Covid Veneto oggi: bollettino 5 dicembre. Zaia teme gli assembramenti

Il Governatore preoccupato per il ponte dell'Immacolata: "Non vorrei dover emanare una nuova ordinanza, sarebbe un fallimento”

Covid Veneto oggi: Zaia teme gli assembramenti

Covid Veneto oggi: Zaia teme gli assembramenti

Venezia, 5 Dicembre 2020 - Continuano a crescere i contagiati dal coronavirus in Veneto, che oggi sono arrivati a 161.805 (+3.607 nelle ultime 24 ore, ieri +3708). Salgono gli attualmente positivi, che toccano quota 74.958 (+2029). Aumenta anche il numero di deceduti, che sono in totale 4.173 (+108 nelle ultime 24 ore, ieri +83).

AGGIORNAMENTO Coronavirus Veneto: Calano decessi e contagi

Emilia Romagna in zona gialla. Bonaccini: "Non è un liberi tutti" - Marche in zona gialla, Acquaroli: "Curiamo le ferite" - Il Veneto resta giallo

Tornano a crescere i ricoverati negli ospedali, che oggi sono 3.059 (+18). 2.719 sono in area non critica (+15), di cui 2.489 positivi (+12) e 230 negativizzati (+3). Sono 340 le persone ricoverate in terapia intensiva (+3), di cui 312 positive (+3) e 28 negativizzate (dato stabile).

​Zaia: "Preoccupato per gli assembramenti"

“E' il primo weekend lungo contando anche il ponte dell'Immacolata - afferma il Governatore Zaia -, la gente andrà a fare shopping. Lunedì 7 è prefestivo: centri e parchi commerciali restano chiusi. Il nostro Rt è a 1,1 il più alto d'Italia, anche se in calo. Il Veneto è in zona gialla perchè ha saputo gestire bene la pressione sanitaria ma adesso, con oltre 3mila ricoveri, il problema si sente. Siamo fortemente preoccupati per gli assembramenti che continuano a esserci: noi ci aspettiamo che le curve inizino a virare verso il basso. Ci sono fiumi umani che prendono d'assalto i centri cittadini, i grandi magazzini, i negozi: c'è chi non vuole proprio capire. Non vorrei dover metter mano di nuovo ad un'ordinanza contro gli assembramenti, sarebbe un fallimento”. “Ultima settimana stabile - spiega Paolo Rosi, responsabile delle terapie intensive -, siamo tra i 300 e i 340 ricoverati, con 20-25 pazienti che ogni giorno entrano e grossomodo altrettanti che escono. Un afflusso di 25 pazienti al giorno in terapia intensiva è un afflusso critico. Sappiamo che ogni 200 persone positive, una finisce in terapia intensiva con un quadro clinico grave. Sopravvive poco più del 50% dei ricoverati in terapia intensiva. Questo dato è stabile da un mese. L'altro aspetto da sottolineare è che una buona parte dei pazienti resta a lungo ricoverato. Chi muore in genere resta 20 giorni in terapia intensiva. Per ridurre i ricoveri bisogna ridurre i positivi, ad oggi non c'è altra strada. Fasce di età: oggi metà dei pazienti in terapia intensiva ha più di 70 anni, l'altra metà ha meno di 70 anni. Ma attenzione, la mortalità è elevata anche nei 50enni e 60enni. A marzo la mortalità nelle terapie intensive viaggiava attorno al 30-35% non molto lontana da quella attuale”.

Covid Italia oggi

L'hub nazionale dei vaccini Covid sarà nel sito di Pratica di Mare

Spostamenti vietati sotto Natale: passa la linea dura. Posti di blocco e controlli con droni

Monta la marea no-vax: dalla Francia agli Usa

Censis: rabbia e paura, il virus segna gli italiani