Covid Veneto, il bollettino del 5 gennaio. Boom di contagi e decessi

Sono 3.151 i nuovi positivi al coronavirus a fronte di 55mila tamponi effettuati (ieri 1.682), le vittime sono 175 (ieri 50). Zaia: "La situazione è seria, scuola a distanza? Scelta obbligata, non è colpa degli studenti". Vaccini: 23.644 dosi somministrate (60,8%)

Covid Veneto, il bollettino del 5 gennaio

Covid Veneto, il bollettino del 5 gennaio

Venezia, 5 gennaio 2020 - Contagi Covid quasi raddoppiati in Veneto, sono oltre 3 mila come spiegato dal governatore Luca Zaia, nella diretta facebook per illustrare il bollettino di oggi 5 gennaio. E purtroppo c'è un nuovo picco di decessi: ben 175, per un totale di 6.988 dall'inizio dell'emergenza (ieri 1.682 contagi e 50 morti).

Sono 3.151 i nuovi positivi al coronavirus a fronte di 55mila tamponi effettuati nelle ultime 24 ore (5,66% di positivi sul totale dei tamponi).

Veneto in bilico tra rosso e arancione

Il Governo sta valutando di abbassare le soglie che fanno scattare il cambiamento di fascia, spiega Zaia. In attesa del testo finale del decreto, l’ipotesi più probabile è che la zona arancione scatti con Rt sopra 1, quella rossa se si supera quota 1,25. Il Veneto pare quindi sempre più vicino a un prolungamento delle restrizioni anche dopo le feste. "Con indice Rt sopra 1 si va in arancione, sopra 1,25 si va in zona rossa". Le questioni sono poche, secondo il governatore. "Ho sentito Speranza anche prima, ma ad oggi non sappiamo nulla di preciso. Vedremo quale classificazione ci sarà dedicata, e la rispetteremo". 

Ricoveri stabili

Praticamente invariato il numero dei ricoverati: 3.457. Sostanzialmente stabile la pressione sugli ospedali: i pazienti Covid nei reparti non critici salgono a 3.066 (+7), mentre scende a 391 (-9) il numero dei malati in terapia intensiva. Gli attuali positivi in regione sono 94.228 (-728).

Veneto: ritorno a scuola a febbraio

Zaia ha firmato ieri una nuova ordinanza regionale. La stessa decisione è stata presa dal Friuli Venezia Giulia e dalle Marche. "La scelta dello smart working per le superiori è stata fatta per il bene della collettività. I ragazzi non hanno una colpa - ha precisato Zaia -, ma bisogna evitare ogni forma di assembramento. Chiaro che la situazione ideale non è che la scuola sia appesa a un wifi. Rpusseau diceva che ogni volta che apre una scuola chiude un carcere. Quindi noi riconosciamo l'importanza delle lezioni in presenza, ma lo stato attuale è grave, per cui chiediamo uno sforzo ulteriore". 

Impianti di sci aperti e scuole chiuse

Secondo Zaia non sono in contrapposizione le due cose. Semplicemente perché lo smart working, tanto spinto dal governo in tutti i settori, è applicabile a scuola, ma "non nelle piste da sci". 

Scuola e nuovo protocollo

Se viene riscontrato un caso di positività, tutta la classe viene messa in quarantena, come spiega la dottoressa Russo, e sottoporsi poi a tampone molecolare al decimo giorno. 

Vaccini in Veneto: 60,8%

Sono 23.644 le dosi di vaccino somministrate in Veneto alle ore 12.00 di oggi, pari al 60,8% della dotazione. Lo ha comunicato in conferenza stampa il presidente regionale Luca Zaia. "Abbiamo una macchina in funzione - ha aggiunto - è oliata e funzionante". 

La dottoressa Francesca Russo, capo del dipartimento di prevenzione della Regione Veneto, è intervenuta sulla somministrazione dei vaccini: “Abbiamo 38mila dosi a settimana, come da previsione i vaccini vengono distribuiti alle Ulss che hanno avviato le vaccinazioni dal 30 dicembre. La prima fase è per operatori sanitari, ospiti e operatori Rsa e popolazione fragile. 185mila dosi devono arrivare entro fine mese con l'ultima tranche della prima fase. Per quanto riguarda gli operatori sanitari, le Ulss hanno predisposto una stratificazione di rischio: sono stati chiamati tutti quelli più a contatto con soggetti che possono essere contagiosi. A oggi si parla di 18639 persone. Successivamente abbiamo considerato anche i volontari direttamente coinvolti nell'emergenza virus, anche i privati accreditati, e il settore sanitario privato”. “In questi giorni - prosegue la dottoressa Russo - stiamo iniziando a pensare alla Fase 2, quando cominceremo a vaccinare la popolazione generale. I soggetti ultra 80enni, che sono circa 360mila, riceveranno un invito spedito a casa. Nessuno verrà escluso anche se non riceve la lettera. Poi dai 79 a 70 anni, una fascia a rischio perché sono questi i soggetti che vengono ricoverati in terapia intensiva e area non critica. A seguire dai 69 ai 60 anni. Se arriveranno vaccini per tutti e tre gli scaglioni vaccineremo questi tre settori contemporaneamente. Oltre ai 60enni dobbiamo considerare le categorie a rischio di qualunque età. Speriamo di poter vaccinare insieme ai 60enni anche i soggetti appartenenti ai servizi essenziali. Tutta questa programmazione può essere realizzata in proporzione ai tempi di arrivo e quantità di vaccino: più vaccini abbiamo e più veloci andiamo”.

Varianti Covid

Servono ancora conferme sulla sequenzialità , "ma le due varianti individuate in Veneto sembrerebbero legate a una maggiore gravità e diffusibilità", ha specificato la dottoressa Russo nella conferenza stampa in diretta. 

 

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