Covid e nuove cure, Burioni: "Paxlovid farmaco straordinario, ma agire subito"

Il virologo pesarese, ospite di Fabio Fazio, si è confrontato anche con l’ex direttore dell’Ema, Guido Rasi sull'opportunità di allentare le misure

Roberto Burioni da Fazio a 'Che tempo che fa' parla di Paxlovid

Roberto Burioni da Fazio a 'Che tempo che fa' parla di Paxlovid

Pesaro, 20 febbraio 2021 - Proprio nel giorno del secondo anniversario della pandemia in Italia, il virologo pesarese Roberto Burioni tiene la sua ormai consueta 'lezione' sul Covid a 'Che tempo che fa', su Rai Tre. E parla di cure, anzi di nuove cure: ovvero Paxlovidla pillola antivirale targata Pfizer.

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La pillola anti Covid Paxlovid (Ansa)
La pillola anti Covid Paxlovid (Ansa)

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Prima del monologo sul nuovo farmaco anti-covid, il professore - ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele - si è confrontato con l’ex direttore dell’Ema (Agenzia Europea dei Medicinali), il medico padovano Guido Rasi, sull'opportunità di allentare le misure da parte del Governo. Fermo restando che alla base di ogni ragionamento c'è sempre la "necessità di vaccinarsi". "Perché del virus non conosciamo tutto, ed è in continua mutazione. Mentre del vaccino sì ormai", afferma Rasi, in collegamento con lo studio. Come convincere chi fa ancora resistenza? "Difficile trovare argomenti più lampanti del 70% dei ricoverati che è no vax. L'evidenza è così schiacciante..."

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Chi ha fatto la terza dose si può contagiare?

Conduttore e ospiti tengono a chiarire il punto dei contagi tra vaccinati, che ormai sappiamo essere possibile. "Chi ha fatto la terza dose si può certamente contagiare, ma il rischio, nel caso, per sé e per gli altri resta minimo", affermano Rasi e Burioni. "La quota dei vaccinati, che è notevole, consentirà di allentare progressivamente le misure", prosegue il medico veneto. Gli fa eco Burioni: "L'uscita dall'emergenza passa prima di tutto attraverso la vaccinazione. Chi non lo ha fatto ancora lo dovrebbe fare". 

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Recrudescenza in autunno?

Possiamo escludere una recrudescenza dell'epidemia in autunno? Fabio Fazio si rivolge ad entrambi. Rasi: "Non sappiamo che succederà, ma una ripresa ci sarà senz'altro. Lo capiremo meglio da maggio, giugno, sempre che non arrivi un'altra variante prima. Ora è il momento di pensare a misure strutturali: impianti di aerazione per esempio".

E poi Rasi dà la sua ricetta per agire con tempestività: "Formazione immediata degli operatori sanitari sulle procedure e sulle cure. Con linee guida molto semplici".

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Paxlovid: come funziona la nuova cura?

Il Paxlovid è un farmaco antivirale, un "veleno selettivo", spiega Burioni, introducendo il tema al centro del suo intervento. "Ossia deve fare male al virus ma non al paziente. E' quindi complesso da ottenere". 

Uno dei punti forza del covid è di essere estremamente contagioso. "Ci sono 100 miliardi di virus infettivi in un malato di covid - dice -. Quando la cellula non è adeguata alle sue esigenze il virus usa una struttura propria, che può essere bloccata". Come? Con il farmaco che blocca la proteasi virale.

Ma cos'è e come funziona la proteasi virale? Il professore la descrive come delle forbici, che consentono al virus di sdoppiarsi e replicarsi. Il Paxlovid blocca queste forbici, ossia la proteasi virale. 

Cinque giorni per intervenire

"Una ricerca di giovedì scorso, di una nota rivistascientifica ha mostrato come il farmaco abbia dato protezione quasi al 90% dal ricovero e dalla morte", spiega ancora il virologo. Bisogna però agire in fretta, perché dalla diagnosi abbiamo poco tempo: una volta accertata la positività, bisogna iniziare subito con il farmaco: entro 5 giorni. "Dopo 5 giorni la terapia non è più efficace - aggiunge -. Adesso dobbiamo prepararci perché sprecare qualcosa di così prezioso e potenzialmente così positivo per una disorganizzazione sarebbe veramente imperdonabile. Infine ricordiamoci che avere un farmaco antivirale non diminuisce minimamente l'importanza della vaccinazione".