Covid, il medico di base: "Lavoriamo 14 ore al giorno. Il tracciamento è saltato"

Forlì, situazione drammatica negli ambulatori. Vincenzo Immordino (sindacato Simet): "Tra le 7 le 20 ricevo 200 telefonate. C’è chi non capisce le nuove norme e chi non trova risposte dall’Igiene Pubblica. E a Natale sono risultato anch’io positivo"

Forlì, 9 gennaio 2022 - I medici di base sono "sommersi" di telefonate. Vincenzo Immordino, oltre che segretario provinciale del sindacato SiMet, è medico del Nucleo di cure primarie 3 di Forlì. Per avere un ordine di grandezza, "io rispondo a circa 200 telefonate al giorno, per cui non riesco neanche a immaginare quante ne possano ricevere all’Igiene Pubblica".

Gli uffici di quest’ultima sono oberati di lavoro e alcuni cittadini hanno segnalato la difficoltà (o impossibilità...) di contattarli al momento di richiedere di effettuare un tampone di fine quarantena. Questo però è un circolo vizioso, perché visti i numeri crescenti dei contagi è difficile vedere la luce in fondo al tunnel.

Vincenzo Immordino opera nel nucleo di cure primarie ‘Forlì 3’ ed è anche sindacalista
Vincenzo Immordino opera nel nucleo di cure primarie ‘Forlì 3’ ed è anche sindacalista

Il sindacalista intende evidenziare "lo stoicismo" dei medici di base, che lavorano in media "13-14 ore al giorno, senza alcun riconoscimento economico aggiuntivo". Oltre all’elevato numero di positivi questa situazione si è venuta a creare "da una normativa che cambia di continuo e che i cittadini spesso non riescono a comprendere. Per questo si rivolgono a noi".

Altro grande problema: "Da inizio dicembre a oggi, 121 miei pazienti sono risultati contagiati, con relative quarantene: è il 7% del totale. Ieri altri 11. Purtroppo in questo marasma è saltato il tracciamento, per cui non si capisce neanche più con quante persone il positivo è venuto a contatto".

Il fronte dei medici di base "è allo stremo. Non sempre riusciamo a dare risposte esaustive". Per avere un’idea della giornata lavorativa tipo, Immordino racconta quella di venerdì, "iniziata alle 7 e finita, in studio, alle 20. Poi, alle 22 circa, ho finito col mandare messaggi sul telefono. Il tutto senza pranzare. Ce la stiamo mettendo tutta, ma questa è la situazione. Non è semplice".

C’è poi il fronte vaccinale. "Continuo a vaccinare i miei pazienti. Ho iniziato lo scorso ottobre e la richiesta c’è sempre. In media, al mese, credo di vaccinare 250-300 persone".

Capita poi anche ai medici di base di ammalarsi. "Sono vaccinato e faccio regolarmente i tamponi perché vado in casa di riposo. Di recente ho avuto anch’io il Covid, ed ero completamente asintomatico".

Il medico ha fatto il tampone il 20 dicembre, ricevendo la comunicazione della positività il 22 e restando in isolamento fino al 30 dicembre. "Nel frattempo ho continuato a lavorare, per quanto possibile, da casa. Indirizzavo chi chiedeva ricette alla segretaria per andarle a ritirare e presentavo richieste di tamponi a chi ne aveva la necessità". Nei primi giorni di malattia "sono riuscito a dirottare i pazienti a un mio collega, poi a dare man forte è arrivato un medico in pensione".

 

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