Covid, casi in aumento in Emilia Romagna: "E' arrivata Omicron 5"

Altini (Ausl Romagna): "La risalita è dovuta all’alta contagiosità della variante e all’abbandono delle misure di protezione"

Cesena, 17 giugno 2022 - L’estate, il calore che spegne le bollicine di saliva prima che arrivino al naso di chi ci sta vicino, la vita all’aperto in fuga dalle stanze chiuse dove il virus ha buon gioco. E poi il gran numero dei vaccinati e quello ben più folto (e sommerso…) di chi ha già dato un passaggio al malefico virus ed è in parte immunizzato.

Omicron 4 e 5: primi casi nelle Marche

Mattia Altini, direttore sanitario dell'Ausl Romagna
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Ecco le certezze sulle quali abbiamo adagiato il nostro ottimismo, corroborato dal calo, continuo ma col freno tirato, dei nuovi casi di Covid-19 testati quotidianamente. Tranquilli, il virus in estate se ne andrà, ci è stato detto toccando ferro. Ma c’è qualcosa che non torna. Nella settimana appena trascorsa un balzo di mille casi in più in Romagna (da 2.316 a 3.322) ha scompaginato il castello delle certezze innescando timori e interrogativi. L’andamento è costantemente monitorato dal direttore sanitario dell’ASl Romagna, Mattia Altini.

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Dottor Altini come si spiega questa impennata?

"L’attuale trend di crescita è sicuramente importante ma anche altre esperienze europee, cito il Portogallo, hanno registrato una dinamica storicamente più elevata rispetto agli anni precedenti. Due le letture di questo aumento di casi: la grande contagiosità di Omicron 5, che però fortunatamente non determina importanti effetti di ricovero, e la diversità di comportamenti. Sono venute meno le misure raccomandate, ossia mascherine e distanziamenti, anche a causa dell’attenzione assorbita da altre emergenze come la guerra in Ucraina. Che una misura non sia obbligatoria non significa che non sia utile, soprattutto in un luogo affollato dove il distanziamento è difficile".

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Come inciderà sui ricoveri l’impennata dei mille casi in più?

"Gli effetti dei contagi sui ricoveri in genere si evidenziano dopo una quindicina di giorni. Oggi, dunque, non lo sappiamo. Ma la dialettica con i colleghi clinici ci fa essere abbastanza ottimisti. La gestione di questi nuovi casi è per la maggior parte domiciliare, con pochi sintomi. Ma il riferimento è a persone senza gravi fragilità".

I ricoveri in Romagna però restano stabili poiché sono calati di appena di 2 unità, da 100 a 98. Chi sono in genere le persone che finiscono in ospedale e addirittura in terapia intensiva, che sono ben 5?

"In genere sono persone con altre patologie e una età avanzata, non escludo che ci siano tra loro pazienti che non hanno completato il ciclo vaccinale".

Tra il 6 e il 12 giugno si sono registrati ancora 8 decessi causati dal virus. Sono morti di covid o con il covid?

"Oggi la dinamica di pervasività del covid ci ha costretto a cambiare la rilevazione di questo dato, c’è chi potrebbe presentare sia una condizione patologica molto critica che il covid. In questo caso, anche se vaccinato, il contagio è quella goccia che porta ad un esito infausto. Occorrerebbe esaminare caso per caso".

Stupisce che continuino ancora ad esplodere focolai nelle strutture residenziali e socio-assistenziali, 4 a Forlì e 2 a Cesena, dove le precauzioni sono altissime e i vaccinati praticamente il cento per cento.

"Noi abbiamo la percentuale dei vaccinati per età, che sono quelle tipiche degli ospiti delle Rsa, ma non possiamo escludere che ci siano condizioni che consentano il circolare del virus. L’immunità non garantisce dal contagio, ma dagli effetti gravi della malattia. Purtroppo non c’è identità tra le precauzioni e il risultato".

Cesena rappresenta in distretto dove l’aumento in una settimana è andato al raddoppio, 687 nuovi casi contro i 376 della settimana precedente. Forlì da 367 se n’è ritrovati 496. In alzata libera anche gli altri distretti romagnoli, ossia da 950 a 1.313 a Ravenna, 826 da 623 a Rimini. Cosa può aver differenziato tale andamento?

"Il numero dei casi è un combinato di fattori tra la contagiosità della variante, la circolazione del virus e i comportamenti delle persone. Non esiste un motivo assoluto per il quale in un’area i contagi crescono. I comportamenti di cautela andrebbero osservati anche se non obbligatori".

Chiusi in casa e distanti da tutti?

"No, solo un po’ di cautela, soprattutto nei luoghi affollati …".

Quante sono secondo lei le persone che si ammalano ma si gestiscono in casa con tamponi fa da te e sfuggono così all’indagine epidemiologica?

"Credo che sia un fenomeno numericamente poco rilevante. Sono convinto che il senso di responsabilità dei nostri cittadini sia alto, che tutti siano consapevoli dell’impegno di non mettere a rischio la salute degli altri".

Come sta andando la vaccinazione della quarta dose ai fragile e agli 80enni?

"Non di corsa. E’ una ulteriore difesa però, che va considerata seriamente".

E per tutti gli altri?

"Si lavora alla composizione di un nuovo vaccino, testato per combattere le nuove varianti. Aspettiamo indicazioni nazionali e poi, presumibilmente in autunno, la quarta dose dovrebbe essere disponibile".

Previsioni a questo punto?

"No, non ne facciamo… Stiamo tenendo la situazione sotto controllo, sia numerico che delle dinamiche ospedaliere. Siamo ottimisti, ma sollecitiamo a tenere comportamenti corretti".