Green Pass e discoteche chiuse, la rivolta: "Così perdiamo tutto"

Ledio Marku (Baia Imperiale di Gabicce): "Si danza ovunque, tengono chiusi noi. Per aprire facciamo lounge bar: e ci tocca mettere il cartello ’vietato ballare’"

In pista alla Baia Imperiale

In pista alla Baia Imperiale

Gabicce, 25 luglio 2021 - Da un lato la doccia fredda della mancata riapetura. Dall’altro lato il fenomeno dei balli ‘abusivi’ che impazza un po’ ovunque, dai bar ai ristoranti passando per i chiringuiti. Tempi duri per i gestori delle discoteche, ormai da mesi impegnati in uno scontro a distanza con il Governo.

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Questo weekend sarebbe dovuto arrivare il via libera per le disco, ma il governo ha confermato le chiusure. Delusi da questa decisione? "Siamo molto amareggiati – confessa Ledio Marku, co-titolare della Baia Imperiale di Gabicce Mare (Pesaro), uno dei simboli della movida tra Marche e Romagna –. Speravamo che con l’introduzione del Green pass ci venisse data la possibilità di tornare a lavorare, anche se con numeri estremamente ridotti, e quindi portare almeno a casa le tre/quattro settimane di agosto. Tra l’altro la Baia Imperiale è un locale molto spazioso e quindi ci sarebbe stata la possibilità di ballare evitando comunque assembramenti".

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Sareste stati favorevoli all’introduzione del Green pass anche per le discoteche, come già avvenuto per bar e locali al chiuso? "Certamente. Anche perché noi lavoriamo soprattutto con un pubblico di giovani e giovanissimi, tra i quali i vaccinati non sono ancora così tanti. Poteva essere un modo per incentivare i ragazzi a sottoporsi al vaccino: sapendo che era l’unico modo per andare in disco a ballare, probabilmente sarebbero corsi a prenotare la loro dose. Un’occasione mancata".

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Come state affrontando questo periodo? "Noi abbiamo riaperto con la formula del lounge bar, ingresso solo su prenotazione, nel rispetto della normativa vigente, ai clienti viene richiesto di rimanere seduti e di indossare la mascherina quando si alzano. All’ingresso abbiamo messo un cartello con scritto ’vietato ballare’. Può capire che dispiacere sia per chi, come noi, fa questo mestiere dare una comunicazione del genere ai propri clienti. I numeri poi sono molto ridotti, con le tutte le ripercussioni a livello economico. A regime la Baia dà lavoro a 40 persone, quest’anno il personale si è ridotto a 20. Senza contare collaboratori e fornitori. Ma poi c’è un altro aspetto che fa rabbia".

Ovvero? "E’ sotto gli occhi di tutti ormai. Dopo mesi chiusi tra le mura di casa, i giovani hanno una grande voglia di divertirsi e ballare. E vanno a farlo dove non sarebbe consentito, ovvero in bar, locali e spiagge senza licenza. Spesso mettendo in difficoltà gli stessi gestori che faticano non poco a contenerli. E’ anche per questo motivo che speravamo ci venisse data la possilità di fare il nostro mestiere".