Furti d'arte: i cercatori instancabili: "La nostra guerra ai ladri"

Il generale Riccardi, a capo del Nucleo carabinieri patrimonio artistico: "Una banca dati con 1,3 milioni di opere trafugate. Ma la tecnologia aiuta"

Il generale e scrittore Roberto Riccardi

Il generale e scrittore Roberto Riccardi

Bologna, 5 giugno 2021 - I suoi uomini inseguono storie perdute nella nebbia del tempo, leggendari capolavori in fuga e ladri raffinati. Il generale-scrittore Roberto Riccardi comanda il Nucleo carabinieri patrimonio artistico, specialisti alla perenne caccia di opere d’arte antica e contemporanea, gioielli archeologici, dipinti, statue, icone religiose. Un patrimonio sottratto a privati ed enti pubblici.

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È ancora redditizio il mestiere di predoni dell’arte? "Il volume d’affari muove milioni di euro, anche se i traffici illeciti sono in calo di circa il 17%"

Colpa del lockdown? "Non c’entra l’emergenza sanitaria. Questo è un mondo a parte. Però le nuove tecnologie consentono maggiore protezione".

Cosa c’è nel mirino? "La metà dei furti avviene a danno di enti pubblici, musei e aree archeologiche. E’ molto esposto il patrimonio religioso perché spesso chiese, pievi e oratori sono poco tutelati".

Quali? "A Pompei, per esempio, dove le razzie sono frequenti, sono operativi droni che controllano tutto il perimetro. Gli stessi droni consentono di individuare gli scavi clandestini".

Che dimensioni ha il mercato illecito in Italia? "Nel 2020 abbiamo recuperato 501.174 oggetti, 17mila 503 dei quali sono pezzi archeologici. Abbiamo individuato anche 1547 falsi di arte contemporanea, immessi sul mercato per 500 milioni. Nel mondo il business illegale sfiora i 6 miliardi".

Le regioni più colpite? "Per i reperti archeologici quelle dell’area della Magna grecia come Calabria, Sicilia, Campania, Puglia. Per l’arte, soprattutto l’Italia centrale e le zone dell’ex Stato della chiesa. Per l’arte moderna il centro nord".

Regioni ricche come l’Emilia Romagna? "Nessuna zona è immune. Nel 2020 i Carabinieri del Nucleo culturale di Bologna hanno recuperato 7.997 pezzi di antiquariato, 103 reperti archeologici e 28 paleontologici, denunciato 37 personei e sequestrato 43 opere contraffatte".

La vostra banca dati dicono sia un mito. "Il Nucleo di carabinieri specializzati è nato nel 1969. La banca dati oggi si compone di 1 milione e 300mila opere da ricercare. Abbiamo 8 milioni di file su casi trattati. Dal 1969 ad oggi abbiamo recuperato 3 milioni e mezzo di pezzi".

Tipo? "Di tutto. Quadri , statue, documenti, cimeli, libri antichi, pagine miniate, pezzi d’antiquariato, strumenti musicali".

Strumenti musicali? "Un mercato di nicchia, ma florido. Il Nucleo di Bologna, con i colleghi di Udine e Roma, tempo fa ha bloccato la vendita all’estero, illecita, di una intera collezione privata considerata la più grande del genere al mondo: 95 strumenti musicali antichi a corda, violoni, violini, violoncelli, clavicembali, archi".

Da dove sono spuntati? "Erano stati esposti al Museo di San Colombano di Bologna. La collezione apparteneva al defunto professor Josè Vasquez, docente a Vienna. Il patrimonio è coperto dalla tutela dei Beni culturali e non può essere venduto senza autorizzazione".

La banca dati è nata da zero? "I carabinieri acquisirono il prezioso archivio di Rodolfo Siviero, agente segreto e storico dell’arte, un campione del recupero delle opere trafugate dall’Italia durante la Seconda guerra mondiale".

Chi sono i predoni dell’arte? "Il traffico è gestito da organizzazioni specialistiche. Poi ci sono i tombaroli, una razza a parte, che si appoggiano a una filiera di mercanti del settore".

Lei è anche uno scrittore. "Antica passione. E’ appena uscito il mio ultimo libro, Un cuore da campione, che racconta la storia di Ludwig Guttmann, l’inventore delle Paraolimpiadi".