bisogna fornire notizie in una unica direzione e se non si è sicuri meglio tacere". Si è aperto il dibattito sulla possibile centralizzazione della sanità allo Stato, attenuando il ruolo delle Regioni. "Il sistema nei principi generali deve rimanere centralizzato ma la gestione operativa è giusto che sia di competenza delle Regioni, le quali hanno peculiarità differenti fra loro". A cosa serve il test sierologico che state facendo sui sanitari in Emilia Romagna? "Per ora è un test a campione. Serve a capire se la malattia si è manifestata e se è già alle spalle con garanzia di immunità. E osserva almeno cosa è successo negli ultimi venti giorni. Il tampone è un test valido e molto attendibile, ma mi dice cosa c’è in essere oggi".  

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Allargherete il controllo? "L’obiettivo è testare gran parte della popolazione se riusciamo ad assicurarci i kit. Ora arrivano dalla Cina e vengono certificati da un laboratorio di Reggio Emilia. Arriveremo a produrli in Italia". I tamponi a tappeto come in Veneto sono una efficace arma di difesa? "Certo, ma in Veneto i due terzi sono stati fatti a Vo’ Euganeo, un’area di 4mila abitanti, e poi ripetuti. Per una operazione a largo raggio servono scorte che oggi non sono disponibili". Le mascherine non si trovano. "Molte grandi aziende italiane le stanno producendo. Dalla Macron ne arriveranno a giorni 3,2 milioni. A breve ce ne saranno per tutti. Ma dobbiamo arrivare ad avere scorte nostre. Serviranno per molto tempo". Perchè? "Le protezioni sono una difesa efficace e impediscono il diffondersi del virus da parte di chi ne è portatore inconsapevole. Le dovremo indossare per mesi, anche quando la situazione migliorerà. Come in Corea. Dobbiamo rassegnarci a cambiare le nostre abitudini anche post emergenza".  

Non è un po’ presto aver aperto la zona rossa di Medicina? "Non cambia granchè. Ora si può uscire dal Comune perchè abbiamo fermato il focolaio con un provvedimento che era necvessario. Chiudendo tutto abbiamo evitato una fiammata incontrollabile. In 10 giorni dovremmo riportare la situazione allo standard dell’area imolese". Domandona: siamo già al picco? "Mi aspetto a breve una flessione dei numeri a Piacenza, Parma e a seguire Reggio e Modena. Bologna ha numeri più contenuti, ma qui il problema sono le case protette per anziani che stiamo tenendo sotto controllo. Ci sono state decine di morti. Faccio un appello si gestori: usate tutte le precauzioni e anche noi faremo il possibile". Una cifra che indichi il miglioramento? "Ora siamo ad una percentuale di contagi del 2,5% al giorno, siamo stati anche al 20%". Come va con i divieti di assembramento? "Bisogna fare di più. Anche se il tempo è bello non bisogna uscire, altrimenti si rischia di vanificare i risultati ottenuti. Anche nel rispetto dei sanitari impegnati senza sosta e con tanto rischio. Ci sono troppe persone in giro e poco distanziate. State a casa". I supermercati? "Ho chiesto loro di incentivare la consegna della spesa a domicilio a breve termine anche facendo accordi con i taxisti. Altrimenti non serve. E vanno rinforzati i controlli all’ingresso e all’interno per evitare concentrazioni di persone". Cosa ci insegna questa tempesta? "Il mondo scientifico deve incentivare la ricerca sui contagi e sulle epidemie, che oggi viaggiano veloci grazie alla globalizzazione, quasi tutte giunte dall’ Est asiatico. Serviranno appena possibile vaccinazioni di massa mirate e anche a bufera passata dovremo abituarci ad una pratica di igiene massiccia". Il sistema sanitario dovrà cambiare mentalità? "Di sicuro. Dovremo avere più dotazioni di terapie intensive e più specializzazione nei reparti. Gli investimenti di questi mesi per combattere il Coronavirus non devono andare perduti ma sono una garanzia per il futuro". © RIPRODUZIONE RISERVATA