Eitan deve tornare in Italia, il giudice ha deciso. La zia: "Grande gioia"

Rigettate le tesi del nonno materno, che ha violato la Convenzione dell'Aia. La famiglia Peleg: "Faremo ricorso"

Aya Biran Nirko, zia di Eitan, arriva in tribunale a Tel Aviv (Ansa)

Aya Biran Nirko, zia di Eitan, arriva in tribunale a Tel Aviv (Ansa)

Tel Aviv, 25 ottobre 2021 - Eitan Biran deve tornare in Italia dalla zia Aya, dove c'è la sua residenza abituale. E' questa la decisione del Tribunale della famiglia di Tel AvivGiunge dunque a una conclusione la disputa giudiziaria per l'affidamento del bambino di sei anni, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone. "Grande gioia" è stata espressa dalla zia paterna, che nelle settimane scorse era volata in Israele per presenziare alle udienze, mentre la famiglia del nono materno ha annunciato che farà ricorso contro la sentenza.

La decisione del giudice

La giudice Iris Ilotovich-Segal ha respinto tutte le tesi del nonno materno, Shmuel Peleg, sia quella che Israele è il luogo normale di residenza del piccolo sia quella che Eitan abbia due luoghi di residenza, Israele e Italia. La corte ha anche rigettato un'altra tesi di Peleg, convinto che Israele sia il luogo dove debba crescere Eitan dal momento che i suoi genitori, morti nella tragedia della funivia, volevano tornare a vivere nello Stato ebraico.

La giudice ha posto invece l'accento sulla continuità nella vita del bambino, arrivato in Italia appena nato e lì vissuto finora. Il tribunale ha rilevato che il bambino aveva legami più profondi e si sentiva maggioramente suo agio con la sua famiglia italiana e l'ambiente circostante di quanto non avesse con la sua famiglia israeliana e con l'ambiente circostante. Inoltre la corte ha affermato che il nonno ha violato la Convenzione dell'Aia portando via Biran dall'Italia senza una sentenza del tribunale.

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Portavoce del nonno: "Faremo ricorso"

Peleg dovrà pagare anche 70mila Shekel (circa 18mila euro) di spese processuali. Il portavoce della sua famiglia ha annunciato che presenteranno ricorso contro la sentenza. "La famiglia è determinata a continuare la battaglia in ogni modo possibile nell'interesse di Eitan, il suo benessere e il diritto a crescere in Israele come i suoi genitori si augurano", ha dichiarato Gadi Solomon. La famiglia Peleg ha sette giorni per presentare appello alla corte distrettuale. 

La nonna: "Un disastro nazionale"

"È un giorno disastroso. È avvenuto un secondo disastro dopo quello di cinque mesi fa. Si tratta di un disastro nazionale", ha dichiarato in tv la nonna materna, Esther Cohen, detta Etty. Per la donna si tratta "di un giorno di lutto nazionale". "Non riesco a capacitarmi del fatto che Israele mi carpisce l'ultimo nipote, il residuo di quello che resta di mia figlia", ha aggiunto, insistendo sul fatto che la decisione del tribunale "è stata influenzata da considerazioni politiche sui rapporti con l'Italia". 

Il nonno indagato per rapimento

Peleg resta indagato in Italia per il rapimento del nipote insieme all'ex moglie e nonna dal piccolo (Esther Cohen, appunto) e a una terza persona. Il bambino era stato portato in aereo privato, senza permesso, in Israele lo scorso settembre dopo essere stato prelevato a Pavia dalla casa della zia, affidataria legale. Gli avvocati italiani di Peleg lo hanno difeso dicendo che il loro assistito aveva "agito d'impulso", poiché preoccupato per la salute di suo nipote dopo essere stato escluso dai procedimenti legali relativi alla custodia del bimbo.

Tecnicamente, il nonno può ancora chiedere l'affidamento ai tribunali italiani, ma le sue possibilità sono scarse dopo la sentenza del tribunale israeliano. Dopo l'udienza del 23 settembre, il tribunale aveva disposto l'affidamento congiunto di Eitan Biran tra la zia italo-israeliana e il nonno israeliano, in attesa del processo sulla vicenda che si è svolto l'8 ottobre.

Gli avvocati della zia

"Pur accogliendo con soddisfazione la sentenza della giudice Ilutovich crediamo che in questo caso non ci siano né vincitori né vinti. C'è solo Eitan e tutto quello che chiediamo è che torni presto a casa sua, ai suoi amici a scuola, alla sua famiglia, in particolare per la terapia e gli schemi educativi di cui ha bisogno", hanno commentato i legali israeliani della famiglia di Aya Biran - gli avvocati Shmuel Moran e Avi Himi - subito dopo la sentenza della giudice. "Siamo contenti per la decisione favorevole del Tribunale di Tel Aviv e del fatto che i principi e lo spirito della Convenzione dell'Aja abbiano trovato applicazione" hanno detto Cristina Pagni e Grazia Cesaro, i legali italiani della famiglia Biran Nirko. ul caso Eitan la famiglia Peleg ha sette giorni per presentare appello alla corte distrettuale contro la decisione del tribunale della Famiglia di Tel Aviv, e probabilmente lo fara’. Se la sentenza verrà confermata, il bambino unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone tornerà  in Italia tra due settimane-un mese.