Furia Covid nelle Marche: l'ospedale di Ancona esplode

Sos ricoveri, i pazienti dirottati a Pesaro, Civitanova e San Benedetto del Tronto. Pressing dei medici: "Servono subito posti letto"

Nella terapia intensiva di Pesaro ricoverati 17 pazienti provenienti da Ancona

Nella terapia intensiva di Pesaro ricoverati 17 pazienti provenienti da Ancona

Ancona, 7 marzo 2021 - Marzo 2020, il piazzale antistante l’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale regionale Torrette di Ancona è letteralmente invaso dalle ambulanze: arrivano tutte da Pesaro e contengono pazienti Covid che il San Salvatore non ha potuto accogliere vista la drammatica emergenza della prima ondata. Marzo 2021, le parti si invertono e adesso è Torrette a chiedere aiuto agli altri ospedali delle Marche, quello di Pesaro in primis, dove trasferire pazienti Covid con polmoniti interstiziali gravi e l’urgenza di essere intubati e seguiti in terapia intensiva. Nell’ultima settimana una decina di pazienti gravi sono stati smistati sugli ospedali di Pesaro, ma anche a San Benedetto e al Covid Hospital di Civitanova (va detto che nei mesi scorsi, in piena seconda fase, l’ospedale di Torrette ha accolto tanti pazienti di intensiva e di semi-intensiva soprattutto dalla ‘Astronave’ di Civitanova). Gli ultimi tra ieri e la serata di venerdì: "Se non avessimo una rete funzionante a livello regionale potremmo dire di essere in forte difficoltà, ma per fortuna ci sia aiuta tra di noi, con gli altri ospedali del territorio", ha commentato il direttore generale di Ospedali Riuniti, Michele Caporossi. C’è qualcosa, tuttavia, che non quadra.

Un anno fa l’emergenza pandemica travolse il pesarese prima del resto della regione e non diede respiro. Oggi, esattamente un anno dopo, non si dovrebbe parlare di emergenza, quindi l’ospedale principale delle Marche, unico Dea di II livello, paga una serie di carenze, una, in particolare, a livello strutturale: i lavori per la creazione di una nuova unità di terapia intensiva con 20 posti letto in più, iniziati in colpevole ritardo e il termine previsto per aprile. purtroppo l’emergenza è adesso.

È importante sottolineare che buona parte della responsabilità va ascritta all’ordinanza dell’ex commissario Arcuri che ha nominato Caporossi ‘soggetto attuatore’ soltanto il 9 ottobre scorso, coi lavori affidati settimane più tardi. Nonostante questo gap, la direzione di Ospedali Riuniti non cede alle richieste di allargare l’area Covid, nonostante una lettera accorata dei medici, anestesisti in primis, della stessa azienda. Le soluzioni ci sarebbero, ma significherebbe sacrificare interventi e reparti con i rispettivi primari, il cui peso specifico conta negli equilibri aziendali, tutt’altro che inclini a cedere. Se Torrette piange, gli altri ospedali della provincia di Ancona non ridono di certo. Jesi sta profondendo il suo massimo sforzo nella lotta al Covid avvicinando addirittura i numeri di Torrette anche se parliamo di dimensioni e volumi nettamente inferiori.

Peggio di Torrette sta soltanto l’Inrca con la sede centrale, il geriatrico di Ancona, trasformato in un lazzaretto Covid mentre la sede secondaria di Osimo è stata tenuta ‘pulita’. Una scelta aziendale che poteva essere giustificata nella prima fase, un anno fa, ma non adesso. Fa pensare, in particolare, la chirurgia, da fiore all’occhiello della sanità regionale a reparto prestato ai casi Covid più disperati.

Di fronte a questo scenario, all’azienda ospedaliera Marche Nord di Pesaro va riconosciuta una specie di restituzione un anno dopo. Se a marzo 2020 fu Torrette ad accogliere i malati di Covid, stavolta è stata soprattutto l’azienda pesarese che registra 17 pazienti provenienti da Ancona su 28 posti di terapia intensiva. Il che conferma la drammaticità della situazione del grande ospedale marchigiano ma anche la capacità della gestione della direzione di Marai Capalbo di anticipare i tempi con i nuovi venti posti di terapia intensiva. Stavolta saranno i pazienti dorici intubati a Pesaro a ringraziare Marche Nord e la rete regionale ospedaliera. Nel frattempo a Pesaro si registrano nuovi intasamenti al pronto soccorso ma si regge l’urto pur avendo molte meno armi di Ancona. La curva dei contagi a livello provinciale è però così preoccupante che la Regione ieri ha convocato i sindaci per discutere di un’anticipazione della zona rossa nella provincia di Pesaro e Urbino, che ha numeri in ritardo di una settimana su Macerata. L’annuncio è previsto per domani.