Covid, scendono i contagi in Emilia Romagna, Marche e Veneto

La situazione epidemica continua a migliorare nelle tre regioni dopo l'inversione di tendenza registrata una settimana fa. C'è un calo generale di tutti i parametri covid, che comunque rimangono alti, con le percentuali dell'occupazione ospedaliera che diminuiscono lentamente. Sono i giovani fino ai 19 anni i più colpiti dal contagio. L'analisi dettagliata del monitoraggio settimanale

Bologna, 13 febbraio 2022 - In Italia la variante Omicron è ormai prevalente. A confermarlo è l'ultimo monitoraggio dei dati Covid del Ministero della Salute, che testimonia anche un trend in decrescita nell’incidenza, nella trasmissibilità e nel numero dei ricoveri, nonostante rimanga forte l'impatto sui servizi territoriali e assistenziali. 

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Pandemia Covid, il confronto tra Emilia Romagna, Marche e Veneto
Pandemia Covid, il confronto tra Emilia Romagna, Marche e Veneto

L'indice Rt in Italia, infatti, è sceso a 0,89 da 0,93 di una settimana fa e l'incidenza (numero dei contagi ogni 100mila abitanti) è quasi dimezzata: da 1.416 a 988. L'occupazione degli ospedali decresce più lentamente e c'è ancora un numero alto di morti giornaliere, ma con il progressivo calo dei contagi ci si aspetta numeri migliori nelle prossime settimane. Attualmente le terapie intensive italiane sono al 13% dell'occupazione (15% la settimana scorsa); i reparti non critici sono scesi dal 29 al 26%

Dopo che anche le mascherine non sono più obbligatorie all'aperto e le discoteche hanno potuto riaprire, dunque, pare ci sia un tentativo di ritornare gradualmente alla 'normalità'. Si veda anche lo stop a molte restrizioni o lo stop alle mascherine in molti altri paesi europei. Nonostante questo l'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, chiede di non abbassare ancora la guardia e avvisa: "La pandemia non è finita, Omicron non sarà l'ultima variante".

In generale sono i più giovani che trainano i contagi. Il più alto tasso di incidenza settimanale si registra nella fascia d’età 0-9 anni (1.966 contagi per 100mila abitanti). Segue la fascia dei 10-19 anni con un valore di 1.591 per 100mila abitanti. Sono però entrambe in continua diminuzione rispetto alle settimane precedenti.

I dati di Emilia Romagna, Marche e Veneto del monitoraggio numero 91, relativo alla settimana dal 31 gennaio al 6 febbraio, sono tutti in calo. Questa volta non c'è un parametro che salga e tutte le valutazioni (di probabilità di diffusione dell'epidemia, di impatto sugli ospedali, così come la classificazione di rischio) sono basse per tutte e tre le regioni. Vediamo nel dettaglio. (Qui l'analisi del monitoraggio numero 90).

Emilia Romagna

Continua il calo dei casi settimanali e dell'incidenza visti già la settimana scorsa. Dopo un periodo di dati altalenanti, anche l'indice Rt è tornato a scendere e questa volta scende sotto l'1, cioè 0,85 (da 1,11). 

I contagi settimanali sono quasi dimezzati (da 95.377 a 55.203) e questa è una bella notizia se si pensa al picco di positivi di 121.369 di tre settimane fa. L'incidenza, pur essendo ancora molto alta e sopra la media nazionale, ora è 1.241,76 (scesa da 2.145,45) e scende ancora nei giorni 4-10 febbraio: 1.116,40. Ricordiamo che il dato più alto registrato è stato di 2.730,12.

Riguardo l'occupazione degli ospedali, anche qui le percentuali sono migliori rispetto a una settimana fa e se già l'Emilia Romagna non rischiava la zona arancione, ora non c'è motivo di parlarne. Le terapie intensive sono occupate al 15% (in calo dal 17%); i reparti non critici sono passati dal 27 al 24%. Dati più o meno in media con quelli nazionali e in linea con la zona gialla.

In questo monitoraggio non si registrano allerte e ci si aspetta ulteriori miglioramenti per la prossima settimana.

Marche

Dopo il passaggio in zona arancione effettivo da lunedì 7, anche i dati marchigiani sono velocemente migliorati. Meglio gli ospedali, le cui soglie di occupazione la settimana scorsa hanno causato il cambio di colore. Le terapie intensive che erano al 21% (quindi sopra la soglia di allerta del 20%) ora sono al 18%; i reparti covid non critici sono scesi dal 33 al 29% e anche questi hanno abbandonato la soglia di criticità del 30%. Se continua così si potrebbe parlare di un ritorno in zona gialla. Si valuterà con il prossimo monitoraggio.

I casi settimanali intanto sono diminuiti di 10mila unità: da 31.675 a 21.005. Il picco era stato di 34.660 casi settimanali tre settimane fa. L'incidenza, invece, è passata da 2.109,69 a 1.399,02, con un decremento ulteriore nei giorni 4-10 febbraio: 1.289,1. Molto meglio l'indice Rt che nel monitoraggio precedente era molto alto e non faceva presagire un rallentamento dell'epidemia. Il passaggio è da 2,3 a 1,31.

Le Marche rimangono in zona arancione, ma questo monitoraggio nel suo complesso è positivo. Pur con dati ancora superiori alla media nazionale, si nota un rallentamento della pandemia.

Veneto

È stato il monitoraggio precedente a segnare finalmente un'inversione di tendenza del corso pandemico veneto. Dopo mesi di crescita, ora si conferma anche qui il calo della curva epidemica. 

Il dato migliore rimane quello degli ospedali, che hanno un'occupazione inferiore alla media nazionale. Le terapie intensive sono al 9% (in calo dal 13%), i reparti non critici sono al 18%, da 24% di 7 giorni fa. Delle tre regioni il Veneto è il più vicino alla zona bianca. La zona gialla infatti si raggiunge con terapie intensive superiori al 10% e reparti non critici superiori al 15%, oltre a un'incidenza maggiore di 50 casi ogni 100mila abitanti.

I casi settimanali hanno registrato un miglioramento notevole. Se il dato più alto di tre settimane fa era di 131.065 contagi, questa settimana sono stati 68.522. 105.613 la settimana precedente. Meglio anche l'incidenza che scende da 2.176,49 a 1.412,11, con un valore di 1.182. 

Infine, come in Emilia-Romagna anche in Veneto l'indice Rt scende sotto l'unità: 0,92, contro 1,12.