Torino, 18 giugno 2021 - Lutto nel mondo del calcio. Nella notte è morto a Torino per una insufficienza cardiaca Giampiero Boniperti, presidente onorario della Juventus, di cui è stato una bandiera prima come calciatore e poi come dirigente. "La Juventus non è solo la squadra del mio cuore. E' il mio cuore", amava dire. Boniperti, che negli ultimi anni si era ritirato a vita privata, avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 4 luglio. I funerali si svolgeranno nei prossimi giorni in forma privata per volere della famiglia.
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Sommario
- La Juve, una vita
- Conta solo vincere
- Le vittorie
- La carriera
- Con i giocatori
- La rivalità con la Roma
- Il ricordo della Juve
- Il dolore
La Juve, una vita
ll nome di Boniperti è legato in modo indissolubile alla Juve di cui è stato la bandiera per tutta la vita: prima come giocatore - con primati ripetuti di presenze e gol segnati - e poi come dirigente conducendo il club degli Agnelli (strettissimo il suo rapporto con l'Avvocato) a mietere successi su successi.
Di fatto Boniperti è stato un protagonista indiscusso di tutto il calcio italiano. Celebre il suo atteggiamento sempre schivo ma ironico. Celebre la sua difficoltà di restare in tribuna fino al '90: se ne andava regolarmente alla fine del primo tempo: "Soffro troppo". Indelebili per esempio resteranno le sue battute a distanza col presidente della Roma Dino Viola. Indelebili i giorni che precedevano il derby col Toro. "Il derby - aveva spiegato, da dirigente - mi consuma, amo troppo la Juve e ho così rispetto della Juve che non può essere altrimenti".
In campo giocò nella Juve delle meraviglie con Sivori e Charles. Nel 2004 venne inserito nella lista Fifa 100, la lista dei 125 migliori calciatori della storia. Qualche anno dopo, nel 2012, è entrato nella cosiddetta Hall of Fame del calcio italiano tra i dirigenti.
Non è mancata anche una parentesi politica. Boniperti fu anche parlamentare europeo dal 1994 al 1999.
"Conta solo vincere"
"Alla Juve posso fare solo un augurio: continuare a vincere perché, come sapete, rimane sempre l'unica cosa che conta...", aveva raccontato all'Ansa, con una lettera scritta di suo pugno per i suoi novant'anni. Quella frase, "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta" è il marchio di fabbrica della Juventus, un mantra e un monito, allo stesso tempo, per chiunque indossi la maglia bianconera. Giampiero Boniperti quella casacca l'ha portata per 444 partite.
Le vittorie
Di vittorie e soddisfazioni alla Juventus ne ha avute tantissime, sul campo, ma soprattutto dietro la scrivania: cinque scudetti da giocatore, nel 'Trio magico' con Charles e Sivori, tutti i trofei possibili, in Italia e nel mondo, nel suo ventennio da presidente.
La carriera
Nel club bianconero era arrivato a 17 anni, pagato 60mila lire fifty fifty tra la squadra del suo paese, Barengo (Novara), e il Momo che l'aveva tesserato. Ne è uscito 48 anni dopo, quando ha lasciato la presidenza effettiva della Juventus. È stato presidente dal '71 al '90 e poi, quando fu richiamato dalla famiglia Agnelli, amministratore delegato dal '91 al '94. Dal 2006 era presidente onorario. Fra il '71 e il '90 la Juve conquista nove scudetti, tre Coppe Italia e soprattutto arrivano i primi successi in campo internazionale: due Coppe Uefa, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, la Coppa dei Campioni nella tragica notte dell'Heysel e la Coppa Intercontinentale.
Quando vennero riaperte le frotniere agli stranieri, fu lui a portare in Italia Brady, ma soprattutto Platini e Boniek.
Con i giocatori
Era, il suo, un altro calcio. E lo si ricava anche dal rapporto con i giocatori della Juve. Con i giocatori aveva sempre il coltello dalla parte del manico. Dopo il Mundial vinto dall'Italia nell'82 in Spagna, aveva messo fuori rosa, perché avevano chiesto un aumento, nientemeno che Paolo Rossi, Tardelli e Gentile. Una settimana di stop, un'amichevole saltata, prima di essere nuovamente ricevuti da Boniperti, e di firmare il contratto, con la concessione di un piccolo ritocco.
La rivalità con la Roma
Negli anni '80 la rivalità tra Juve e Roma incendiò il calcio italiano. E il figlio del mitico presidente giallorosso Dino Viola, Riccardo, racconta un aneddoto che si riferisce al famoso gol di Turone annullato alla Roma: "Quando ci fu l'episodio del gol di Turone - ricorda Viola - mio padre disse che quel fuorigioco era questione di centimetri. Boniperti, per tutta risposta, gli spedì un righello di quelli usati in campo edile. Mio padre lo ringraziò del pensiero, ma gli disse che, essendo lui ingegnere e Boniperti geometra, sarebbe servito di più al mittente che al destinatario del dono". Inarrivabili.
Il ricordo
La Juve ricorda Boniperti con un lunghissimo post che si concolude così: "Lassù, ora, c`è un`altra stella nel firmamento bianconero che brilla a mostrarci la rotta: quella di Giampiero Boniperti, che ha speso una vita con la Juventus, per la Juventus, e che ha saputo sempre indicarle la via. Grazie di tutto. Buon viaggio, Presidentissimo". Anche Andrea Agnelli ricorda Boniperti in un tweet: "Quel giorno negli anni ottanta, quando ricevo un telegramma in occasione di una vittoria della Sisport contro il Torino, quel giorno scopro Boniperti, quel giorno scopro il terzo elemento di Juve che entra in me - scrive l'attuale presidente del club bianconero - Leggenda per tutti".
Il dolore del calcio
Tantissimi i messaggi di coroglio del mondo del pallone. Significativo quello di Giovanni Trapattoni, allenatore della Juve di Boniperti che vinse tutto: "Giampiero Boniperti per me è stato come un padre: nel calcio a lui devo molto, se non tutto, e la notizia della sua morte per me è un colpo al cuore". Boniek: "Presidente Boniperti riposa in pace". E l'eroe Mundial Claudio Gentile: " Era molto attento coi giovani, ci diceva sposatevi perché voleva che avessimo la famiglia e stessimo tranquilli". Dino Zoff: "Inventò lo stile Juve". Arriva anche il commento di Michel Platini: "Boniperti era la Juventus, soprattutto la sua Juventus, era l'uomo azienda, cercava di avere dentro la squadra soltanto gente capace di vincere. Era un uomo forte e molto freddo, ma capace di accendersi per situazioni di gioco, di vigilia e post partita". E poi uno dei simboli della Juve targata Boniperti, Franco Causio, il 'barone', che saluta così Boniperti: "Grazie per tutto quello che mi hai insegnato mio UNICO presidente. Riposa in pace".
Silvio Berlusconi ha parole affettuose: "Giampiero Boniperti è stato una leggenda, simbolo di un calcio vincente dove contavano carattere e tecnica. Era un uomo generoso e interessato al suo Paese: ha messo la sua storia e le sue capacità al servizio degli italiani diventando europarlamentare di Forza Italia. È stato un amico e un consigliere prezioso".