Coronavirus, sette suore morte a Bologna. Strage in convento

Colpite le domenicane della Beata Imelde: il contagio forse portato da un operatore sanitario. In 17 accusavano i sintomi

Alcune suore in una fotografia d’archivio. Le Imeldine non sono suore di clausura

Alcune suore in una fotografia d’archivio. Le Imeldine non sono suore di clausura

Bologna, 20 aprile 2020 - Non ce l’hanno fatta sette delle 43 suore della Congregazione di domenicane della Beata Imelda. Il convento delle religiose sui colli bolognesi, al civico 14 di via di Barbiano, è stato colpito dal Coronavirus nei primi giorni del mese, quando si erano presentati i primi sintomi sospetti tra alcune delle residenti. Nei giorni successivi, a quanto si evince, la situazione è tragicamente peggiorata. Tutto è cominciato quando, poco più di due settimane fa, 17 suore accusarono febbre alta e malesseri riconducibili al contagio da Covid-19, come raccontato dal Carlino . Le altre suore, molto preoccupate anche perché sono diverse le anziane che superano gli 80 anni tra le religiose che vivono nella struttura, hanno immediatamente allertato l’Ausl.

L’Azienda è subito intervenuta adottando misure di contenimento del virus e disponendo la sanificazione delle aree interessate dall’infezione; nel frattempo, è stata aperta un’indagine mirata a ricostruire e approfondire la dinamica del contagio all’interno del convento . Ulteriori accertamenti saranno disposti per accertare che tutte le morti siano legate al virus.  

Nonostante le Imeldine non siano suore di clausura, si sospetta che l’infezione sia stata portata dall’esterno, forse da un operatore sanitario o da un portatore asitntomatico entrato in contatto con le religiose.  

In ogni caso, sono state sottoposte al tampone. Purtroppo, i timori sono stati confermati: a parte alcuni esiti negativi, gli altri hanno rivelato la positività al virus. Nonostante gli interventi immediati, le cure e le misure di sicurezza adottate nel convento già dalla fine di febbraio, non c’è stato nulla da fare per arginare l’infezione. Ora, le suore preferiscono non parlare della vicenda, chiuse nel loro dolore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA