Franco Severi ucciso e decapitato a Forlì, sangue umano nell’auto del fratello

Il giallo dell’Appennino forlivese: rinvenuto dai carabinieri del Ris durante la lunga perquisizione. Tracce ematiche anche sul posto dove è stato scoperto il cadavere: gli esami riveleranno a chi appartengono

Meldola (Forlì Cesena), 30 giugno 2022 - La soluzione del giallo dell’estate potrebbe essere contenuta nelle provette utilizzate dai carabinieri dei Ris (video). Gli esperti del Reparto investigazioni scientifiche avrebbero infatti trovato tracce di sangue umano all’interno di un’automobile e nel luogo dove è stato ritrovato, mercoledì della scorsa settimana, il cadavere senza testa di Franco Severi. Il condizionale è d’obbligo perché gli inquirenti, su tutta la vicenda, tengono le bocche cucite. Torniamo a mercoledì scorso. Siamo a Ca’ Seggio di Civitella di Romagna, nell’Appennino forlivese.

I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche al sopralluogo a casa del fratello
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Indagato Daniele, fratello di Franco Severi. I nodi irrisolti - 

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Qui, in una casa colonica, vive da solo da circa un anno Franco Severi, 53enne agricoltore. Casa isolata (c’è solo un agriturismo nella parte sottostante della vallata) dove si presenta un amico di Severi. I due non si sentivano da un po’ e così l’amico decide di andare a trovare il 53enne. La scoperta è però di quelle che lasciano senza fiato, perché l’uomo trova il corpo decapitato di Severi in una scarpata sul lato destro dell’abitazione. Il particolare agghiacciante è l’assenza della testa, che non è stata ancora ritrovata. Sul posto piombano i carabinieri della Compagnia di Meldola e i colleghi del Reparto investigativo di Forlì (a coordinarli è il sostituto procuratore Federica Messina). I primi rilievi della scientifica dell’Arma danno esito negativo: non ci sono tracce di sangue sul posto, così come non ne vengono trovate sul cadavere. Seguendo il filo logico, la colluttazione tra Severi e il suo carnefice è avvenuta altrove, poi l’uomo è stato decapitato e gettato nella scarpata.

Franco Severi trovato decapitato e l'auto del fratello sequestrata
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L’attività investigativa si concentra fin da subito all’interno della famiglia dell’agricoltore. I genitori non ci sono più – Severi ha accudito in casa la madre fino allo scorso anno, quando la donna è deceduta –; ci sono però quattro fratelli e due sorelle. In questa geografia famigliare c’è un’isola staccata dagli altri, ed è Daniele Severi. Quest’ultimo, residente a Meldola, comune a una quindicina di chilometri da Forlì, ha in piedi decine di cause sia civili che penali con fratelli e sorelle.

"Ed è lui contro tutti noi", ci tengono a ribadire ’gli altri’. Lunedì l’abitazione meldolese di Severi, che risulta indagato, viene perquisita, così come il garage e la sua automobile, una Fiat Panda passata al setaccio dai Ris. Le operazioni vanno avanti dalle 19.30 fino a oltre la mezzanotte, con l’ausilio del nucleo cinofilo. Esauriti questi accertamenti, i Ris si spostano a Ca’ Seggio per continuare il loro lavoro. Di più: la Panda viene posta sotto sequestro per continuare il lavoro in un luogo più adeguato. Ora, dunque dopo un paio di giorni di attività dei Ris, la novità, che potrebbe dare una svolta decisiva all’indagine (posto che le responsabilità personali vanno accertate in un’aula di tribunale): il rinvenimento di macchie di sangue umano sia a Ca’ Seggio che in un’automobile. Presumibilmente si tratta della Fiat Panda, ma non è escluso che possa essere anche un altro mezzo. Sia come sia, sono stati avviati gli esami per accertare a chi appartiene il sangue ritrovato. Pare più difficile che avvenga il ritrovamento della testa, staccata con una precisione quasi chirurgica dal collo (elemento che ha escluso fin da subito l’azione di un animale selvatico). Saranno i risultati dell’autopsia a chiarire con cosa è stato decapitato Severi. L’assassino potrebbe esserne sbarazzato gettandola in uno dei tanti dirupi della zona.

La sorella Anna, su Facebook, ha usato le parole "cronaca di una morte annunciata", senza spingersi oltre. Non è l’unica, in famiglia, a sospettare una persona di quanto accaduto. Tutti dettagli rivelati solo agli inquirenti, che stanno esaminando da giorni frequentazioni e spostamenti della vittima (non è dato sapere se sia stato ritrovato il cellulare dell’agricoltore).