Esito del tampone covid: "Tempi più rapidi per 'liberare' i negativi"

La direttrice dell’Ausl Romagna, Raffaella Angelini: "Boom di contagi da metà ottobre: i focolai a scuola, case di riposo e in famiglia"

Tamponi, in tanti in attesa di referto

Tamponi, in tanti in attesa di referto

Forlì, 17 novembre 2020 - "In questi giorni si sta incrementando il personale dedicato al tracciamento dei casi positivi al coronavirus, un elemento importante per dare ai pazienti in quarantena risposte più rapide. A regime dovremmo poter mettere all’opera 28 addetti in più". Raffaella Angelini, direttrice della Sanità pubblica di Ausl Romagna, è a capo di una delle unità in prima linea.

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Dottoressa Angelini, molti pazienti guariti lamentano che dall’esito negativo dell’ultimo tampone, poi passa qualche altro giorno per essere rimessi in libertà: si può ridurre questo tempo? "Sì, è una delle questioni che stiamo affrontando. Capisco bene le ragioni di queste persone, alcune di loro ci telefonano, protestando. Il problema è che con 600 nuovi casi al giorno, bisogna moltiplicare per 8 o per 10 i contatti da avvisare, un numero enorme. Ora però il sistema è stato finalmente automatizzato e dovremmo accelerare i tempi".

L’andamento dei contagi è schizzato in alto da metà ottobre: dove si annidano i focolai? "Nelle famiglie, a scuola, purtroppo nelle case di riposo, dove gli esiti possono essere ben più gravi".

Com’è lo sviluppo della pandemia nel nostro territorio? "Nelle ultime settimane il livello dei contagi è decisamente elevato. Da qualche giorno però si è stabilizzato, attorno al 12% di nuovi positivi sul numero dei tamponi effettuati, inferiore alla media nazionale".

Quando vedremo i risultati dell’ulteriore stretta imposta dal governo, con l’Emilia-Romagna in zona arancione? "Non noteremo risultati in tempi brevi, bisognerà attendere circa 15-20 giorni. Il punto è che le misure servono solo con l’adesione delle persone. Il concetto è: bisogna uscire di casa solo se c’è effettivamente bisogno".

I medici di famiglia dovrebbero fare i tamponi rapidi: quando inizieranno? "Sì, l’iniziativa è ancora in fase di definizione, perché bisogna chiarire quali categorie di test potranno essere eseguiti dai medici di base. Sicuramente non sarà possibile il tampone di guarigione, perché è necessario il test molecolare, ma per esempio quelli di controllo sui contatti dei positivi in quarantena, potrebbero essere fatti negli ambulatori. Speriamo presto".

Un altro ’rinforzo’ annunciato nei giorni scorsi è relativo al numero di medici destinato alle unità di continuità assistenziale, le Usca. "Sì, lo confermo, è un potenziamento in corso, proprio perché è importate seguire il più possibile i pazienti a domicilio, che sono la maggioranza. Questo da una parte per non ingolfare gli ospedali con situazioni non gravi, dall’altro perché trascorrere la malattia a casa è molto meglio, per il paziente".

Perché il numero di casi asintomatici sul totale dei tamponi è così diverso fra i territori? Si va dal 27% di Forlì al 54% di Rimini. "No, ancora non è chiaro. Le energie sono al momento tutte rivolte all’emergenza quotidiana. Però, considerato che il tasso di pazienti in ospedale per Covid è simile in tutte le aree della Romagna, penso che le differenze sia il frutto di discrepanze nei sistemi d’indagine"