Covid, quando fare il tampone. Incubazione e sintomi con Omicron

Il direttore sanitario di Dyadea di Bologna, Fausto Francia, spiega quando e perché il test può non essere attendibile e interviene anche sulla quarta dose di vaccino anti Covid: "Sì al richiamo per anziani e fragili, per il resto della popolazione si va verso un siero che copra sia dall'influenza stagionale che dal virus"

Bologna, 14 aprile 2022 - Vaccino anti Covid d’autunno. Per qualcuno sarà quarta dose, per altri “potrà essere un preparato adatto a combattere il Covid e l’influenza stagionale”. Fausto Francia, direttore sanitario del poliambulatorio bolognese Dyadea di via Larga guarda già avanti, a un “futuro in cui ancora avremo a che fare col Covid”.

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Fausto Francia, direttore sanitario poliambulatorio Dyadea
Fausto Francia, direttore sanitario poliambulatorio Dyadea

La vaccinazione sarà quindi ancora la prima arma nel nostro arsenale?

“Se vogliamo giocare d’anticipo sì. Personalmente credo che la quarta dose sarà indispensabile per le persone altamente fragili e per gli ospiti delle residenze anziani, dove il rischio di focolai è concreto”.

E per tutti gli altri?

“Per il resto della popolazione si delinea la prospettiva di un vaccino che copra sia dal virus influenzale che dal Covid, bisognerà vedere quanti passi avanti farà la produzione nei prossimi mesi”.

Guardiamo a oggi: Omicron, Xe...e negli ultimi giorni anche Xf, quali sono le varianti che dominano la scena?

“Mancano ancora le percentuali esatte (in corso ci sono studi di prevalenza), Omicron sicuramente la fa da padrona, e ultimamente si sente sempre più parlare della variante Xe, il frutto di una filiazione fra Omicron 1 e 2”.

Ci dobbiamo preoccupare?

“La fortuna è quella che dalla nostra parte abbiamo per ora la variabile del clima che concede meno terreno fertile al virus e aiuta a contenere l’infezione. Oltre a questo c’è da sottolineare che le varianti, per non estinguersi, puntano alla sopravvivenza del loro ospite. Sono quindi normalmente più contagiose ma meno aggressive”.

Che sintomi hanno?

“Diversamente al virus delle origini agiscono a livello delle alte vie aeree. Non creano danni gravissimi ai polmoni, ma assomigliano molto di più a una semplice influenza, accompagnata da qualche sintomo gastrointestinale”.

In caso di comparsa di uno di questi sintomi è bene fare il tampone?

“Il nostro consiglio è quello di fare il test di controllo 48 ore dopo il contatto con un caso positivo, prima rischierebbe di non essere attendibile. Questo perché Omicron ha circa due giorni di incubazione, decisamente più bassa rispetto ai virus delle origini, che arrivava fino a dieci”.

Capita che pazienti si facciano un tampone a metà quarantena quasi per curiosità e risultino negativi, per poi invece risultare positivi all’ultimo tampone di controllo, perché succede?

“Dipende in gran parte da chi esegue il tampone e di che tipo è. Nel caso di un test molecolare l’affidabilità è del 99%, mentre con i rapidi ‘casalinghi’ le percentuali d’errore aumentano notevolmente. Ogni volta che si presenta una nuova variante la domanda che si presenta agli esperti è: ‘Bucherà il vaccino?’ ‘E i tamponi?’, di sicuro restano entrambi la prima frontiera nella prevenzione al Covid”.