Covid in Emilia-Romagna, ospedali al limite della saturazione

Nelle strutture della regione sono stati occupati, all'8 marzo, 286 letti su 333, mentre nei reparti Covid la saturazione è all'84%. Donini: "Ridotta l'attività chirurgica non urgente"

Covid, ospedali pieni in Emilia Romagna  (FotoCastellani archivio)

Covid, ospedali pieni in Emilia Romagna (FotoCastellani archivio)

Bologna, 9 marzo 2021 - L'Emilia-Romagna ancora sotto scacco del Covid. Oggi si registrano 2.429 nuovi casi, su 43.575 tamponi fatti, per una media di positivi sui test del 5,5%. Sono 44 i decessi, di cui 25 a Bologna. La situazione dei ricoveri è critica: oggi se ne aggiungono 21 in terapia intensiva e 84 nei reparti Covid. I malati sono in tutto 57.018, con un età media di 41 anni.

Le terapie intensive e i reparti Covid scoppiano e stanno per esaurire i posti. Negli ospedali della regione sono stati occupati, all'8 marzo, 286 letti - con un incremento di 50 nell’ultima settimana - su 333, mentre nei reparti Covid la saturazione è all'84% (2.563 su 3.046, con un incremento di 450 ricoveri sempre nell’ultima settimana). E' l'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, a fornire i dati, in Assemblea legislativa.

Numeri allarmanti che – spiega – “ci hanno indotto a prendere misure alternative per arrivare a una maggiorazione dei posti Covid, sia attraverso il privato accreditato”, dove i posti letto occupati sono 460 su 837 (54%), sia “riducendo l'attività chirurgica ambulatoriale programmata non urgente, una misura che non avevamo preso nemmeno a novembre, durante la seconda ondata. Ma oggi la situazione lo ha imposto".

“Non abbiamo abbassato la guardia – assicura – abbiamo eseguito, finora, tre milioni e mezzo e mezzo di tamponi molecolari e 500mila antigenici” ma “è straordinario notare nella sua drammaticità come il 20 febbraio scorso avevamo un'occupazione di posti in terapia intensiva e nei reparti Covid assolutamente sotto la soglia di guardia: il 23% per le terapie intensive e il 31% per gli altri reparti covid. Quindi dal 20 febbraio a oggi c'è stata un'impennata di casi e anche di ricoveri". “La situazione è molto impegnativa - ribadisce l'assessore - con elementi di preoccupazione soprattutto su Bologna". Un timore legato in particolare alla diffusione della variante inglese, di cui ad oggi si stima una prevalenza al 60% in Emilia-Romagna.

Per reggere all’urto della pandemia, la Regione ha realizzato un piano di rafforzamento della rete ospedaliera, a partire dai posti letto di terapia intensiva, passati dai 449 di fine 2019 ai 760 di oggi, di cui 605 permanenti e 155 temporanei. Aumentati quindi, in soli 14 mesi, del 70%.

Proprio per evitare la saturazione completa degli ospedali, Donini, in Assemblea legislativa, ha posto anche il tema delle terapie a casa dei pazienti colpiti dal Covid. “La comunità scientifica e le istituzioni – ha detto rispondendo a un'interrogazione di Silvia Piccinini (M5s) - diano indicazioni sulle cure a casa dei pazienti”.

"Da un lato - ha sottolineato - c'è la necessità di intervenire tempestivamente" per prevenire il peggioramento dei casi di Covid, ma dall'altro "è importante intervenire il più possibile a domicilio così da arginare l'onda che grava sui reparti ospedalieri". Come Emilia-Romagna, ha chiarito Donini, "abbiamo gli strumenti per intervenire a casa, le Usca, ma i protocolli farmacologici spettano al ministero".

“Non si può fare arrivare i pazienti in ospedale con una situazione che è già compromessa – protesta -. Oggi abbiamo il 5-6% al massimo di ospedalizzazione ma su numeri così grandi si crea la saturazione” dei posti Covid. D'altra parte, curando a domicilio, serve "la certezza su cosa utilizzare. Spero che da parte della comunità scientifica e dagli organismi preposti ci sia presto un'indicazione".