Emilia Romagna arancione a sorpresa. In Regione nessuno se lo aspettava

Dopo l'ordinanza concordata con il ministro Speranza, si respirava ottimismo, poi la decisione choc. Nel pomeriggio l’assessore Donini ammette: "Molti ricoveri nei reparti Covid". Restano in vigore anche le restrizioni delle ordinanze regionali e comunali

L’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini

L’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini

Bologna, 14 novembre 2020 - Una giornata campale quella di ieri in viale Aldo Moro. Non è bastata la notizia di Stefano Bonaccini con un principio di polmonite bilaterale e un altro tampone positivo. Nel pomeriggio arriva pure il declassamento, quello che nessuno in Viale Aldo Moro si aspettava all’indomani dell’ordinanza (fatta in tandem con Friuli-Venezia Giulia e Veneto) con ulteriori strette.

L’Emilia-Romagna diventa arancione, le nuove regole, quelle più dure, decise da Bonaccini restano, integrando le restrizioni della fascia più severa (stop a bar e ristoranti e divieto di spostamenti da comune a comune). In pratica, la nostra Regione è a metà tra l’arancione e il rosso, una specie di fucsia. Anche perché se il destino fucsia tocca anche al Friuli, il Veneto rimane giallo. Insomma, oltre al danno la beffa.

Inutile dire che in Regione, dove si era lavorato alacremente per evitare una retrocessione dolorosa, la nuova ordinanza del ministro Roberto Speranza non era per nulla attesa. Certo, si lasciava aperta l’ipotesi, perché con la pandemia tutto è possibile, diceva qualcuno, ma nella mattinata di ieri filtrava ottimismo. Prima di tutto per un motivo: le nuove misure sono state prese sempre mantenendosi in contatto con Speranza, ricordano dalla Regione.

In più, se l’indice Rt (quello che indica i contagi) era attorno all’1,5, cioè a livello di zona rossa, negli ultimi giorni si era abbassato a 1,4 e i 21 parametri analizzati dal Cts (il comitato tecnico scientifico) erano pure migliorati, rispetto a una settimana fa. Insomma, c’erano tutti i presupposti per rimanere gialli. Nel primo pomeriggio, però, iniziano i rumors. Le indiscrezioni. Le prime notizie.

Diventano rosse la Toscana e la Campania, poi inizia il tam tam sulle arancioni. Da viale Aldo Moro si attende l’ufficialità per ’arrendersi’. E pur nel rispetto della decisione, la sorpresa c’è. Eccome. Un’ora dopo arriva la spiegazione tecnica da parte dell’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Donini, legata ai ricoveri: "L’andamento epidemiologico ha portato tante persone ad essere ricoverate nei nostri ospedali nei reparti Covid".

Da qui, iniziano le prime dichiarazioni politiche. Bonaccini che solo giovedì era stato elogiato dall’opposizione per le misure prese in tandem coi governatori leghisti, viene preso di mira. Il centrodestra affonda. Per il senatore azzurro, coordinatore in Emilia-Romagna, Enrico Aimi, il governatore Pd "è stato sconfessato dal suo governo". "O il governo non ascolta Bonaccini, o c’è chi non ha il peso per farsi ascoltare", rincara la dose il capogruppo leghista in Regione Matteo Rancan. L’azzurra Erika Seta, consigliera metropolitana di centrodestra, attacca: "Bonaccini il più grande sconfitto. Conta come il due di picche"