Diabete mellito tipo 2: cosa mangiare. Fattori di rischio e sintomi

Sul totale dei diabetici, i malati del tipo 2 sono circa il 90%, hanno di norma oltre i 40 anni. Tuttavia può colpire persone di ogni età, essendo strettamente associato all'obesità

Diabete mellito di tipo 2, cosa mangiare e cosa no

Diabete mellito di tipo 2, cosa mangiare e cosa no

Pesaro, 7 giugno 2023 – Il diabete di tipo 2 è la più comune forma di diabete mellito, una malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia, ovvero elevata e anomala presenza di zuccheri nel sangue. Se il diabete di tipo 1 ha origini genetiche e si manifesta in giovane età, colpendo però relativamente pochi individui, il tipo 2 è invece molto frequente e in costante aumento nel mondo, essendo correlato principalmente ad uno stile di vita poco sano.

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Il diabete: che cos’è e cause

La parola diabete deriva dall’identico termine greco la cui etimologia si riferisce ad una delle caratteristiche principali dovute al diabete: l’elevata frequenza con cui il malato deve urinare. Il diabete di tipo 2 si differenzia dalle altre tipologie (le più comuni sono il tipo 1 e il diabete gestazionale) perché ha origine in sostanza da due alterazioni: l’insulino-resistenza da parte dei tessuti e un deficit di secrezione dell’insulina da parte del pancreas. Queste due alterazioni possono agire singolarmente o, come accade spesso, sommarsi l'una all'altra.

Frequenza del diabete di tipo 2

Sul totale dei diabetici, i malati di tipo 2 sono circa il 90%. I soggetti più colpiti hanno prevalentemente un’età adulta, di norma oltre i 40 anni. Tuttavia il diabete di tipo 2 può colpire persone di tutte le età, essendo strettamente associato al problema dell'obesità, che la scienza da decenni indica come uno dei fattori di rischio più importanti per tale patologia. A causa della sua correlazione con lo stile di vita, negli ultimi decenni i malati sono aumentati quasi esponenzialmente dai circa 30 milioni del 1985 ai circa 400 milioni del 2015.

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Fattori di rischio

Ecco i principali fattori che causano lo sviluppo del diabete mellito di tipo 2. Innanzitutto l'obesità. Poi troviamo la sedentarietà, l'invecchiamento, una dieta ricca di zuccheri semplici. Seguono ipertensione, livelli molto bassi di colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”) e molto alti di trigliceridi.

Diabete di tipo 2: cosa mangiare

Una dieta che miri a ridurre i livelli di gluciosio nel sangue è fondamentale per i diabetici. Ma come fare, nella pratica? Innanzitutto è utilissimo mantenere regolari orari e frequenza dei pasti. L’ideale sono i cinque pasti giornalieri, tre principali e due spuntini a metà mattina e pomeriggio. Ecco poi i cibi da limitare (ma non da eliminare del tutto): quelli ricchi di grassi, come burro, latticini, insaccati non magri; alcolici e bevande zuccherate; quelli ricchi di colesterolo (tuorlo d’uovo, formaggi); alimenti contenenti zuccheri semplici come dolci di pasticceria, miele, marmellate, zucchero. Una categoria di cibi invece utili per i diabetici sono gli alimenti integrali, in quanto ricchi di fibre e di zuccheri complessi, che vengono metabolizzati lentamente e dunque non alzano la glicemia.

Esordio e sintomi

Il diabete di tipo 2 avanza molto lentamente e potremmo non accorgerci per anni della sua presenza. Molto spesso dunque il malato scopre di avere il diabete facendo delle analisi di routine o addirittura eseguite per tutt’altro motivo. Agli esami risulterà dunque una iperglicemia a digiuno e dopo i pasti; un elevato tasso di zuccheri nelle urine; i trigliceridi alti; infine alta quantità di acido urico nel sangue (iperuricemia). Il diabete può però essere scoperto anche grazie a dei sintomi tipici, prima di fare delle analisi: poliuria (ovvero bisogno di urinare spesso); intenso senso di sete; forte appetito; stanchezza; visione offuscata; lenta guarigione dalle ferite. Se ci troviamo in presenza di questi sintomi o abbiamo dei risultati sospetti degli ultimi esami del sangue, occorre subito rivolgersi al proprio medico per un consulto.

Diabete di tipo 2 e complicazioni

Visto che a tale malattia sono spesso associate altre patologie come l’obesità e di norma anche un’età avanzata, purtroppo le complicazioni tendono a essere frequenti. Vi sono complicanze acute e croniche (ovvero a lungo termine). In acuto può insorgere il cosiddetto coma iperosmolare non chetosico, una condizione grave che può portare dapprima all'incoscienza e poi addirittura alla morte. Le conseguenze croniche invece sono varie, per lo più legate ai vasi sanguigni. Nei grandi vasi può verificarsi macroangiopatia diabetica, mentre nei capillari la microangiopatia, da cui deriva una maggiore tendenza allo sviluppo di malattie cardiovascolari e renali, ma anche patologie dell’occhio (retinopatia diabetica e cataratta) e il cosiddetto piede diabetico.

Diabete tipo 2 e terapia

Purtroppo una volta insorto, il diabete di tipo 2 non scompare, ma lo si può controllare con una dieta e uno stile di vita adeguati e una terapia farmacologica mirata. Obiettivo della cura è riportare sotto la soglia il livello di glicemia. Per normalizzare la glicemia troppo elevata, sono dunque fondamentali una dieta sana e povera di zuccheri, la pratica regolare di esercizio fisico (che assieme possono già essere sufficienti). Ma se non dovessero bastare, il medico può prescrivere anche dei farmaci detti ipoglicemizzanti orali. In tutto ciò, occorre controllare periodicamente (solitamente a livello settimanale, poi una volta raggiunto l’equilibrio anche più di rado) i livelli di glucosio nel sangue per monitorare il decorso del diabete e gli effetti di dieta, sport e farmaci.

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Perché è importante l'esercizio fisico per i diabetici?

Una regolare attività fisica, anche se spesso faticosa da intraprendere specie per gli obesi, è assai utile ai diabetici di tipo 2. Essa infatti agevola il passaggio del glucosio dal sangue ai tessuti (in particolare quelli muscolari) attraverso un meccanismo indipendente dall'insulina. Ciò comporta dunque una riduzione della glicemia anche senza bisogno di insulina sintetica. Inoltre migliora la sensibilità dei tessuti all'insulina, contrastando il fenomeno dell'insulino-resistenza, che come già detto in precedenza è una delle due cause del diabete di tipo 2. Non ultimo, l'esercizio fisico va ad agevolare la terapia agendo su altri tre fronti: diminuisce il rischio cardiovascolare, aiuta a ridurre il peso e ha positivi effetti psicologici.