Fine green pass e mascherine: le previsioni Covid col termine delle restrizioni

Norme meno severe ed estate in arrivo: cosa ci attende? Le risposte di Antonio Vittorino Gaddi, presidente della Società Italiana di Telemedicina

Fine stato di emergenza, cosa succederà dopo?

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Bologna, 9 aprile 2022 - Con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo, sono caduti alcuni degli obblighi a cui ci siamo abituati in questi due anni di pandemia, mentre altri verranno tolti nei prossimi mesi. Dall'1 maggio cadrà l'obbligo di indossare la mascherina in quasi tutti i luoghi al chiuso (ma non tutti, a quanto dato di sapere fin'ora) e, sempre dall'1 maggio non sarà più necessario esibire il Green pass (nemmeno quello base) per entrare nei luoghi di lavoro. Dal 31 dicembre, poi, si ipotizza la fine dell'obbligo di vaccinazione per gli over 50

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Ognuna di queste misure ha avuto effetti diversi sulle nostre vite e sull'andamento della pandemia, ma cosa succederà quando non ci saranno più? Lo abbiamo chiesto al Presidente della Società Italiana di Telemedicina, il cardiologo e angiologo bolognese Antonio Vittorino Gaddi.

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Dottor Gaddi, quali sono gli effetti della fine dello stato d'emergenza sulla pandemia? Cosa accadrà quest'estate?

"È impossibile prevederlo, ma potrebbe esserci un peggioramento della curva pandemica. Si tratta di un rischio calcolato, è giusto abbattere il controllo indiretto, ma bisogna mantenere l'attenzione altissima. La pandemia è in miglioramento ma non è passata, il Coronavirus può attenuarsi, ma allo stesso tempo diventare più contagioso. Inoltre, il contagio non va confuso con il grado di fatalità della malattia. Quello di non intasare le terapie intensive è un secondo obiettivo". 

E sul lungo periodo?

"La situazione potrebbe evolversi in modo grave se non agiamo sulla gestione della sanità. Le file d'attesa nelle sale operatorie sono lunghissime, in più non sono state pensate terapie specifiche per il Long Covid. In questo momento si sta cercando di capire in cosa consista: non si tratta solo di cronicizzazione dei sintomi. Anche gli asintomatici (si stima siano circa il 30% dei guariti totali) potrebbero manifestare infarti, ictus, embolie polmonari e malattie vascolari acute entro un anno dal contagio. Si tratta quindi di una possibile onda lunga. In più ci saranno da gestire i profughi dall'Ucraina, potenzialmente positivi al virus. Questi i nodi da gestire". 

Cosa succederà se smetteremo di usare le mascherine?

"Io spero che non si smetta di usarle, personalmente continuerò a indossarla (la Ffp3, non la Ffp2). Nei luoghi chiusi è bene continuare a tenerla sul viso e toglierla quando si esce. Smetterò di mettarla solo quando avrò la certezza che ci sia nei locali un ottimo impianto di areazione, ma questo per ora è improbabile. Non dobbiamo dimenticare che ci sono circa 1 milione di persone contagiate, tra i quali molti (i paucisintomatici) continuano ad uscire". 

Pensa che il green pass sia stato uno strumento utile? Cosa cambierà quando cadrà l'obbligo?

"È uno strumento che educa e ha indotto la cittadinanza a vaccinarsi, da questo punto di vista è utile. Come misura anti Covid non lo è, poiché contestualmente non ci sono stati usati altri strumenti paralleli. I Governi hanno immaginato che la risposta al virus fosse vaccinazione obbligatoria e basta. È quest'ultima parte il problema, le persone hanno rispettato una regola burocratica, ma non hanno realmente imparato come contrastare il contagio". 

E l'obbligo vaccinale per gli over 50?

"Il vaccino è stato uno strumento utilissimo, non per evitare il contagio, ma per limitare la fatalità. Sarebbe bene, quindi, continuare su questa strada e non assuefarsi al fatto che si muoia di Covid, anche se i decessi sono in netta diminuizione". 

Pensa che la quarta dose di vaccino sia necessaria per tutti in autunno?

"Non ne sono certo, le politiche vaccinali per ora sono state perfette. In ambito scientifico, però, ci sono dubbi su quale vaccino usare per la quarta dose. La domanda non è solo se fare il booster (l'efficacia della terza dose diminuirà sicuramente), ma quale e quando. In ogni caso è bene seguire rigorosamente le indicazioni date dal governo".

Quali potrebbero essere gli strumenti alternativi per limitare il contagio?

"L'areazione nelle scuole, per iniziare, e mascherine più efficaci (le Ffp3). Andrebbe insegnato meglio alla popolazione come comportarsi: quando areare la casa, cosa fare nei luoghi pubblici ed altro. In ogni ambiente ci sono misure antivirali diverse". 

Come conciliare il ritorno alla normalità con la sicurezza?

"Gli esperti dovrebbero studiare strategie specifiche: l'importante è diversificare. Le regole da seguire in spiaggia non possono essere le stesse di una fabbrica, non basta il solo Green pass e il metro di distanza. Bisogna progettare soluzioni specifiche, con ingegneri e medici, e fare studi caso per caso. Ogni situazione ha almeno 10 strade diverse, appiattirle significa perdere questa battaglia. Ci sono aziende che hanno avuto risultati eccezionali facendo molto di più di quanto chiesto dalla legge".