Coronavirus, ospedali già in crisi. Saltano visite e ricoveri extra Covid

Emilia Romagna e Marche, stretta negli ospedali per l’emergenza virus. A rischio gli interventi chirurgici programmati: il punto da Piacenza ad Ascoli

Un intervento chirugico al Sant’Orsola: la medicina extra Covid rischia di rallentare

Un intervento chirugico al Sant’Orsola: la medicina extra Covid rischia di rallentare

Bologna, 28 ottobre 2020 - La seconda ondata di Coronavirus sale e, negli ospedali dell’Emilia-Romagna e delle Marche, si rischia, ancora una volta, il rallentamento se non il blocco di ricoveri, operazioni chirurgiche e visite specialistiche. Un film già visto a marzo-aprile, su cui ha lanciato l’allarme anche il Presidente Sergio Mattarella. Le Marche sono già in emergenza. All’Ospedale regionale Torrette di Ancona, sono stati bloccati i ricoveri programmati in molti reparti e in Psichiatra e Cardiochirurgia. La crescita dei contagi, inoltre, sta spingendo la direzione sanitaria di Marche Nord ad accelerare il trasferimento dei servizi verso l’ospedale di Fano e a blindare i reparti dove si trovano i degenti fragili e immunodepressi.

In Emilia-Romagna, la situazione più critica è a Modena, dove L’Azienda Ospedaliero-Universitaria ha annunciato una riduzione dei ricoveri programmati procrastinabili in area chirurgica, da oggi al 3 novembre. Verranno garantiti solo gli interventi urgenti e quelli per patologia oncologica classe A. Un provvedimento necessario, spiega l’Azienda, per espandere le aree per i pazienti Covid, sia al Policlinico di Modena che all’Ospedale Civile di Baggiovara. Negli altri ospedali della regione, le attività nei reparti e gli interventi chirurgici rallentano, ma non si fermano. Se, però, i casi aumenteranno, si rischia che vadano in tilt come nella prima ondata. "Il sistema per ora tiene, ma c’è preoccupazione" dice Cristina Marchesi, direttore generale Ausl Reggio Emilia, "Adesso la pressione dei ricoveri Covid è più progressiva rispetto alla prima ondata e siamo in un punto di equilibrio se, però, i contagi aumenteranno, rallenteranno le attività programmate, anche per la mancanza di personale". A dirlo, chiaramente, ieri, anche Chiara Gibertoni, direttore generale del Sant’Orsola. "Stiamo andando avanti, ma non so fino a quando, con la chirurgia programmata e le prestazioni ambulatoriali", ha ammesso.

Per ora, non è stato chiuso nessun reparto, ma l’Ospedale Bentivoglio è diventato ‘Covid hospital’ e i ricoveri vengono spostati negli ospedali vicini. A Cesena, la degenza di Medicina interna del Bufalini è stata riconvertita a reparto Covid. A Modena, l’Ospedale di Vignola ha aperto, ieri, un’area dedicata al Covid e l’Ospedale di Sassuolo accoglierà pazienti positivi, in un’area dedicata, mentre a Reggio Emilia vengono riempiti i reparti disponibili degli ospedali di Guastalla e Scandiano, convertiti in ‘Covid hospital’. La situazione è molto vicina a esplodere e ha suscitato malumori e proteste da parte di medici di base, ospedalieri e pazienti.. Secondo i dati della Regione Emilia-Romagna, i posti letto dedicati al Covid sono 1.358, 141 in terapia intensiva (sui 646 allestiti) e 1.217 ordinari in altri reparti Covid.

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