Covid: Emilia Romagna in zona arancione? Bonaccini non ci sta. "Non ero così convinto..."

Il presidente della Regione: “Forse avrei avuto motivo di dire qualcosa”. E difende l'autonomia in tema di sanità: “Garantiamo i migliori livelli di assistenza”

Covid: Bonaccini non ha condiviso la 'retrocessione' dell'Emilia Romagna in zona arancione

Covid: Bonaccini non ha condiviso la 'retrocessione' dell'Emilia Romagna in zona arancione

Bologna, 26 novembre 2020 – Stefano Bonaccini non ci sta a finire dietro la lavagna nonostante la sua Emilia Romagna sia stata 'retrocessa' in zona arancione nell'ambito dei provvedimenti anti-Covid. “A scuola, se uno viene bocciato, non è che vengono fermati per un anno anche quelli che vanno bene”, risponde a chi attacca il sistema delle autonomie regionali dagli schermi di 'Otto e Mezzo'. “La Fondazione Gimbe – argomenta - ha dimostrato che l'Emilia Romagna è la regione che garantisce i migliori livelli di assistenza nella sanità e ci viene riconosciuta, anche da altri, l'efficienza del sistema pubblico”.

Insomma, di delegare tutte le decisioni a Roma non se ne parla: “Non vorrei che si dovesse retrocedere e non vedere che ci sono realtà dove le cose funzionano, credo che sarebbero gli emiliano-romagnoli a non essere d'accordo con una centralizzazione in cui si trattano tutti come fossero incapaci”.

Il tema però esiste. Questi mesi di pandemia da Covid sono stati caratterizzati dalle divisioni pressoché quotidiane tra Governo e Regioni. Il presidente dell'Emilia Romagna e rappresentante dei governatori commenta: “Le Regioni hanno il dovere di lavorare insieme al governo e di dare risposte ai cittadini”. “Io - puntualizza - faccio il presidente della conferenza delle Regioni da cinque anni, nel 95% dei casi ha votato all'unanimità condividendo le decisioni dei governi, il 97% delle ordinanze sono state giudicate conformi. Poi ognuno è responsabile di quello che fa e di quello che dice, e non posso prendermi la responsabilità di quello che fanno e dicono gli altri. Quando ho firmato con il ministro Speranza l'ordinanza che ha inasprito le restrizioni della zona gialla, la mattina dopo ci siamo ritrovati in zona arancione. Forse avrei avuto motivo di dire qualcosa, mi avete sentito protestare, anche se non ero così convinto?”. Di certo l'obiettivo, adesso, è tornare alla svelta in zona gialla.

La lotta al Covid per Bonaccini non è solo una questione di politica sanitaria, è anche una vicenda personale. “Sto molto meglio - rassicura - devo ancora per un paio di settimane curare la polmonite bilaterale. Sono stato in ospedale solo una notte, c'è stato anche un momento di timore, ma io ho fatto quello che prescrivevano i nostri straordinari professionisti della sanità e le cose stanno andando bene”.

Nel salotto di Lilli Gruber c'è spazio anche per commentare l'attualità. "Da juventino ricordo quanti patemi ci ha fatto vivere – dice Bonaccini a proposito della morte di Maradona -. Ha avuto problemi fuori dal campo con degli eccessi, ma in campo è stato uno dei migliori al mondo come Pelè. Negli occhi di tutti rimarrà il gol contro l'Inghilterra, ma non quello di mano".

Quanto al caso della trasmissione 'Detto Fatto' e del tutorial per fare la spesa in modo sexy, commenta: “Bisogna fare un salto di qualità e che la tv di stato faccia questo è avvilente”. “È abbastanza avvilente - prosegue -, soprattutto in una giornata come quella di oggi. Io ancora negli occhi quando andai all'ospedale Bufalini di Cesena a trovare Gessica Notaro: io sono poco incline a commuovermi, ma quella mattina ho passato ore che non dimenticherò mai”.

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