
Nel giorno in cui si apre il Micam – da oggi a mercoledì alla Fiera di Milano – i calzaturieri incassano una prima vittoria sul fronte del credito d’imposta. "Il ministro Urso ha firmato un decreto che evita alle imprese la restituzione entro novembre del credito d’imposta sulle spese sostenute e documentate, che invece ogni impresa credeva garantite, così come chiesto dall’Agenzia delle entrate", dice Valentino Fenni, presidente della sezione calzaturieri di Confindustria Fermo e vicepresidente di Assocalzaturifici. "Il viceministro ha spiegato che l’unica soluzione per evitare di restituire quanto si ritiene di avere correttamente ricevuto è una certificazione – aggiunge Fenni –. La soluzione è stata resa possibile grazie all’impegno di imprese e istituzioni. All’incontro al ministero per definire la questione hanno infatti partecipato il governatore Acquaroli e il sottosegretario Albano, la presidente di Assocalzaturifici, Giovanna Ceolini, l’imprenditrice Annarita Pilotti, il presidente di Camera Marche, Gino Sabatini, e quello della Svem, Andrea Santori". "Quanto all’analisi congiunturale del settore calzaturiero, i segnali positivi non mancano, ma bisogna essere realisti – aggiunge Fenni –. Dietro alla crescita a doppia cifra delle esportazioni giocano un ruolo chiave le griffe, i tanti brand che hanno scelto il distretto fermano-maceratese per produrre calzature di alta qualità. I dati raccontano anche un altro aspetto, in primis il calo della Germania".
Qual è l’andamento delle esportazioni nei vari Paesi?
"Se la Germania scende, è inevitabile una sofferenza per il nostro comparto, visto che da anni è il primo cliente. Aggiungiamo poi le difficoltà di vendita verso Russia e Ucraina, due Paesi che amano il made in Italy, ma che ora vanno a caccia del prezzo migliore".
In questo contesto quale potrà essere il ruolo del Micam?
"La presenza di buyer europei in primis e poi internazionali è quanto serve ai calzaturieri. C’è grande attesa anche per la presenza del mondo orientale, che cresce. Grazie ai bandi camerali per le fiere, che supportano le aziende in questa fase complessa, chi ha strategie chiare si muove a livello internazionale. Seoul, Tokyo e gli ex Paesi Csi sono realtà, non più scommesse. Lo è invece l’America, a cui tutti guardiamo, consapevoli di quanto sia difficile e su cui Regione e Svem stanno investendo con percorsi pluriennali".
Al Micam la provincia di Fermo è come sempre la più rappresentata con il 60% delle 130 ditte marchigiane. Dal Maceratese arriva il 30% delle imprese, il restante da Piceno e Pesarese.
Come saranno distribuite le aziende del Fermano in fiera?
"La maggior parte dei nostri imprenditori esporrà tra i padiglioni 2 e 4 (65 imprese). È un segnale importante, il mondo del ‘Contemporary’ è sempre più parte del nostro distretto, che per decenni si è posizionato nella fascia del lusso, che ha nei padiglioni 1 e 3 il suo habitat (35 aziende espositrici)".