Covid, Rezza: "Green pass e vaccino hanno evitato la grande ondata"

Sulla campagna di immunizzazione abbiamo fatto "meglio della Germania", ma con il virus "dobbiamo rassegnarci a conviverci"

Giovanni Rezza, direttore della prevenzione sanitaria al ministero della Salute

Giovanni Rezza, direttore della prevenzione sanitaria al ministero della Salute

Bologna, 6 novembre 2021 - "Abbiamo evitato, grazie alle misure di prevenzione e adesso ai vaccini, la grande ondata del covid, quella che avrebbe saturato gli ospedali, li avrebbe congestionati, avrebbe fatto molti morti non solo a causa del virus direttamente", ma con il coronavirus dobbiamo rassegnarci a convivere. Anche se - grazie a protezioni, green pass e vaccini - l'obiettivo è farlo vivendo nel modo più normale possibile.

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Green pass per restare aperti

E' l'analisi di Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione al ministero della Salute, che è oggi a Bologna al primo giorno del Festival della Scienza Medica. Che prosegue: "L'introduzione" di misure come "il Green pass ha come obiettivo quello della riduzione del rischio" di trasmissione del Covid, "e di tenere aperte attività", spiega Rezza, che è anche dirigente dell'Istituto superiore della sanità (Iss), riferendosi ai luoghi pubblici maggiormente affollati come ristoranti, caffè, palestre e hotel, "diminuendo il rischio che avvengano e si manifestino focolai all'interno di queste strutture".

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Il vaccino

In Italia c'è stata una "campagna vaccinale veramente di successo", tra i diversi Paesi europei, per esempio, "siamo andati meglio della Germania", ha proseguito Rezza intervenendo al Festival della Scienza Medica. "Mediamente - ha aggiunto - le coperture sono piuttosto elevate ci avviciniamo al 90% di persone" che hanno fatto "la prima dose". Intanto, è già partita la corsa per la terza dose: come da indicazioni del generale Figliuolo, le Regioni hanno aperto le prenotazioni agli over 60, dopo averlo fatto già da settimane per gli over 80 e i soggetti fragili. 

Addio all'immunità di gregge

"In questo momento tendiamo a non parlare di raggiungimento dell'immunità di gregge ma di un livello di vaccinazione, che ci permette prima di tutto di svolgere attività, pur mantenendo alcune precauzioni, che ci permettono di vivere più o meno normalmente, e poi di convivere con un virus" che possa diventare nella "maggior parte dei casi controllabile. Questo è l'obiettivo che in questo momento ci si prefigge di raggiungere: lo svolgimento di tutte le attività possibili". Ad ogni modo, ha concluso, il Covid "è un virus che tenderà in qualche modo a endemizzarsi e dare focolai, di tanto in tanto, più o meno piccoli". E proprio per questo "è bene che oltre ai vaccini vengano anche sviluppati farmaci antivirali che siano monoclonali, in grado, nei casi in cui venga meno per alcuni individui la copertura vaccinale, di affrontare con un certo successo le persone che si ammaleranno".

Obiettivo convivenza con il virus

L'obiettivo - ha sottolineato Rezza - è la "convivenza con il virus", e le misure messe in atto servono a "permetterci di vivere più o meno normalemente, a convivere con un virus che possa dare solo in casi eccezionali malattia grave, ma che nella stragrande maggioranza sia controllabile". "Abbiano visto che laddove tutte le precuazioni vengono abbandonate - ha detto  Rezza - allora i vaccini da soli possono anche un po' faticare"

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