Discoteche, scende in pista il Pd "Riapriamole, basta feste abusive"

Nadia Rossi, consigliera dell’Emilia Romagna: "Io con Salvini? Ballare non è né di destra né di sinistra" "Centinaia di imprese rischiano di essere cancellate. Si tratta di buonsenso, il Governo decida subito"

Ragazze in discoteca

Ragazze in discoteca

L’Emilia-Romagna, e in particolare la Riviera romagnola, deve tornare a ballare, perché "ballare non è né di destra, né di sinistra" e gli operatori del settore "non vedono la luce da un anno e mezzo". La richiesta arriva dalla consigliera regionale del Pd, Nadia Rossi, ex assessore di Rimini che, a breve, presenterà in Assemblea legislativa una risoluzione per incentivare la Regione ad azioni che spingano il Governo a riaprire le piste da ballo in sicurezza.

Consigliera, è così importante riaprire discoteche e sale da ballo?

"È un problema che, a più di un anno dalle prime chiusure, non si può più ignorare. È un settore lavorativo che non ha visto mai la luce. Bisogna che inizi di nuovo a vederla, com’è successo per gli altri comparti, come lo spettacolo e lo sport, in modo graduale e in piena sicurezza. C’è la volontà e l’impegno da parte dei gestori delle discoteche perché non si verifichino focolai di Covid. Inoltre le persone, in particolare i giovani, vanno a ballare lo stesso, anche se i locali da ballo sono chiusi, partecipando a feste e rave abusivi dove di sicuro si rischia il contagio".

A chiedere la riapertura delle discoteche è anche la Lega, il Pd si allea con Salvini su questo fronte?

"Ballare non è né di destra né di sinistra, è un’istanza, a questo punto condivisa, che il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che è proprio della Lega, mi auguro raccolga. A livello nazionale il Pd e la Lega sostengono entrambi il governo di Mario Draghi, ma quando si parla di buonsenso non esiste colore politico".

Cosa propone per riaprire le discoteche senza rischiare focolai di Covid?

"Siamo in estate, una stagione favorevole per sperimentare soluzioni, anche all’aperto, in piena sicurezza, come è successo in altri Paesi, fra gli altri la vicina San Marino. Con la vaccinazione che prosegue spedita, per sale da ballo, discoteche, stabilimenti balneari e balere si possono trovare soluzioni, sfruttando il green pass o i tamponi, per riaprire in sicurezza, anche con la collaborazione degli operatori del settore".

Il problema delle chiusure è particolarmente sentito sulla Riviera romagnola.

"Certo. Il tema lì è caldissimo. In Riviera ci sono discoteche famose in tutto il mondo. Io sono di Rimini, ad esempio, una provincia nota per le piste da ballo e le attività ricreative. C’è la voglia di tante persone di ballare e tornare alla vita normale. In una recente manifestazione, il sindacato Silb ha chiesto per l’ennesima volta che gli operatori del settore possano tornare a lavorare".

A chi spetta sbloccare questa situazione?

"Al Governo. Le istituzioni, a livello regionale e comunale, stanno spingendo per affrontare il tema e respirano la necessità di dare la possibilità al settore dell’intrattenimento di tornare a lavorare. A livello centrale, però, non c’è nessun input, solo date di prossime riaperture che vengono prorogate di volta in volta, aumentando la distanza tra il Governo e questo settore, che si sente abbandonato".

Cosa rischia il settore?

"C’è il rischio, concreto, che centinaia di imprese in Romagna e nelle principali mète turistiche estive siano cancellate dal mercato del lavoro, con drammatiche conseguenze per migliaia di lavoratori e le loro famiglie. I ristori non sono sufficienti, il vero ristoro è consentire finalmente le riaperture, con tutte le prescrizioni necessarie per garantire la salute di clienti e dipendenti".