In Italia, il coltello sta diventando tristemente protagonista di una nuova ondata di violenza giovanile. Episodi di cronaca nera, che vedono giovani e giovanissimi utilizzare armi bianche con una spregiudicatezza sconvolgente, si stanno moltiplicando. Si tratta di omicidi, aggressioni e risse che spesso non hanno moventi se non banali diverbi o vendette tra adolescenti, il che rende questa tendenza ancor più allarmante. L’arma scelta, il coltello, è semplice, economica e devastante nelle mani di chi non è in grado di controllare rabbia e frustrazione.
Quello di Serin Fallou Sall, un 16enne accoltellato al cuore in un parco di Bologna, è solo uno degli ultimi casi di un’escalation sconvolgente. Il suo assassino, anch’egli giovanissimo, lo ha colpito probabilmente al termine di una disputa legata a episodi di bullismo. La tragedia si è consumata in pochi istanti, lasciando dietro di sé una scia di dolore e sconcerto. Nel Milanese un altro minorenne ha sterminato la sua famiglia in un atto di follia che ha sconvolto l’intero Paese. Il 17enne ha colpito a morte i genitori e il fratellino con 68 coltellate. Un massacro domestico di cui il giovane è reo confesso, ma che resta comunque avvolto nel mistero per quanto riguarda le motivazioni reali. Ancora una volta, la banalità del male prende forma in un coltello, un’arma facile da ottenere ma capace di conseguenze devastanti. L’omicidio di Sharon Verzeni, brutalmente uccisa in provincia di Bergamo, rientra in questo quadro di violenza incontrollata. Moussa Sangarè, un uomo di 31 anni, ha colpito la barista allo sterno con una prima coltellata per poi infierire con altre tre. La vittima si è trovata per puro caso sulla strada dell’assassino, in una notte segnata dal delirio e dalla follia.
La scia di sangue non si ferma qui: la movida estiva ha visto un’escalation di violenza, soprattutto nelle località turistiche come Milano Marittima, dove le risse tra giovanissimi sono sfociate più volte in accoltellamenti. Il famoso Papeete è stato lo scenario di coltellate gratuite, l’ennesimo segnale di una pericolosa normalizzazione dell’uso delle armi bianche tra i giovani. Il report 2024 ’Criminalità minorile e gang giovanili’ del Dipartimento pubblica sicurezza e Direzione centrale della polizia criminale del ministero dell’Interno, parla di un aumento del 2% delle lesioni dolose per cui sono stati segnalati under 18 fra il 2022 e il 2023 (da 3.569 a 3.639). È l’unico dato in cui possano entrare le aggressioni all’arma bianca oltre alle risse, peraltro in calo (da 957 a 800). L’ex capo della procura dei minori Milano, Ciro Cascone, intraprese una battaglia contro le armi bianche, provando a debellare il fenomeno. Mandava sempre a giudizio i minori fermati col coltello, anche nei casi di scarsa rilevanza penale, e coinvolgeva i genitori.
È in questo contesto nazionale che si inserisce l’allarme lanciato dalla procura di Ravenna. L’estate ravennate è stata segnata da una serie di episodi che hanno spinto il procuratore capo Daniele Barberini e il prefetto Castrese De Rosa a parlare apertamente di emergenza. La "mala movida" che ha caratterizzato le serate estive in città ha visto l’utilizzo di coltelli in almeno nove episodi gravi, e ciò ha fatto emergere un quadro allarmante: sempre più giovani, spesso minorenni, si armano per regolare conti, risolvere litigi o commettere rapine.
Barberini ha sottolineato come sia impressionante la rapidità con cui questi giovani passano dalle parole ai fatti, trasformando discussioni futili in violenze fisiche che, in molti casi, sfociano nell’uso di coltelli. La facilità con cui si arriva a ferire un coetaneo è preoccupante e riflette un malessere sociale di fondo, che coinvolge non solo Ravenna ma tutto il Paese. E, proprio ieri, l’ultimo caso grave a Roma. Un 18enne incontra per strada un coetaneo con cui giorni prima aveva discusso e lo accoltella al collo dopo averlo pestato.