CronacaEmilia Romagna zona gialla da quando? Bonaccini in pressing: "Da domenica"

Emilia Romagna zona gialla da quando? Bonaccini in pressing: "Da domenica"

Il governatore ottimista. Cauto però l’assessore Donini: "Resta alta la saturazione dei reparti di terapia intensiva"

Emilia Romagna zona gialla, Bonaccini in pressing

Emilia Romagna zona gialla, Bonaccini in pressing

Bologna, 3 dicembre 2020 - Per il ritorno dell’Emilia Romagna in zona gialla è questione di pochi giorni. Ne è convinto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini: "Mi auguro che l’Emilia Romagna, per i dati che abbiamo, torni zona gialla da domenica. Aspetto l’ufficialità: se accadrà è perché nelle ultime due settimane le restrizioni hanno pagato. Avevamo un Rt  a 1,64, ora è intorno a 1 e forse scenderà ancora", ha detto ieri il governatore .

AGGIORNAMENTO Emilia Romagna zona gialla: oggi la decisione

L'ufficialità arriverà domani dopo la riunione del Comitato Tecnico Scientifico. Se andrà veramente così, la regione sarà rimasta zona arancione 21 giorni: tre settimane durante le quali è stato vietato uscire dal proprio comune, mentre bar, ristoranti e gelaterie sono rimasti aperti solo per l’asporto.

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Elementi che dovrebbero decadere: a questo allentamento, auspicato dal numero uno della giunta regionale, si aggiunge l’ordinanza della Regione, varata la settimana scorsa, che ha riaperto le medie strutture di vendita nei festivi e prefestivi. Il governo però non si è ancora pronunciato ufficialmente sul cambio di zona, così Bonaccini va in pressing: il cambio di colore, spiega, "è una speranza, ne abbiamo discusso l’altro giorno con i ministri Speranza e Boccia e tra oggi e domani (ieri e oggi, ndr ) il Comitato tecnico-scientifico si ritroverà".

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Indice Rt e incidenza in calo

A dare forza agli auspici di Bonaccini sono alcuni dati in miglioramento. L’indice Rt è in netto calo, a 1,07. Su questo fronte si aspettano aggiornamenti già in queste ore. Poi c’è il rapporto positivi/tamponi. Quando fu annunciata la zona arancione per l’Emilia Romagna, il 13 novembre, l’incidenza era all’11,6%. Ieri è scesa all’8%. Sui 1.569 positivi, 838 (oltre metà) sono asintomatici. E martedì, nel suo report periodico, la Regione evidenziava come, tra il 22 e il 26 novembre, l’andamento dei contagi ogni 5 giorni sia calato per la seconda volta consecutiva: erano 12.783 tra il 12 e il 16 novembre, scesi a 11.998 tra il 17 e il 21 e quindi a 11.791 all’ultima rilevazione.

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Preoccupano i ricoveri

Alcuni aspetti invitano alla prudenza. Le terapie intensive ieri sono rimaste stabili a 247: 22 pazienti in più di quelli contati il 13 novembre, per quanto in lieve calo (meno 11, rispetto ai 258 del 26 novembre). L’altro numero preoccupante è quello dei ricoverati negli altri reparti Covid: sono 2.692, 37 in meno di mercoledì, ma comunque oltre 500 in più rispetto al 13 novembre.

Donini è prudente

Elementi da non sottovalutare, che spiegano anche la prudenza dell’assessore alla Sanità Raffaele Donini: "I dati dell’Emilia-Romagna in osservazione questa settimana dovrebbero confermare l’ulteriore calo dell’Rt, e, quindi, un abbassamento del parametro della circolazione della diffusività del virus", premette. Ma avverte: gli stessi dati danno "una conferma dell’alto rischio dovuto comunque ad un grado di saturazione dei reparti di terapia intensiva oltre il 30% e dei reparti Covid oltre il 40%".  

Vietato abbassare la guardia

Insomma, zona gialla sì ma attenzione: "Questa classificazione dovrebbe fare propendere il governo ad assegnarci in zona gialla, ma, insieme a molte altre regioni, da ’osservati speciali’". Ci vuol poco a invertire il trend: "Per ridurre la circolazione del virus e, di conseguenza, il suo impatto sulla situazione ospedaliera, occorrono in media 3 settimane. Ma a precipitare nuovamente e rapidamente in una situazione critica bastano pochi giorni di assembramenti e di abbassamento della guardia generalizzato", è l’ammonimento.  

D’altronde, in Emilia Romagna ancora il 5 ottobre c’erano 11 pazienti in terapia intensiva, saliti a 177 in appena un mese. Servono responsabilità e pazienza: "La convivenza con il virus sarà ancora lunga e impegnativa per tutti, per il sistema sanitario nel suo complesso sicuramente provato dalle varie ondate epidemiche, per le imprese più colpite dalle restrizioni e per i cittadini, costretti a cambiare radicalmente la loro vita quotidiana e il loro sistema di relazioni sociali. Una cosa è certa, potremo vincere questa sfida unendo responsabilmente tutte le nostre forze e i nostri sacrifici".