Incidenza Covid in Emilia Romagna, Marche e Veneto: boom di contagi

I parametri sono tutti in crescita a livello nazionale e anche nelle nostre tre regioni. Indice Rt in Italia a 1,21, tutto il Paese resta in zona bianca. Ecco tutti i numeri comprese le terapie intensive e i reparti non critici

Dati Covid Italia: il confronto tra Emilia Romagna, Marche e Veneto

Dati Covid Italia: il confronto tra Emilia Romagna, Marche e Veneto

Bologna, 12 novembre 2021 - Anche in Italia siamo entrati in piena quarta ondata Covid, seppure molto attutita nei numeri (rispetto allo scorso autunno) grazie alla campagna vaccinale. Tuttavia i dati e gli indici legati alla pandemia da Coronavirus sono in rialzo sul territorio nazionale e quindi anche in Emilia Romagna, Marche e Veneto. Tutte le regioni italiane sono ancora in zona bianca, ma, seguendo questo trend, alcune potrebbero rischiare nelle prossime settimane di entrare in zona gialla (rischia il Friuli). Per questo il ministro della Salute Roberto Speranza spinge per la terza dose di vaccino e ammette che è il momento di correre "con il richiamo per fermare la quarta ondata". Ricordiamo che per avere parametri da zona gialla bisogna avere l'incidenza sopra i 50 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione delle terapie intensive almeno al 10% e i ricoveri in area non critica almeno al 15%.

Dati Covid Italia: il confronto tra Emilia Romagna, Marche e Veneto
Dati Covid Italia: il confronto tra Emilia Romagna, Marche e Veneto

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Covid: incidenza dei contagi e indice Rt

Il nuovo monitoraggio settimanale della Cabina di Regia, diffuso dall'Istituto Superiore di Sanità, ha evidenziato, come dicevamo, una crescita delle regioni in cui l'incidenza dei casi di Covid-19 ha superato la soglia critica di allerta fissata a 50 casi su 100mila abitanti, limite a partire dal quale diventa difficile riuscire ad eseguire il tracciamento dei casi: sono 17 rispetto alle 13 della scorsa settimana. Il Veneto ha il terzo valore più alto a livello nazionale: 115,3 ogni 100mila abitanti. Più alti ci sono solo la Provincia autonoma di Bolzano (316,3) e Friuli Venezia Giulia (233,0). Si tratta di un balzo in avanti sostanzioso rispetto alla scorsa settimana, quando la regione del governatore Luca Zaia era al 75,3. Un balzo in avanti enorme lo fanno anche l'Emilia Romagna, che tocca quota 87,7 (la scorsa settimana era a 56,1), e le Marche che arriva a 88,1, dopo essere stata sette giorni fa a 58,87. Anche la media nazionale è cresciuta a 78 rispetto ai 53 della scorsa settimana. Aumenta anche l'indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici, pari ora a 1,21 (range 1,08 - 1,31): è stabilmente al di sopra della soglia epidemica. 

“Al momento – spiega il governatore del Veneto Luca Zaia – i parametri del Veneto indicano che siamo ancora molto lontani dalla zona gialla, ma il trend in aumento dei casi deve essere affrontato con la massima serietà: è importante vaccinarsi ed è indispensabile anche rispettare alcune regole basilari nella vita quotidiana, come indossare la mascherina nei luoghi chiusi e in quelli aperti dove si verifichino assembramenti. In caso contrario il passaggio in giallo è un’ipotesi concreta”.

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Ricoveri e terapie intensive Covid: il tasso di occupazione

Preoccupante (anche se stabile) resta la situazione nelle Marche che hanno raggiunto la soglia critica di allerta del 10% rispetto all'occupazione dei posti letto per Covid nelle terapie intensive: peggio fa solo il Friuli Venezia Giulia che è quasi all'11 (10,9%). Stabile anche il dato dell'Emilia Romagna che resta al 4%, mentre sale quella del Veneto al 5% (+1%). A livello nazionale il tasso è cresciuto dal 4% al 4,4%.

Nessuna regione ha superato la soglia di allerta del 15% per l'occupazione dei posti letto nei reparti di area medica, anche se il tasso in Italia sale al 6,1% contro il il 5,3% del 28 ottobre. In Emilia Romagna il tasso di occupazione dei posti letto in area non critica cresce al 5% (+1%), così anche nelle Marche dove raggiunge il 7% (+1%) e nel Veneto: 4% (-1%).  

Incidenza: i dati di tutte Regioni in Italia

Abruzzo (74,8) Basilicata (29,4) Calabria (64,8) Campania (86,8) Emilia Romagna (87,7) Friuli Venezia Giulia (233,0) Lazio (89,7) Liguria (78,8) Lombardia (56,8) Marche (88,1) Molise (29,7) PA Bolzano (316,3) PA Trento (76,0) Piemonte (58,9) Puglia (40,8) Sardegna (32,3) Sicilia (66,6) Toscana (71,9) Umbria (67,1) Valle d'Aosta (58,9) Veneto (115,3) Italia (78)

Colori regioni: tutti in bianco

L'Italia resta ancora tutta in bianco, malgrado tutti i parametri Covid siano in netta crescita. Dai dati della cabina di regia si evince che nessuna regione ha superato i tre parametri per la zona gialla, ossia l'occupazione delle aree mediche oltre il 15%, quella delle terapie intensive oltre il 10% e l'incidenza settimanale oltre 50 casi per centomila. Ma tutte, eccetto la Calabria, sono classificate a rischio moderato, con il Friuli Venezia Giulia ad alta probabilità di progressione a rischio alto.

Rezza: "Picco a Natale? Confidiamo nel Green pass"

Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, fa come al solito il punto dopo la cabina di regia. Sul possibile picco del Covid a Natale l'esperto è interlocutorio: "In questo momento è difficile fare previsioni, a meno che non si abbia la palla di vetro", premette, perché dipende dai comportamenti e potrebbe anche tornare la corsa al vaccino, mentre ora "c'è un po' di stasi". Comunque, spiega Rezza, "noi confidiamo nel fatto che le misure che sono state prese in Italia sono state più importanti rispetto a quelle prese in altri Paesi", come "il Green pass che non ci dà rischio zero però riduce il rischio di trasmissione dell'infezione negli ambienti chiusi". La raccomandazione è sempre la stessa: "Coprire con la vaccinazione anti-Covid e con un richiamo sia le persone più fragili sia le meno fragili che possono trasmettere l'infezione è particolarmente importante. Farlo subito ci può evitare il picco di casi che altrimenti ci costringerebbe a prendere misure gravose".

Quanto alla stagione sciistica alle porte, Rezza per ora non vede "segnali tali da rendere impraticabile la stagione sciistica, come negli anni scorsi. Il Green pass è uno strumento importante di prevenzione, ci vuole sempre buon senso: siamo contenti se tutti tornano a sciare, se l'attività riparte anche da un punto di vista economico. Certo se la situazione dovesse peggiorare al punto da determinare necessità d valutare alcune misure restrittive al momento non si può escludere, ma mi auguro davvero che non si arrivi a qual punto".