Fase 2 Emilia Romagna Coronavirus, i centri estivi e il rebus dell'età

Bonaccini: "Dal Governo le linee guida dai 6 anni in su, lavoriamo a un protocollo regionale". Le prime ipotesi per le misure. Il bollettino in tempo reale

Fase 2, in Emilia Romagna si lavoro a un protocollo per i centri estivi (Foto Ansa)

Fase 2, in Emilia Romagna si lavoro a un protocollo per i centri estivi (Foto Ansa)

Bologna, 19 maggio 2020 – Tra i temi più spinosi della Fase 2 dell'emergenza Coronavirus c'è quello relativo ai centri estivi, che tormenta i sonni dei genitori. E degli amministratori, alle prese con linee guida e regole da predisporre per garantire la sicurezza dei più piccoli. "Abbiamo ricevuto il protocollo dal Governo per la gestione dell'apertura dei cosiddetti centri estivi dai 6 anni in su, prevedendo anche la fascia che va dai 3 ai 6 anni mentre per quella che va da 0 a 3 anni si attende un'ulteriore linea guida", ha spiegato Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna, intervenendo a 'Quante Storie' su Rai 3. "E' evidente e non sfugge a nessuno - ha aggiunto - che gestire bambini in quella tenera età dal punto di vista del distanziamento è un po' più complicato". Ad ogni modo, qualche idea c'è già: piccoli gruppi, pochi operatori, attività all'aperto.

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Proprio domenica scorsa, il governatore emiliano-romagnolo ha firmato una ordinanza in cui è previsto che dall'8 giugno, previa adozione di uno specifico protocollo, possano ripartire le attività dei centri estivi e per i minori di età superiore a tre anni. Ad ogni modo, ha sottolineato ancora Bonaccini, per i centri estivi “stiamo lavorando a un protocollo regionale che preveda da giugno di riaprire progressivamente, poi decideranno i comuni con i gestori come e quando riaprire”. Un protocollo, ha spiegato, che “prevede tutta una serie di misure che portano a piccoli gruppi per fasce di età, con stessi e pochi operatori sempre quelli, utilizzando spazi all'aperto, in particolare, ma che devono anche essere ombreggiati per non esporli al sole tutto il giorno. Però - ha concluso - faremo qualcosa, ovviamente, anche per la fascia zero-3 anni, ci mancherebbe altro”.

Bollettino Coronavirus 19 maggio

Come ogni giorno, anche nel pomeriggio di oggi la Regione Emilia Romagna renderà noto il bollettino dell'epidemia da Coronavirus. Noi vi aggiorneremo in tempo reale con i dati provincia per provincia.

Riaprono i centri diurni per i disabili

Riaprono le porte in Emilia Romagna i centri per disabili, restano chiusi quelli per anziani. La vicepresidente della Regione, Elly Schlein, lo ha annunciato questa mattina in commissione. "Possono da subito ripartire le attività dei centri diurni per le persone con disabilità, mentre per le strutture rivolte alle persone anziane permangono ancora elementi che suggeriscono una maggiore cautela. Per queste persone, più vulnerabili al contagio, verranno ancora privilegiati gli interventi a distanza e domiciliari", ha detto Schlein. I centri diurni per i stabilii possono riaprire già questa settimana, con alcuni accorgimenti: turni di frequenza differenziati e utenti organizzati in piccoli gruppi stabili di massimo cinque persone, riorganizzazione degli spazi interni, rispetto delle norme igieniche e di sanificazione, utilizzo delle mascherine e test sierologici. Linee guida che sono state illustrate da Schlein in commissione.

La riapertura, precisa la vice di Stefano Bonaccini in una nota firmata anche dal titolare della Sanità Raffaele Donini, "sarà graduale, attraverso la rimodulazione dei servizi a livello distrettuale e la co-progettazione con gli enti gestori nel rispetto delle linee guida, è importante riavviare subito dove possibile l'attività, che rappresenta un supporto fondamentale e insostituibile anche per le famiglie". Sono 195 in Emilia-Romagna, i centri diurni socio-riabilitativi e 84 i centri socio-occupazionali che ospitano quotidianamente oltre 5.000 persone con disabilità gravi e gravissime, per la maggior parte gestiti da cooperative sociali.

Ogni struttura potrà riaprire le porte dopo aver condiviso il proprio piano con i Comuni e le Aziende sanitarie di riferimento, gli operatori, i rappresentanti sindacali e le famiglie. "É però importante - aggiungono Schlein e Donini - che le strutture già in grado di rispettare le regole riaprano al più presto, perche' a causa del lungo isolamento le persone con disabilità rischiano di vedere compromessi l'autonomia e il livello di partecipazione sociale raggiunti; al tempo stesso, le famiglie hanno bisogno di sentirsi sollevate dopo un periodo cosi' lungo e faticoso di assistenza dei propri cari".

“Pronti a richiudere se necessario”

"Noi non abbiamo ancora sconfitto il virus, dobbiamo stare attenti ai rimbalzi di ritorno continuando a rispettare le regole che ci vengono prospettate e le restrizioni. Se la curva dovesse rimbalzare verso l'alto noi richiuderemmo quello che abbiamo riaperto", ha detto Bonaccini parlando dell'epidemia.

“No a una sanità centralista”

Stefano Bonaccini non vuole sentire nemmeno parlare di un ritorno ad una sanità 'centralista' guidata da Roma. E lo ha detto chiaramente: "Se qualcuno vuole venire a spiegare in Emilia Romagna che la sanità in futuro dovrà essere gestita da Roma e basta, non troverà l'opposizione di Bonaccini - ha aggiunto il governatore -, ma quella degli emiliani e dei romagnoli. Perché non vorranno rinunciare alla qualità del sistema regionale pubblico". Bonaccini ha difeso le ragioni per le quali l'Emilia Romagna ha chiesto a suo tempo più autonomia anche in altri campi. Ragioni tutte confermate secondo il presidente anche dopo l'epidemia di coronavirus.

"Ci siamo trovati tutti quanti impreparati ad affrontare una pandemia del genere - ammette Bonaccini in un momento dell'intervista - alcuni Paesi dove dovrebbe esserci un governo più autoritario e quindi più capace di decidere velocemente sono quelli dove la gestione è più disastrosa". Bonaccini poi ha citato Brasile e Usa, "dove Trump rischia di perdere le elezioni per una gestione sciagurata di questa pandemia", ma anche il Regno Unito. Invece, ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni passando all'Italia, "a me pare che la fase dell'emergenza sia stata affrontata bene dal Governo. Certo, avrà fatto errori come ne ho fatti io e ne abbiamo fatti nelle Regioni".

Non sono mancate però le tensioni alla vigilia delle riaperture, altro argomento affrontato davanti alle telecamere. "Dal comitato tecnico scientifico - ha sottolineato in proposito Bonaccini - erano arrivati pareri che avrebbero reso i protocolli in alcune casi praticamente inapplicabili. Li abbiamo modificati per la verità solo in parte e lievemente e si è trovato un accordo tra tutti".