Covid, tampone positivo: cosa fare e quanto dura l'isolamento

Ecco cosa cambia dopo l'ultimo decreto del Governo a seconda che un soggetto sia vaccinato o non vaccinato, sintomatico o no

Bologna, 3 gennaio 2021 - I contagi da Covid stanno aumentando a dismisura e per causa di questa quarta ondata resa così contagiosa a causa della variante Omicron, che però - secondo i primi studi - sembrerebbe meno letale delle precedenti. Ieri in Italia ci sono stati 61.046 nuovi contagi, con un tasso di positività che tocca quasi il 22%. Numeri che non si erano mai visti durante questi due anni di pandemia. Il rischio di contagiarsi è alto e, se succede, cosa si deve fare? Per prima cosa, una volta che il tampone è risultato positivo, sia che si tratti di soggetti asintomatici, sia sintomatici, bisogna chiamare il proprio medico.  

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Per ciò che riguarda l'isolamento, poi, le regole sono cambiate dopo l'ultimo decreto legge promulgato dal Governo Draghi, il 30 dicembre 2021 ed entrato in vigore il giorno successivo. Regole che riguardano anche la quarantena, la differenza di comportamenti da seguire tra vaccinati e non vaccinati e l'introduzione del Super Green Pass anche in altri ambiti oltre a quelli dove è già in vigore (probabilmente poi verrà reso obbligatorio anche sul luogo di lavoro).   

 

Covid, tampone positivo: come funziona l'isolamento con le nuove regole

Se una persona si contagia col Coronavirus, ci sono modalità diverse da seguire per non vaccinati e vaccinati. "Quanto ai soggetti contagiati che abbiano precedentemente ricevuto la dose booster - spiega la Circolare del Ministero della Salute sulle nuove misure anti-Covid -, o che abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, l’isolamento può essere ridotto da 10 a 7 giorni, purché i medesimi siano sempre stati asintomatici, o risultino asintomatici da almeno 3 giorni e alla condizione che, al termine di tale periodo, risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo". 

Se, dunque, una persona non è vaccinata, non ha completato il primo ciclo di vaccinazione (o lo ha completato ma da oltre 120 giorni), deve restare in isolamento per 10 giorni (purché asintomatica da almeno 3 giorni) e, come nel caso precedente, sottoporsi a tampone al termine dell'isolamento. Potrà uscire dall'isolamento se il test avrà dato esito negativo.       

"In tutti i casi descritti - dice ancora il documento governativo -, per la cessazione della quarantena è necessario l’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare. Nel caso in cui il test sia effettuato presso centri privati abilitati, è necessario trasmettere alla Asl il referto negativo, anche con modalità elettroniche".

Contatto stretto con un positivo: cosa fare

Per chi non è vaccinato e ha un contatto stretto con un positivo resta sempre la quarantena di dieci giorni e al termine un tampone negativo. Non c'è più la quarantena, invece, per chi ha avuto un contatto stretto con un positivo, ma ha effettuato la terza dose oppure ha ricevuto la seconda dose (o è guarito dal covid) da meno di 120 giorni. Scatta a questo punto l'auto-sorveglianza: questa persona dovrà indossare per dieci giorni una mascherina tipo Ffp2 ed effettuare - solo qualora sintomatico - un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso. Per la cessazione dell’auto-sorveglianza è necessario l'esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare

Per chi ha un Green pass rafforzato, ossia almeno due dosi o guarigione, da almeno 120 giorni ed è asintomatico, la quarantena si riduce da 7 a 5 giorni, al termine di questo periodo, sarà richiesto un tampone con esito negativo.

 

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